I giudici del tribunale del Riesame oggi hanno depositato le motivazioni con cui l`undici dicembre del 2012 decisero che il patron dell`Ilva Emilio Riva doveva restare agli arresti domiciliari e l`ex direttore dello stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso poteva essere scarcerato ma doveva restare ai domiciliari. Per entrambi, ritennero vi fossero gravi rischi di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove.
Per i giudici, dalle investigazioni è emerso che Emilio Riva e Capogrosso erano a capo di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica incolumità e la pubblica amministrazione ed esercitare pressione sulle istituzioni per favorire l`azienda arrivando anche a “determinare, addirittura, la rimozione dei pubblici impiegati ostili alla causa dell`Ilva”. Per i giudici del Riesame, Riva e Capogrosso potrebbero avvicinare e subornare testimoni, ne è prova, scrivono, che dalle indagini emerge la “capacità manifestata dai vertici aziendali di influenzare il consenso e di asservire ogni interlocutore agli esclusivi interessi dell`Ilva, essendovi dunque concreta possibilità che gli indagati possano avvalersi della rete di relazioni sino ad ora intessuta per ottenere testimonianze e dichiarazioni compiacenti eventualmente esercitando – non è da escludersi – forme di ricatto”.
“Occorre tenere conto – scrivono ancora i magistrati di Taranto – della spiccata pervicacia, spregiudicatezza e capacità a delinquere di cui Riva e Capogrosso hanno dato prova persistendo nelle condotte delittuose”. La loro pericolosità, secondo i giudici, è confermata anche dai precedenti penali e dai carichi pendenti dei due indagati: Capogrosso ha sette condanne definitive ed altrettante pendenze giudiziarie, mentre Riva ha una condanna definitiva e sei procedimenti in corso al tribunale di Taranto.
Il 16 gennaio i legali di Riva e Capogrosso discuteranno in Cassazione il ricorso contro la prima ordinanza di custodia cautelare del 26 luglio del 2012 con la quale entrambi furono sottoposti ad arresti domiciliari.Con la seconda ordinanza del 26 novembre, Capogrosso fu condotto in carcere.(LF)
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