Dopo che, nella serata di ieri, il Consiglio dei ministri ha varato il decreto sulla riforma delle banche di credito cooperativo, i segretari generale e nazionale Uilca, Massimo Masi e Giuseppe Del Vecchio, hanno rilasciato una dichiarazione nella quale esprimono la perplessità rispetto ad alcune “soprese dell’ultimo minuto”; in particolare la possibilità, data alle BCC che hanno 200 milioni di euro di riserva, di poter fuoriuscire dal sistema. Una decisione che, secondo i sindacalisti, “non aiuta il rafforzamento del sistema, ma genera, anzi, una serie di preoccupazioni sulla sua tenuta in prospettiva”.
“Aver fissato il termine di 18 mesi per l’adeguamento, sia per la costituzione della Holding unica, ma anche per il raggiungimento del minimum dei capitali sociali per la possibile fuoriuscita, a nostro giudizio – proseguono Masi e Del Vecchio – pone dei seri rischi anche sul fronte occupazionale. Non si comprende perché se da una parte si è tentato di rafforzare il sistema con la definizione di un unico Gruppo, poi dall’altra si aprono i cancelli per la fuga delle BCC di certe dimensioni: oggi potrebbero essere realisticamente una decina, ma domani? Adesso ci attende il compito di valutare con attenzione gli eventuali effetti sul sistema e sui livelli occupazionali per avviare un proficuo confronto per il rinnovo del CCNL”.
Infine, Masi esprime indignazione e preoccupazione perché il Consiglio dei ministri non ha deliberato sulle modalità di rimborso degli obbligazionisti delle quattro banche salvate: “Ancora una volta il Governo preferisce l’effetto annuncio su riforme che avranno una validità nel tempo – conclude Masi-, anziché affrontare realmente i problemi dei risparmiatori che hanno perso i guadagni di una vita”.