Dopo gli ultimi ritocchi e rifiniture da parte della commissione di conciliazione fra le due Camere del parlamento (32 membri di Bundestag e Bundesrat), e nonostante un ‘giallo’ dell’ultima ora sui costi degli sgravi fiscali previsti, il pacchetto di riforme fiscali e del mercato del lavoro contenute in Agenda 2010 è stato definitivamente concordato tra governo e opposizione, ed è pronto per il voto finale del parlamento previsto per venerdì.
Ieri sera, nel corso dell’ultima riunione tecnica della commissione bicamerale, era emerso che – a causa di un errore di calcolo degli esperti – gli sgravi previsti per il prossimo anno costeranno un miliardo di euro in più, cosa questa che verrà coperta con un maggiore ricorso all’indebitamento. A differenza di quanto reso noto inizialmente infatti, la percentuale di debito per il finanziamento degli sgravi non sarà del 25% ma del 30%. Cosa questa accettata dall’opposizione conservatrice, che aveva insistito in fase di negoziato affinchè per il finanziamento degli sgravi non si superasse appunto la soglia del 25%. L’ammontare complessivo degli sgravi per l’anno prossimo resta come già annunciato di circa 15 miliardi di euro, comprensivi dell’anticipo di un anno di quelli previsti nel 2005 e degli altri rimandati dal 2003 al 2004 per le conseguenze delle gravi inondazioni dello scorso anno.
Le riforme concordate da governo e opposizione (al Bundesrat, la Camera alta, la coalizione rossoverde è in minoranza, e Schroeder è quindi costretto a venire a patti con l’opposizione per non vedersi bocciato ogni provvedimento varato dal Bundestag) prevedono inoltre una riduzione delle aliquote fiscali minima e massima rispettivamente al 16% e al 45% (dagli attuali 19,9% e 48,5%), la fusione di assegni sociali e sussidi di disoccupazione, restrizioni negli assegni per i disoccupati che rifiutano proposte di lavoro, l’ammorbidimento della normativa a difesa dal licenziamento (art. 18 in Italia).
C’è attesa per il voto finale di venerdì al Bundestag (Camera bassa), dopo che alcuni deputati ‘ribelli’ della maggioranza (Spd e Verdi) hanno annunciato il no alle nuove riforme. Ciò non rappresenta un pericolo per il passaggio dei provvedimenti – dal momento che a favore voterà anche l’opposizione conservatrice che ha concordato le misure – ma potrebbe costituire uno smacco per il governo e per il cancelliere Schroeder, che potrebbe vedere approvata Agenda 2010 senza una propria maggioranza ma con i voti degli avversari politici.
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