Il massiccio afflusso di migranti sta producendo tensioni in un pezzo d’Europa da poco pacificata: i Balcani. Dopo la chiusura della via di migrazione che attraversa l’Ungheria da parte del governo di Budapest, che ha eretto barriere ai confini con la Serbia e con la Croazia, i migranti cercano di attraversare l’ex Jugoslavia in un percorso più lungo.
Ma anche questa porta, gradualmente, si sta chiudendo.
La Bbc racconta oggi che tra Croazia e Slovenia sono emersi dissapori dopo che Zagabria ha chiesto che il vicino accetti 5mila migranti al giorno. Una richiesta che Lubiana ha respinto, dicendosi pronta ad accogliere una metà, ma solo se viene garantito che si tratta solo di transiti.
Questa chiusura spinge i migranti ad andare verso la Serbia, per poter cercare di raggiungere le ambite mete del Nord Europa: Austria, Germania, Svezia. Tutto questo mentre il percorso si fa più difficile e accidentato con la fine della bella stagione. Pioggia e freddo fanno capolino, aumentando le difficoltà per i profughi, spesso in fuga da guerre e fame.
La giustificazione che la Slovenia ha posto per la sua decisione è che, dato che l’Austria accetta solo 1.500 migranti al giorno, anche la propria capacità ricettiva non permette di salire troppo.
Ieri il sottosegretario al ministero dell’Interno sloveno Bostjan Sefic ha spiegato che, se si accettassero 5mila migranti al giorno, al netto di quelli che potrebbero proseguire per l’Austria, resterebbero “in 10 giorni 35mila migranti, e questo è inaccettabile”.
Secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, nel 2015 almeno 600mila profughi – per lo più provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Iraq – sono arrivati in Europa. La Germania, principale meta di questi viaggi verso una speranza di futuro, si attende per quest’anno almeno 800mila migranti, anche se è noto che saranno molti di più.