• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
giovedì, 19 Giugno 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Una settimana di 4 giorni per flessibilità aziendale, benessere lavorativo e conciliazione con i tempi di vita

    Parole che pesano: quando una battuta diventa una sanzione disciplinare

    Le aziende americane contro Trump: le deportazioni degli immigrati rischiano di fare grossi danni all’economia

    Sull’immigrazione è il momento di un bagno di realismo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Licenziamenti individuali: quella legge del ’66

    Legittimo il licenziamento del dirigente per conflitto d’interessi

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    La devoluzione del TFR alla previdenza complementare

    TFR Mensile addio: la Cassazione blocca la “paghetta” in busta paga

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    enel

    Enel distribuzione, sindacati: il 20 giugno sciopero generale

    Così il Direttivo ha approvato il referendum sul lavoro

    Oggi e domani l’Assemblea Cgil deciderà la linea post referendum. Obiettivo: ‘’più territorio e meno Palazzo’’, per dare risposta ai 13 milioni che hanno votato No ai quesiti sul lavoro

    Servizi di sicurezza, sciopero in Puglia per il contratto integrativo regionale di settore

    Servizi di sicurezza, sciopero in Puglia per il contratto integrativo regionale di settore

    Sindacato debole, sindacato disunito: dalle macerie del referendum le sfide per tornare a contare

    Sindacato debole, sindacato disunito: dalle macerie del referendum le sfide per tornare a contare

    Caporalato, vertice governo-sindacati dopo la morte del bracciante: molte parole ma poca concretezza

    Infortuni, entro luglio il decreto per il piano straordinario su salute e sicurezza. Sindacati soddisfatti dopo l’incontro con Calderone: “bene, ma valuteremo i testi”

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il documento conclusivo dell’Assemblea generale della Cgil 17-18 giugno 2025

    Al via il tavolo per il rinnovo del contratto pubblico e privato

    Sanità, intesa all’Aran per il rinnovo del contratto 2022-2024. Sindacati divisi: Cgil e Uil non firmano, ma l’accordo passa con l’”aiuto” di Nursing Up

    Asstel, il testo del Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia

    Siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale

    Contratto miniere, aperta la trattativa per il rinnovo: aumento salariale da 300 euro, sistema classificatorio, parità di genere, formazione e sicurezza le richieste dei sindacati

    Censis-Confcooperative, oltre tre milioni i lavoratori ”sommersi”

    Cooperative metalmeccaniche, raggiunto l’accordo, aumenti da 200 euro

    Prosegue la tre giorni di sciopero, stop per logistica e autotrasporto

    Logistica, accordo Unindustria-sindacati per l’Osservatorio regionale Lazio

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Una settimana di 4 giorni per flessibilità aziendale, benessere lavorativo e conciliazione con i tempi di vita

    Parole che pesano: quando una battuta diventa una sanzione disciplinare

    Le aziende americane contro Trump: le deportazioni degli immigrati rischiano di fare grossi danni all’economia

    Sull’immigrazione è il momento di un bagno di realismo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Licenziamenti individuali: quella legge del ’66

    Legittimo il licenziamento del dirigente per conflitto d’interessi

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    La devoluzione del TFR alla previdenza complementare

    TFR Mensile addio: la Cassazione blocca la “paghetta” in busta paga

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    enel

    Enel distribuzione, sindacati: il 20 giugno sciopero generale

    Così il Direttivo ha approvato il referendum sul lavoro

    Oggi e domani l’Assemblea Cgil deciderà la linea post referendum. Obiettivo: ‘’più territorio e meno Palazzo’’, per dare risposta ai 13 milioni che hanno votato No ai quesiti sul lavoro

    Servizi di sicurezza, sciopero in Puglia per il contratto integrativo regionale di settore

    Servizi di sicurezza, sciopero in Puglia per il contratto integrativo regionale di settore

    Sindacato debole, sindacato disunito: dalle macerie del referendum le sfide per tornare a contare

    Sindacato debole, sindacato disunito: dalle macerie del referendum le sfide per tornare a contare

    Caporalato, vertice governo-sindacati dopo la morte del bracciante: molte parole ma poca concretezza

    Infortuni, entro luglio il decreto per il piano straordinario su salute e sicurezza. Sindacati soddisfatti dopo l’incontro con Calderone: “bene, ma valuteremo i testi”

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il documento conclusivo dell’Assemblea generale della Cgil 17-18 giugno 2025

    Al via il tavolo per il rinnovo del contratto pubblico e privato

    Sanità, intesa all’Aran per il rinnovo del contratto 2022-2024. Sindacati divisi: Cgil e Uil non firmano, ma l’accordo passa con l’”aiuto” di Nursing Up

    Asstel, il testo del Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia

    Siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale

    Contratto miniere, aperta la trattativa per il rinnovo: aumento salariale da 300 euro, sistema classificatorio, parità di genere, formazione e sicurezza le richieste dei sindacati

    Censis-Confcooperative, oltre tre milioni i lavoratori ”sommersi”

    Cooperative metalmeccaniche, raggiunto l’accordo, aumenti da 200 euro

    Prosegue la tre giorni di sciopero, stop per logistica e autotrasporto

    Logistica, accordo Unindustria-sindacati per l’Osservatorio regionale Lazio

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Approfondimenti - Analisi - Ritrovare la concertazione

Ritrovare la concertazione

di Mimmo Carrieri
19 Maggio 2020
in Analisi
Ritrovare la concertazione

Nell’intervista concessa a Massimo Mascini, Sergio Cofferati, grazie alla sua autorevolezza di antico leader della Cgil, ha giustamente risuscitato il concetto e le prassi di concertazione. Una parola che sembrava dimenticata e rimossa, ma di cui Cofferati ha ricordato tutta l’importanza potenziale.

Alla radice della dimenticanza degli ultimi anni si trova l’evidente sottovalutazione dell’importanza delle funzioni assolte dalle organizzazioni di rappresentanza. Queste non solo restano in campo più ‘resilienti’ di quanto si tenda a pensare, come ha sottolineato Paolo Feltrin, ma  possono dare un contributo importante al perseguimento di alcuni ‘beni comuni’, come accaduto appunto con il Grande accordo del 1993.

Anche se l’avversione verso la concertazione viene da lontano, la sua eclisse è dovuta soprattutto alla spettacolare scomunica di Renzi, cosa che ha contribuito a renderla un oggetto non gradito anche all’interno del centro-sinistra.

Quella posizione era animata dalla preoccupazione non solo di rilanciare la centralizzazione e la gerarchia nelle decisioni politiche (specie a vantaggio del premier), ma anche di inseguire sul loro terreno le diffuse pulsioni verso la cosiddetta ‘disintermediazione’ (animate in particolare dal Movimento pentastellato).

Varrà la pena di ricordare come gli esiti di quella battaglia politica si sono rivelati molto deludenti e largamente perversi, in quanto assai distanti dalle intenzioni: le decisioni assunte hanno avuto effetti modesti e non sono state supportate da adeguato consenso. L’abbandono del rapporto con i sindacati, oltre che più in generale con le parti sociali, ha condotto all’isolamento sociale del principale partito di centro-sinistra, e al suo clamoroso divorzio con la propria base sociale elettiva, quella costituita dalle componenti più deboli del mondo del lavoro. 

In uno scenario drammatico come quello che stiamo attraversando – dalla caduta del Pil a quella dell’occupazione – il richiamo alle possibili virtù della concertazione acquista un elevato sapore simbolico. Appare in gioco la capacità di mobilitare le migliori energie del mondo produttivo e del lavoro intorno ad obiettivi comuni di risanamento e di rilancio. Non si tratta di chiamare in causa piccoli aggiustamenti o un accordicchio tampone: la sfida è quella di un patto sociale di grande portata e spessore, quello che in altre epoche veniva etichettato come ‘Accordo fondamentale’ o come ‘Grande compromesso’.

Ma allora l’interrogativo diventa: esistono attualmente le condizioni per immaginare un Patto dotato di questa ambizione?

La concertazione, come è noto, sin dalle sue prime apparizioni scientifiche, si presentava come un singolare matrimonio triangolare, che richiedeva la paziente ricerca – appunto concertata – della quadratura tra punti di vista e esigenze diverse e non automaticamente convergenti.

Questa quadratura nel nostro Paese è riuscita meglio nei momenti di difficoltà e di emergenza, come è stato il passaggio del 1993. Quando cioè prevale la spinta ad andare oltre gli interessi più immediati in nome dell’affermazione di scopi comuni.

Ma appunto si tratta di un atipico matrimonio a tre che richiede un sentire comune a tutti gli attori coinvolti. Anche nel 1993 esso non avvenne spontaneamente, ma molto del merito fu dovuto all’autorevolezza del governo, che investì in quella direzione il capitale accumulato intorno alle personalità di Ciampi e Giugni.

Ma proprio qui vediamo tutte le difficoltà di tale disegno, necessario ma anche non facilmente praticabile.

Diamo per scontato che i sindacati siano i più pronti e disponibili a svolgere la loro parte dentro questa svolta (anche se debbono ancora dare prova di farlo con la dovuta carica innovativa).

Ma osserviamo gli orientamenti degli altri due attori, altrettanto necessari contraenti del matrimonio triangolare.

Lo stesso governo non sembra abbia maturato completamente questa convinzione, come in effetti lo stesso Cofferati rammenta. A lungo la letteratura scientifica ha sottovalutato il ruolo che l’attore ‘terzo’ – appunto il governo – svolge all’interno del negoziato triangolare al fine di condurlo a buon fine. Un ruolo davvero essenziale e spesso decisivo, come mostrano proprio le vicende italiane. 

Nella fase attuale tale strada non sembra spianata, anche a causa dei tentennamenti con i quali il governo ha gestito l’emergenza. Chiaramente bisognoso del consenso delle grandi organizzazioni, ma nello stesso tempo incerto sulle modalità e sugli strumenti, i quali non hanno effettivamente configurato l’equivalente dei migliori processi concertativi. Continua ad essere coltivata nell’attuale retrobottega politico l’ipoteca di fare a meno o di non coinvolgere del tutto le rappresentanze sociali: frutto delle non risolte avversioni grilline, ma anche dell’evanescenza del Partito democratico. La conseguenza per l’azione governativa finora è consistita nel collocarsi al vero polo opposto – e sicuramente patologico – rispetto a quello dell’auspicata disintermediazione. Infatti l’approccio ambiguo, che è stato adottato, si traduce nel metodo della cattiva mediazione permanente con tutti i microinteressi che aspirano a giocare un ruolo. Quella mediazione lenta ed ipertrofica, che si mostra incapace di selezionare gli obiettivi portanti e di fissare gli indirizzi prioritari, e dunque finisce con il dipendere da ogni stormire di fronde e da qualunque piccolo mal di pancia. Ma il compito della concertazione – quella bene fatta e non presentata in modo caricaturale – consiste proprio in questo: nell’’intermediare’ intorno alle grandi questioni, nell’ effettuare sintesi convincenti, e nell’assicurare un impatto efficace e diffuso delle scelte assunte anche nelle pieghe della società (per evocare una famosa formula di Togliatti).    

Dunque su questo versante dobbiamo sperare che l’attuale governo si dimostri in grado di dare vita a quel colpo d’ala, che lo porti oltre la soglia dell’impegno gestionale sul quale si è fin qui attestato. Potrebbe essere il suo stesso interesse se vuole mettere a buon frutto il consenso raccolto nella fase acuta dell’emergenza: ma quanto a questo avremo modo di vedere.

Ma anche sul versante dei datori di lavoro si intravedono nubi e orientamenti tutt’altro che lineari.

Non casualmente Cofferati si mostra perplesso in relazione alle prime mosse della nuova Presidenza di Confindustria. Trattandosi sin qui di dichiarazioni non sistematiche appare ragionevole attendere quando invece saranno disponibili posizioni ufficiali più articolate. Appare anche plausibile la rivendicazione che viene dall’attore confindustriale di poter giocare un ruolo da protagonista più ambizioso di quello esercitato nel recente passato, ma appropriato alle fasi di grandi trasformazioni, come dobbiamo considerare quella in corso. Vale in questo caso una considerazione analitica. Nel corso degli ultimi decenni Confindustria, nonostante l’uscita dolorosa di Fca, ha svolto un ruolo di raccordo e di rappresentanza di larga parte del mondo imprenditoriale italiano (come d’altra parte hanno fatto anche gli altri attori che alimentano l’associazionismo datoriale). Questo ruolo si è tradotto in una serie di importanti Accordi interconfederali raggiunti con le tre Confederazioni su questioni centrali, fino a quello del 2018 che ha ridisegnato le regole del gioco delle relazioni industriali. Si è trattato di una lunga stagione di rilancio della bilateralità e di riaffermazione della sovranità delle due parti sociali sulle materie di loro competenza: in una fase di distanziamento dall’arena politica, di disinteresse da parte di molti soggetti politici, e in presenza di un attivismo legislativo che è arrivato anche alle porte delle relazioni industriali. Questa bilateralità ha affrontato temi nuovi (come rappresentanza, partecipazione, formazione, welfare), ma si è imperniata sulla contrattazione collettiva, di cui le due parti hanno garantito la prosecuzione non solo all’insegna dell’ordinaria amministrazione. E hanno ribadito la pari importanza dei due livelli negoziali, nella ricerca di un equilibrio difficile, ma comunque vitale ai fini del funzionamento del nostro assetto. Questa stagione si è tradotta in una sorta di non dichiarato ‘patto dei produttori’ che ha fatto di necessità virtù, provando a mettere a frutto l’ostilità la freddezza o l’ingerenza del sistema politico. Sarebbe quindi utile che i passi futuri in direzione di un maggiore protagonismo, che sono legittimi, non mettessero in discussione queste acquisizioni, ma le incorporassero dentro una cornice strategica più robusta. Se la Confindustria ha retto in questo decennio, questo si deve anche all’essersi trovata nella stessa barca dei sindacati. E dunque bene a nuove direzioni di marcia, ma possibilmente senza il rischio di affondare la barca.

Una di queste direzioni può consistere in una concertazione dallo slancio ritrovato: per passare da un patto tra le sole parti ad un vero e proprio patto sociale di lunga gittata. E questo sarà un banco di prova dei diversi attori. Ma, ad un patto di questa portata, oggi si chiede di occuparsi in primo luogo dei segmenti più deboli del mondo produttivo e del lavoro. Non solo per tappare i buchi e ridurre le criticità, ma per rilanciare un assetto produttivo meno fragile e precario. Quindi non solo tutela statica (necessaria) degli attuali drammi sociali, ma una vera e propria azione di ridisegno, capace di non dipendere troppo dagli interessi immediati.

Non dimentichiamo però come il quadro dentro il quale si svolge questa partita è quello di una crescente rilevanza (quantitativa) dell’intervento pubblico. Già prima della pandemia erano molti gli studiosi a chiedere che lo Stato assumesse un ruolo maggiore per fronteggiare l’aumento delle disuguaglianze e l’instabilità dello sviluppo, e quindi operasse come ‘Big State’. Nel suo ultimo libro che ruota intorno al rilancio del ‘capitalismo progressista’ (quindi chiaramente non anti-mercato o anti-capitalista) Stiglitz dedica ampio spazio al rafforzamento di una azione collettiva imperniata sul ripensato ed ampliato intervento dello Stato. Quello che era già importante prima del Coronavirus è diventato ora necessario. Ma il punto è: come? Appare naturale che lo Stato conti di più, ma con quale ampiezza e con quali strumenti? Se Cofferati, come peraltro anche Prodi, non esclude la partecipazione temporanea al capitale delle imprese, si riaffaccia negli ambienti che contano la tentazione pratica di assegnare al pubblico solo il ruolo di portatore d’acqua (soldi) per provvedere a riparare i fallimenti del mercato, lasciando le leve importanti nelle mani precedenti. In questo scenario ovviamente non è possibile escludere a priori un ruolo più importante del pubblico anche nella proprietà. Ma questa opzione deve risolversi chiaramente in un mezzo, appunto temporaneo, per favorire il vero fine: quello di restituire allo Stato (nelle sue diverse articolazioni) la funzione di indirizzo strategico dello sviluppo. Come è stato scritto con fondamento (Maranzano e Romano su Sbilanciamoci) si tratta in primo luogo di recuperare la missione dell’intervento pubblico, costruendo intorno all’agente Pubblico quello che viene definito come un paradigma tecno-economico ‘annidato’, che favorisca scelte di interesse generale in relazione ai settori considerati di interesse strategico (dai settori dei trasporti e telecomunicazioni a quelli ad alta intensità tecnologica e così via). Allora perché appare giusto anche in questo caso il richiamo alla concertazione? La concertazione, se adottata in modo sapiente, può essere a ragione considerata – e lo è nella letteratura riguardante i fondamentali di questo metodo (si veda Streeck) – come un buon antidoto ai rischi delle derive statalista e burocratica, che essa può essere in grado di correggere e compensare sul piano sociale. La forza della concertazione, come ci ricordano alcuni testi divenuti classici, risiede proprio nel fatto di operare non solo come correzione del mercato, ma anche come correzione dello Stato e dei governi. 

Mimmo Carrieri

Attachments

  • pdf Istat - Produzione nelle costruzioni - Marzo 2020
  • jpg
Mimmo Carrieri

Mimmo Carrieri

In evidenza

Cgil, inflazione a due cifre richiede misure immediate e importanti

Assemblea Cgil, l’attacco all’Iran ‘’atto gravissimo’’. E annuncia una mobilitazione contro guerre e riarmo

18 Giugno 2025
FederTerziario, nasce il Dipartimento Innovazione e Competitività

FederTerziario, nasce il Dipartimento Innovazione e Competitività

18 Giugno 2025
enel

Enel distribuzione, sindacati: il 20 giugno sciopero generale

18 Giugno 2025
Bilateralità e trasformazione i cardini del rinnovo

Il Manifesto ASSTEL sulla Crescita Digitale dell’Italia: “per un paese connesso, competitivo e innovativo servono riforme strutturali subito”

18 Giugno 2025
Fumarola (Cisl): abbiamo dato piena attuazione all’art. 46 della Costituzione

Fumarola, molto importante l’accordo per il rinnovo del contratto cooperative delle industrie metalmeccaniche: raggiunto l’obiettivo di tutelare le retribuzioni

18 Giugno 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi