“L’articolo 18 non basta a difendere l’occupabilità delle persone, così come lo Statuto dei lavoratori non può bastare a sé stesso per sopravvivere ai tempi che cambiano”. Sono alcuni dei passaggi del discorso tenuto dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, alla celebrazione organizzata dalla Uil sullo Statuto dei lavoratori.
“La Uil – prosegue Sacconi – ha per prima aderito allo Statuto dei lavoratori e ora dice sì allo Statuto dei lavori, non in termini di cancellazione, ma nei termini di uno Statuto che deve cambiare per sopravvivere”. Per Sacconi la difesa del lavoro “va ora cercata individuando possibilità di crescita in Paesi che ormai sono sulla strada della deindustrializzazione e della natalità rattrappita”. Secondo il ministro del Lavoro, negli anni, è stato anche superato il concetto tipico del prestatore d’opera che, ai tempi dello Statuto veniva identificato come lavoratore bianco, quarantenne, eterosessuale. Il nuovo obiettivo, secondo il ministro, è legare sempre di più il lavoro alla produttività dell’impresa e questo, anche attraverso un’operazione di trasparenza sui bilanci delle società che troppo spesso occultano gli utili. (LF)
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