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Salario minimo, Sbarra: bene se di natura contrattuale, determinare una soglia è una pezza peggiore del buco

redazione
Luglio03/ 2023

Per il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, la riforma del salario minimo è necessaria per per sostenere la crescita dei redditi, “ma deve essere rigorosamente di natura contrattuale”. In un colloquio con il quotidiano La Stampa, Sbarra ha ribadito la sua posizione in materia sottolineando che la legge, in questo caso, deve rimandare ai contratti confederali, e non determinare una soglia minima. Il rischio sarebbe “una pezza peggiore del buco, con una spinta centrifuga che porterebbe tante imprese ad attestarsi meramente sulla soglia legale uscendo dall’applicazione dei contratti. Si innescherebbe così una spirale verso il basso della dinamica delle retribuzioni, specialmente per le fasce medie e alte”.

Per Sbarra l’obiettivo deve essere quello di rafforzare e estendere la contrattazione. “Si prenda a riferimento il trattamento economico complessivo dei contratti più diffusi e si estendano, settore per settore ed ai pochi comparti più prossimi ancora scoperti”, ha detto il numero uno della Cisl ricordando che “Tramite l’Inps possiamo avere l’indicazione dei contratti leader. Su questa proposta si può fare un accordo in 48 ore”. Il leader della Cisl ha poi sottolineato che i minimi salariali bassi si registrano solo in alcuni comparti, “dove le associazioni datoriali negano il diritto alla contrattazione: abbiamo casi di mancati rinnovi da 8 e 13 anni”, ha aggiunto, specificando che i contratti pubblici e privati vanno rinnovati alla scadenza e che il governo “deve detassare gli aumenti, a livello nazionale e aziendale, azzerando le tasse su premi di risultato e accordi di welfare”.

L’urgenza resta quella di abbassare il livello di inflazione con una “nuova politica dei redditi che incroci riforma del fisco, lotta alla speculazione, controllo su prezzi e tariffe, certezza dei rinnovi contrattuali pubblici e privati, esaltazione delle relazioni industriali, sostegno alla partecipazione nelle aziende”. Riguardo i cosiddetti contratti pirata, Sbarra resta convinto che la soluzione non sia una legge sulla rappresentanza. “Non ne abbiamo bisogno: se lo strumento legislativo prende a riferimento i contratti più diffusi, è facile individuare gli accordi di comodo. Bisogna spingere sulle ispezioni, obbligare le aziende a comunicare i dati e indicare nel cedolino paga il codice del contratto applicato. Il ministero del Lavoro e l’Inps hanno gli strumenti per risolvere il problema”, ha argomentato. “Noi difendiamo l’idea che la libera contrattazione e le relazioni industriali restino autorità salariale – ha replicato- perché l’incontro negoziale è l’unico che possa rispondere con velocità e adeguatezza alle condizioni reali dei settori e dell’economia.

La critica, semmai, potrebbe essere a chi, tra i cultori della legge sulla rappresentanza, vuole una `istituzionalizzazione` del sindacato”. E sui rapporti con l`Esecutivo Meloni, la Cisl ha apprezzato la disponibilità a lavorare insieme al sindacato per cambiare la legge Fornero. “Nei prossimi giorni partiranno i tavoli tecnici, aspettiamo lì la prova dei fatti. Ci siamo mobilitati a maggio con l’obiettivo di riaprire il confronto con il governo su vari temi e questo è avvenuto. Valuteremo senza sconti i risultati”, ha concluso.

e.m.

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