Dal 31 luglio stop al rinnovo dei contratti dei medici gettonisti, professionisti assunti da cooperative o partite Iva che vengono impiegati nei pronto soccorso o nei reparti carenti di personale per periodi di breve durata ma con compensi molto elevati. I contratti in essere proseguiranno fino a naturale scadenza. La misura è contenuta nel decreto del ministro della Salute del 17 giugno 2024 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 ottobre 2024).
Secondo il rapporto Anac del febbraio 2025 il fenomeno, oggetto di lunga contesa, è esploso a seguito dello scoppio della pandemia nel 2020. “Nel 2019 (periodo pre-pandemico), i contratti (incluse le iniziative avviate come accordi quadro e convenzioni) per il reperimento di personale medico ammontavano a circa 9,6 milioni di euro. L’anno successivo veniva registrata una variazione, benché positiva, piuttosto contenuta (pari al 15%) facendo registrare un ammontare pari a 11 milioni. Nel 2021 (nel pieno della pandemia), invece, si assiste ad uno straordinario incremento, pari al 174%, facendo registrare un valore di ben 30 milioni di euro. Nell’anno 2022 (quando era ormai scemata l’ondata emergenziale che poteva aver giustificato il comportamento dell’anno precedente) si continuava a registrare comunque un andamento crescente, pur risultando fortemente rallentato, ma in grado in ogni caso di raggiungere un valore pari a circa 37 milioni di euro (+22%)”.
Complessivamente, precisa l’Anac, dal 2019 al 202 ammonta a due miliardi e 141 milioni di euro la spesa previsionale deliberata in Italia per medici e infermieri “a gettone”. Era pari a 1 miliardo e 827 milioni a fine 2023, con un incremento previsionale di 314 milioni nel 2024. Se guardiamo alla spesa effettiva messa a bilancio dalle varie Asl, nel solo 2024 la spesa per i “gettonisti” nella sanità italiana è stata pari a 457,5 milioni messi a bilancio. Nonostante la fine della pandemia (dichiarazione ufficiale della Organizzazione Mondiale della Sanità del 5 maggio 2023) e il decreto legge 30 marzo 2023, N.34 (uso dei “gettonisti” solo come estrema ratio), il fenomeno si conferma quindi in crescita.
“Al momento, non risultano situazioni di particolare criticità negli ospedali per il venir meno di questi professionisti”, dichiara all’Ansa il segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, Pierino Di Silverio, ma il problema imminente “è invece quello delle ferie per il personale medico e sanitario”. Al momento, infatti, “i gettonisti dopo il 31 luglio, saranno comunque presenti perchè i contratti hanno scadenze diversificate, e vari saranno probabilmente in scadenza al 31 dicembre; al contrario, dal 31 luglio il vero rischio è che i medici ospedalieri non riescano ad andare i ferie a causa della carenza di personale”. Ciò, conclude Di Silverio, “indipendentemente dai gettonisti, per i quali attualmente non ci risulta una emergenza impellente: dall’1 agosto non andranno tutti via, ma non ci sarà la stipula di nuovo contratti ed andranno a scadenza quelli attuali”.
La questione ora passa a Regioni e Asl, che dovranno pianificare la riorganizzazione del personale sanitario già carente. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), invoca “soluzioni di sistema”: “Bisogna investire sui professionisti e tentare di aumentare l’attrattività del sistema sanitario pubblico. In assenza di questo, tutte le decisioni che possono essere assunte sono solo transitorie, non risolvono. In sintesi non basta dire no ai “gettonisti” se poi il problema non ha una soluzione strutturale”.
La Federazione veterinari, medici e dirigenti sanitari, invece, ha diffidato tutte le ASL, Aziende Ospedaliere, IRCCS e IZS affinché termini, come prevede la Legge, l’improprio arruolamento del personale sanitario “gettonista” negli enti del SSN con conseguenti danni e correlate responsabilità, fatte salve le eccezioni normative definite dal Decreto del Ministero della salute 17 giugno 2024. “Un’urgente pianificazione finalizzata al migliore uso del personale è in effetti ineludibile e necessaria alla tenuta del SSN, ma l’utilizzo di personale sanitario sostanzialmente precario, assunto nelle strutture del SSN con contratti interinali e di somministrazione lavoro – i cosiddetti “gettonisti” appunto – risulta rigidamente condizionato (se non vietato e certamente limitato a situazioni eccezionali) all’obbligatorio accertamento dell’impossibilità di utilizzare tutti gli strumenti normo-contrattuali che consentono sia una maggiore fruizione del personale interno già contrattualizzato sia l’ordinario reclutamento di dirigenti medici e sanitari in relazione ai fabbisogni”.
Il sindacato denuncia che il personale reclutato a gettone “o è in possesso dei requisiti concorsuali o non è idoneo a svolgere attività per il SSN, e se ha i requisiti è quindi possibile reperirlo mediante avvisi o concorsi pubblici. Ciò che ne ostacola l’assunzione sono gli stipendi dei dipendenti ben più bassi dei compensi orari ai gettonisti. Inoltre, è bene ricordare che il personale reclutato a gettone che avesse deficit rilevanti di formazione e di correlate competenze con ogni possibile conseguenza in termini di danni e relative responsabilità professionali, trasferirà la ricaduta di tali responsabilità sugli Enti stessi e in definitiva sulle Regioni, determinando, in questo distorto sistema di arruolamento, tutt’altro che un risparmio”.
Ciò posto, denuncia ancora la Federazione, “divengono evidenti e inoppugnabili le rispettive responsabilità laddove permangano sia il pervicace affidamento a personale precario che nel “viavai” eroga singole prestazioni senza alcuna conoscenza del contesto strutturale e della storia clinica dei pazienti, sia la conseguente moltiplicazione del rischio clinico, sia la correlata possibilità che eventuali “malpractices” vadano ad aggravare lo stato di salute degli utenti e la già pesante cronaca delle aggressioni ai sanitari”.