“L’aumento dell’occupazione è quasi tutto dovuto alla crescita dei tempi determinati, segno che il lavoro generato è precario, debole e sempre più di breve o brevissima durata. Purtroppo non si ferma la fiera della precarietà”. Così il segretario confederale della Cgil, Tania Scacchetti, commenta i dati Istat sull’occupazione.
“Il trend del 2017 sembra confermato anche nei dati di gennaio 2018 – dice la dirigente sindacale – uno scenario preoccupante anche perché la crescita dell`occupazione favorisce quasi esclusivamente le fasce di età maggiori, oltre ai giovani, lasciando indietro quelle di età centrale (25-49 anni) che, in assenza di stabilità, rischiano di vedere pregiudicata la propria prospettiva occupazionale e sociale”.
Secondo Scacchetti “in un Paese in cui da anni si registrano ritardi strutturali negli indici occupazionali, il tema della qualità del lavoro deve essere considerato una vera e propria emergenza. Le grandi trasformazioni del sistema economico e produttivo possono essere affrontate solo attraverso la qualificazione e la valorizzazione del lavoro. Per questo – conclude la sindacalista – serve sostenere gli investimenti, a partire da quelli pubblici, e governare l’innovazione tecnologica”.