Il governo la butta nuovamente sullo sciopero di venerdì e sul week end lungo “per non risponderci sul merito, perché’ hanno paura’’. Ma se vogliono, “hanno la possibilità di evitarlo”: “cambino la manovra, e lo sciopero non ci sarà”. Maurizio Landini conclude l’assemblea dei delegati di Firenze rispondendo direttamente a Giorgia Meloni, che per prima ha commentato la proclamazione dello sciopero per venerdì 12 dicembre contro la manovra rinfocolando la consueta polemica sugli scioperi proclamati in date strategiche per approfittare di presunti ‘’week end lunghi’’. Accuse in verità trite e ritrite: come se a chi sciopera non venisse tolta dalla busta paga una intera giornata di stipendio (volendosi fare una vacanza, infatti, basterebbe prendersi ferie o permessi, che lo stipendio lo lasciano intatto), e come se non ci fossero ormai infiniti settori dove si lavora anche il sabato e la domenica, dai trasporti alla sanita, dai media al commercio, eccetera. E quindi, di che “week lungo” si stia parlando, difficile capirlo. Ma tant’è, ogni volta la stessa storia.
“Coloro che oggi dal governo tentano di mettere in discussione lo sciopero hanno paura e tentano di non parlare nel merito. Cercando di far discutere di altro: il weekend lungo, il weekend corto. Non vogliono discutere del merito” ribadisce dunque Landini, davanti alla platea del Mandela Forum strapieno di alcune migliaia di delegati da tutta Italia, chiedendo “più rispetto per le persone che scioperano, perché con le loro tasse pagano anche lo stipendio di chi le governa’’.
Prima ancora, alla premier aveva risposto anche il presidente della Toscana Eugenio Giani, ospite d’onore all’assemblea Cgil: ‘’l’ennesima polemica sullo sciopero di venerdì è veramente una risposta di basso livello. Chi fugge dai contenuti per rifugiarsi nel populismo dimostra poco rispetto per i sindacati, per chi sciopera, per la democrazia”. Da parte sua, Giani garantisce ‘’sostegno e solidarietà allo sciopero Cgil di dicembre”.
Landini riprende il filone della polemica col governo replicando al ministro Paolo Zangrillo, che oggi, intervistato da un quotidiano, accusa la Cgil di non firmare i contratti pubblici “per motivi non sindacali ma politici, perché sono contro il nostro governo’’. Ribatte Landini: “il ministro dice che noi non firmiamo i contratti perché ce l’abbiamo con il governo? ma una trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici e sulla legge di bilancio non c’è mai stata, c’è stato solo un ministro che ci ha chiesto di aderire totalmente alla loro proposta, offrendo un aumento di appena il 6% mentre l’inflazione ha fatto perdere il 18% alle buste paga: perfino in tutti i contratti privati rinnovati in questi mesi si e’ andati molto oltre, nessuno ci ha mai offerto aumenti cosi miseri ”. E ancora, riferendosi ai tre contratti pubblici separati, firmati da Cisl e Uil ma non dalla Cgil: ‘’in natura non esistono ‘contratti separati’: sono le controparti che decidono a quali sindacati chiedere di aderire, con chi conviene maggiormente fare l’accordo. Ma questo non accadrebbe se tutti i lavoratori potessero votare per convalidare le intese’’.
“Vorrei che fosse chiaro a tutti: non è che proclamiamo gli scioperi perché qualcuno ci è antipatico, per il gusto di proclamarli -ha proseguito Landini- Stiamo proclamando questo sciopero perché ci sia un cambiamento reale della vita delle persone. Stiamo chiedendo di aumentare i salari; di andare a prendere i soldi dove sono; di investire sulla sanità e sulla scuola. Stiamo chiedendo, cioè, di fare quello che è necessario per ricostruire quella giustizia sociale e l’uguaglianza che in questo Paese è stata cancellata”.
E ancora: “per noi i governi non hanno colore, non abbiamo governi amici o nemici. Le stesse cose che abbiamo chiesto al ministro Giorgetti per questa manovra, e in particolare di risolvere la questione del fiscal drag, le avevamo chieste anche al Giorgetti ministro del governo Draghi: in entrambi i casi non abbiamo avuto risposta e in entrambi i casi, infatti, abbiamo indetto uno sciopero generale”. E cosi sarà anche il 12 dicembre: “Non lo facciamo solo per dimostrare che esistiamo: vogliamo portare a casa dei risultati e non abbiamo intenzione di fermarci fino a quando non avremo raggiunto questo obiettivo. Ripeto: non scioperiamo contro il governo, perché abbiamo imparato che i governi passano. Lo facciamo perché In gioco c’è il futuro del nostro Paese”.
Nunzia Penelope
























