Nel giorno in cui a legge di bilancio del governo Meloni è stata bocciata praticamente da tutti, tocca a Elly Schlein spiegare quale sarebbe la politica economica del Pd se governasse il paese al posto della destra. La segretaria -che in questi giorni sta tenendo una serie di incontri -dai sindacati alle imprese, alle amministrazioni locali -parla dal palco dell’evento organizzato a Roma dal quotidiano Domani e dedicato alle donne. Rispondendo alla domanda del direttore Emiliano Fittipaldi – ‘’che legge di bilancio proporrebbe se ci fosse lei a Palazzo Chigi?’’- Schlein elenca le basi di una possibile ‘’contromanovra’’, così come sta emergendo anche dalle consultazioni di questi giorni con le forze sociali ed economiche. Salario minimo, politica industriale, sanità, costituiscono la parte più urgente, politiche fiscali e politiche abitative completano il quadro.
Il salario minimo, spiega Schlein, sarebbe il primo provvedimento che farebbe se fosse al governo: in una formula che abbia totale rispetto della contrattazione, basandosi sulla media delle retribuzioni previste nei contratti firmati dai sindacati più realmente rappresentativi ed escludendo cosi quelli pirata. A proposito dei quali sarebbe utile anche un provvedimento sulla rappresentanza, tema sul quale insistono “sia Confindustria che le piccole e medie imprese’’.
Secondo capitolo, la sanità: la manovra secondo Schlein prevede 5,5 miliardi in più da destinare all’assunzione di infermieri e personale ospedaliero; la segretaria ricorda che l’Istat ha appena annunciato un balzo pauroso del numero di persone che hanno rinunciato a curarsi a causa di liste d’attesa e costi elevati: sono ormai 5,8 milioni, praticamente il 10% della popolazione, un milione e mezzo in più rispetto al dato dell’anno precedente. E altri fondi verrebbero destinati anche per la non autosufficienza, capitolo delicatissimo in un paese che invecchia a vista d’occhio.
Terzo tema, la politica industriale: iniziando dall’energia, che appesantisce i costi delle imprese, e dunque dal disaccoppiamento del prezzo gas-energia elettrica. Negli incontri di questi giorni, spiega Schlein, ‘’il primo problema che mi pongono le imprese è quello dei costi energetici’’, che peraltro colpisce sia i datori che i dipendenti. E ancora, andrebbero proseguire le politiche del Pnrr, disposto un piano di interventi per il settore manifatturiero, definendo anche una politica di risposta ai dazi, tema che invece e’ stato del tutto abbandonato dall’attuale governo.
Sul fisco, una ‘’manovra Schlein’’ punterebbe sulla tassazione degli extraprofitti non solo delle banche ma anche di tutte le altre grandi aziende che in questi anni hanno macinato utili su utili, come quelle dell’energia, appunto, o della difesa. Quanto a una eventuale ‘’tassa sui ricchi’’ (tra queste, c’è il prelievo dell’1% sui patrimoni da oltre due milioni di euro proposta dalla Cgil) la leader del Pd la condiziona al fatto che venga realizzata a livello europeo: ‘’ Siamo a favore di una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione”, mentre non avrebbe senso farlo in un solo paese perché’ “i capitali si muovono molto rapidamente”. Dunque, o lo si definisce a livello europeo o non funzionerebbe. Per quanto riguarda l’Italia invece si dovrebbe partire da un riequilibrio tra la tassazione del lavoro e quella delle rendite, oggi sbilanciata troppo a favore delle seconde.
Altro tema fondamentale la casa: da rendere accessibile a tutti, iniziando da un Fondo affitti con dote di 1 miliardo. Quanto alla tassazione degli affitti brevi, per Schlein non vanno demonizzati ma certamente regolati; non va penalizzato chi affitta per uso turistico una sola abitazione, mentre un trattamento diverso dovrebbe essere riservato a chi ne affitta numerose.
Infine, per quanto riguarda le politiche a favore delle donne e delle pari opportunità, tema dell’evento organizzato da Domani, Elly Schlein propone il congedo parentale paritario di cinque mesi interamente retribuito. Contribuirebbe a mettere donne e uomini su un piano di parità, sia sul piano della carriera che delle retribuzioni. E poi ovviamente una seria politica per gli asili nido, stanziando risorse che invece l’attuale governo ha drasticamente ridotto: dove gli asili nido non ci sono le donne restano a casa, o nella migliore delle ipotesi chiuse nella ‘’gabbia’’ del part time, che non a caso riguarda il 32% dell’occupazione femminile, contro appena l’8% di quella maschile. E questo ‘’malgrado l’Italia abbia una donna premier’’. E ancora, una legge che imponga agli ospedali, tutti, di avere almeno ‘’una percentuale minima di medici non obiettori’’, per garantire l’applicazione della 194.
Intanto, in attesa di poter decidere in futuro una propria manovra, il Pd lavora agli emendamenti per modificare l’attuale legge di bilancio, sui quali cercherà la convergenza delle altre opposizioni. L’obiettivo, dice Schlein, è quello di “condividerli il più possibile con le altre forze di opposizione. Non partiamo da zero, abbiamo già fatto molte iniziative insieme, e abbiamo presentato una mozione unitaria unica sul documento programmatico”.
Nunzia Penelope























