Disagi per milioni di viaggiatori francesi nella seconda giornata di sciopero dei ferrovieri, i quali ne hanno in programma altre 34 fino a fine giugno, con una dura sfida al presidente Emmanuel Macron.
Sono in servizio solo un treno ad alta velocità su sette e un treno regionale su cinque, nello sciopero che proseguirà per due giorni ogni cinque fino al 28 giugno, a meno che Macron rinunci al suo programma di riformare la Sncf, la società delle ferrovie di Stato fortemente indebitata. Ieri il premier Edouard Philippe ha annunciato che “ci aspettano giornate difficili” nello scontro tra Macron e i sindacati, paragonato alla battaglia tra la premier Margaret Thatcher e i minatori britannici negli anni Ottanta.
Questo pomeriggio è previsto un incontro tra i rappresentanti di quattro sindacati e funzionari del ministero del Trasporti per discutere i nodi del programma del governo per Sncf, che prevede la sua trasformazione in società per azioni. I sindacati temono che si tratti dell’anticamera della privatizzazione del gruppo, nonostante le reiterate smentite del governo. I lavoratori sono contrari anche al progetto di togliere ai nuovi assunti la garanzia di impiego a tempo indeterminato e di pensione anticipata.
Ieri hanno scioperato anche i lavoratori Air France, i netturbini e i dipendenti di alcune società energetiche in un crescente clima di scontento, a 11 mesi dall’insediamento del 40enne Macron, neofita delle politica. Il leader della sinistra Jean-Luc Melenchon ha detto che il Paese assiste all'”inizio di una lotta sociale quasi senza precedenti in Francia”.
Studenti, pensionati e dipendenti pubblici, tutti contrari a diversi aspetti del vasto programma di riforme del giovane ex banchiere, sono già scesi in piazza contro di lui. A ottobre Macron è riuscito a far approvare la sua controversa riforma del mercato del lavoro, nel quadro di un ambizioso programma per rilanciare l’economia, ma per i commentatori lo scontro con i ferrovieri potrebbe rivelarsi dannoso se l’opinione pubblica si schiera con gli “cheminots”. Le ferrovie sono un bastione sindacale in Francia e hanno spesso obbligato i governi a fare marcia indietro con grossi scioperi.
Secondo la Sncf solo un terzo dei lavoratori ha scioperato ieri, ma le cifre sono state duramente smentite dai sindacati, che parlano di adesioni alla protesta del 60%. Il sostegno pubblico allo sciopero è al 46%, secondo un sondaggio Ifop pubblicato domenica, ma è in crescita, quattro punti in più rispetto a due settimane fa.