Settimana corta e smart working per ridurre le emissioni. Sono queste le due grandi novità delle 455 pagine del Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che il governo ha inviato a Bruxelles.
Sulla settimana corta, si legge nella nota del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, l’esecutivo è pronto a valutare una riduzione delle giornate lavorative a parità di orario. Una soluzione che è già realtà in Intesa San Paolo. Anche i sindacati sono da tempo in pressing per una riduzione di giorni e orario a parità di salario. Per Cgil, Cisl e Uil si tratta di una soluzione oggi possibile grazie alle nuove tecnologie, che non danneggia ma invece incrementa e la produttività e amplia la base degli occupati. Una strada per attuare il vecchio motto “lavorare meno per lavorare tutti”.
Nei mesi scorsi il ministro dell’Impresa e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva manifestato la volontà del governo a discutere della proposta, ma aveva anche evidenziato il rischio di un possibile incremento del divario tra Nord e Sud. Le imprese più grandi e strutturate, e quindi maggiormente disposte a sperimentare nuove modalità organizzative sono concentrare prevalentemente al settentrione e questo, secondo il ragionamento del ministro, avrebbe potuto incentivare un nuovo esodo dal meridione.
Sul fronte dello smart working, le intenzioni della maggioranza sono di limitare la mobilità dei lavoratori per far respirare soprattutto le grandi città. Intanto, nel Decreto lavoro, il governo ha prorogato fino al 31 dicembre il lavoro agile per il privato, per i fragili e chi ha figli sotto i 14 anni, e fino al 30 settembre nella pubblica amministrazione, ma solo per i lavoratori con patologie.
Tommaso Nutarelli