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Stati generali della Natalità, inverno demografico senza precedenti: tra 10 anni 11milioni di persone in meno e perdita per 500miliardi di Pil

redazione
Maggio12/ 2023

“Inverno demografico” è la locuzione chiave che pesa sulla terza edizione degli stati generali della natalità, un evento di due giorni – 11-12 maggio – in corso all’Auditorium della Conciliazione di Roma durante in quale l’Italia sta facendo i conti con la più pesante crisi della natalità dal secondo dopoguerra: il nuovo record di poche nascite (392.598 nascite nel 2022) e l’elevato numero di decessi (più di 700mila) aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. Un declino demografico avviatosi dal 2015 che è stato accentuato dagli effetti dell’epidemia Covid-19.

Per Giancarlo Blangiardo, ex presidente Istat, “La storia demografica italiana è cresciuta fino al 2014, ma oggi un grande Paese che comincia a perdere popolazione. Inoltre oggi abbiamo più morti che nati. Questa è la fotografia di oggi, ma la previsione per i prossimi anni è che i 59 milioni di oggi scendano a 48 milioni e quindi spariscono 11 milioni di persone. Avremo 800mila morti l’anno, a fronte di 300mila nascite. In più per questo perderemo 500 miliardi di Pil”.

“La coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni, creando un clima di fiducia. La struttura demografica italiana manifesta uno squilibrio che deve richiamare l’attenzione. Alle Istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità”. Così in un messaggio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Si tratta di una puntuale prescrizione della Costituzione che, all’art. 31, richiama la Repubblica ad agevolare ‘con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose’. “Proteggendo ‘la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo’ – prosegue il capo dello Stato – politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro, sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie. Il tema interpella in particolare i giovani, costretti, sovente, a rimandare il proposito di formare una famiglia in attesa di ‘tempi migliori’, posticipando l’esperienza della genitorialità fino, a volte, alla definitiva rinuncia”.

La crisi demografia impatta anche sulle scuole: il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un videomessaggio parla di “130mila studenti in meno. Dati alla mano, il quadro è effettivamente allarmante. Fra 10 anni, dagli odierni 7,4 milioni di studenti, dato 2021, nell’anno scolastico 2033/34 si scenderà a poco più di 6 milioni, a ondate di 110/120mila ragazzi in meno ogni anno. Se a ciò aggiungiamo il fenomeno cosiddetto della fuga dei cervelli, risulta purtroppo piuttosto credibile che se l’andamento demografico rimanesse quello attuale, fra 30 anni saremo 5 milioni in meno e fra questi avremo perso 2 milioni di giovani”, ha aggiunto. “Di conseguenza, l’organico docente, che è una variabile dipendente degli studenti, rischierebbe di passare dalle attuali oltre 684mila cattedre a circa 558mila nel 2033/34. Con una riduzione di 10/12mila posti di lavoro ogni anno, ma dobbiamo dare risposte su questo tema”.

Per la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, “i fattori che mettono a rischio la natalità riguardano le pari opportunità. Noi vogliamo agire attraverso tutti i provvedimenti per sostenere il lavoro femminile, la conciliazione vita-lavoro, quindi creare un ambiente di lavoro favorevole alla maternità e paternità e ovviamente sostenere la famiglia attraverso tutti i provvedimenti considerando come fondamentale il criterio dei figli”.

“Stiamo intervenendo sui trasferimenti diretti attraverso l’aumento dell’assegno unico che abbiamo aumentato in modo sensibile, del 50% e per le famiglie numerose, dal quarto figlio in poi con una maggiorazione forfettaria strutturale. Poi, attraverso il provvedimento che ha sostituito il reddito di cittadinanza che non era strutturato sui figli e invece oggi è molto mirato ad aiutare le famiglie con i figli, contrastando la povertà infantile”. Quanto ai congedi parentali “li abbiamo incrementati fin dalla prima legge di bilancio. Sono per uomini e per donne. I padri sono fondamentali nell’accompagnare la maternità, perché oggi le dimissioni le danno le donne e i congedi li prendono ancora in stragrande maggioranza le donne. Quindi è lì che dobbiamo agire”.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, riprende il tema dell’assegno unico rivendicando l’impegno del suo partito per sostenere la misura: “Quella strada va rafforzata incrementando le dotazioni di questo strumento. È una misura che si è rivolta sia ai lavoratori autonomi che a quelli dipendenti. Un contributo robusto che per alcune famiglie ha dato un incremento significativo di risorse e che solo l’anno scorso ha avuto un aumento di risorse del 50 per cento. Quella misura va a sostenere anche l’occupazione femminile. Credo sia una misura su cui unire i nostri sforzi”

Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, torna sulla rimodulazione della tassazione per le famiglie proposta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non solo in base al reddito ma anche alla composizione familiare: “È uno degli obiettivi che ci siamo proposti. Ho appena sentito Giancarlo (Giorgetti, ndr.) ed è uno dei temi che gli sta particolarmente a cuore. Se riteniamo che l’emergenza culle vuote sia nazionale, senza colore politico, allora una detrazione di 10mila euro per ogni figlio spero che metta d’accordo tutti”.

e.m.

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