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Stellantis, Fim Cisl: nel I trimestre produzione in crescita del 4,8%

redazione
Aprile07/ 2023

Questa mattina è stato presentato in conferenza stampa a Torino il report della Fim-Cisl sui risultati produttivi del Gruppo Stellantis. Secondo quanto emerso, nei primi tre mesi del 2023 la produzione registra un’inversione di tendenza rispetto allo stesso trimestre del 2022. Nel periodo gennaio-marzo sono infatti state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 188.910 unità contro le 180.174 dell’anno precedente, con una crescita del 4,8%.
La produzione di auto segna un +11,9% pari a 138.210 unità, mentre quello relativo ai veicoli commerciali un calo del 10,6% in termini di volumi pari a circa 6mila unità. Una riduzione dovuta allo stop produttivo per la mancanza di materiali. Mentre per le auto si riscontra una crescita di quasi 2mila unità (+1,4%), sono le produzioni dei veicoli commerciali (-29%) a trascinare in negativo la produzione complessiva. Lo stop produttivo di circa 35 turni per mancanza di materiali ha impattato negativamente sulle produzioni dello stabilimento di Atessa.

I poli produttivo di Torino e Pomigliano d’Arco (Na) sono le realtà che hanno la crescita maggiore in termini di volumi, grazie alla 500 elettrica e Alfa Romeo Tonale. Anche lo stabilimento di Cassino, con la partenza delle produzioni di Maserati Grecale, sta determinando un contributo importante in termini di volumi.
Per la Fim “è fondamentale il rafforzamento delle produzioni Maserati, la partenza produttiva su una nuova piattaforma, delle due nuove Maserati Gran Turismo e Gran Cabrio, per le quali ci aspettiamo le versioni Folgore full elettric nel corso del 2023”. Secondo i piani del gruppo a seguire dal 2024 ed entro il 2025, si procederà all’ammodernamento dei modelli berlina E/E+ e Levante nelle loro versioni full electric.

L’obiettivo previsto dal gruppo Stellantis nel piano “Dare Foward 2030” è di incrementare di tre volte il peso delle nuove auto nei segmenti dei veicoli premium e di lusso, con un aumento dei ricavi di quattro volte e della redditività di cinque volte. L’aspettativa della Fim è di avere una ripercussione di volumi e di occupazione. Il piano “Dare Foward 2030” deve essere “costantemente verificato” in funzione del contesto e dei cambiamenti che possono influenzare le strategie nel settore. Una verifica che deve essere fatta attraverso un “confronto continuo tra sindacato e azienda” e anche con incontri istituzionali”. Lo ha sottolineato il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, nel corso della conferenza stampa. “Per ogni realtà è necessario garantire una prospettiva industriale e occupazionale, assumendo l’obiettivo di non chiudere gli stabilimenti, ma di trasformarli tecnologicamente con soluzioni concrete”, ha detto. “È indispensabile verificare nel corso dell’anno l’eventuale sviluppo rispetto al futuro che per noi deve sempre garantire prospettive industriali e occupazionali positive – ha aggiunto Uliano – è importante che il Governo verifichi e ottenga garanzie precise con Stellantis circa le strategie del gruppo verso le aziende dell’indotto del nostro Paese”.

Infine un affondo al governo: a cinque mesi dall’insediamento “non c’è ancora stato alcun fatto concreto per il settore automotive”, denuncia il sindacato, che sollecita il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a convocare un tavolo di confronto per definire le linee di intervento per i finanziamenti dell’industria dell’auto. “A tutt’oggi non si è provveduto a utilizzare le risorse stanziate nel fondo specifico dell’automotive per favorire la reindustrializzazione e la trasformazione del settore – ha aggiunto Uliano -, si stanno finanziando unicamente gli incentivi alla domanda. L’abbiamo ribadito più volte che non devono sottrarre risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni. Il fondo stanziato era di circa 8 miliardi di euro in otto anni, utilizzato per poco più di un miliardo solo per incentivare l’acquisto delle auto”.

Secondo la Fim “il Governo deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale attivabile immediatamente, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza”.Uliano ha aggiunto che “non bisogna perdere tempo, la situazione di criticità e di forte trasformazione che sta attraversando il settore automotive nel suo complesso e le ripercussioni negative che gravano sull’indotto, emergono in tutta la loro drammaticità dalle numerose situazioni di crisi”.

e.m.

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