Jeep avvia nello stabilimento di Melfi la produzione della Nuova Compass, la terza generazione del Suv globale di Jeep, brand del gruppo Stellantis.
“Oggi per Melfi è una giornata di festa – ha commentato Antonella Bruno, managing director di Stellantis Italia -. Questo impianto, con i suoi oltre 30 anni di storia e 8,3 milioni di vetture prodotte ad oggi, gioca un ruolo di primo piano per le nostre attività italiane. Un pensiero sottolineato anche dal nostro Amministratore Delegato, Antonio Filosa, che, proprio in questo impianto, pochi giorni fa, ha ricordato che Melfi ha un futuro brillante nella presenza industriale globale del Gruppo e di essere stato colpito dal livello di professionalità e dal profondo orgoglio e impegno che ha visto negli occhi di tutti i colleghi e le colleghe. Parole, quelle di Filosa, che oggi, con l’avvio della produzione della nuova Jeep Compass, fanno toccare con mano che quello che avevamo promesso in questo impianto lo abbiamo realizzato”.
“Ma non solo – ha proseguito Bruno -. Non più tardi di pochi mesi fa, qui, a Melfi, è uscita dalle linee produttive la nuova DS N°8 e nel prossimo anno arriveranno anche un nuovo modello DS e la nuova Lancia Gamma. Modelli che appartengono al segmento CSUV, il più importante segmento in Europa, che oggi in rappresenta il 25% delle vendite totali. Sono modelli su cui contiamo molto e che garantiranno un futuro importante allo stabilimento”.
Lo stabilimento Stellantis di Melfi vanta una solida tradizione Jeep. Nel 2014, infatti, Melfi è diventato il primo sito di produzione Jeep al di fuori del Nord America, producendo inizialmente la Renegade e successivamente la Compass, comprese le pionieristiche versioni ibride plug-in 4xe. Da allora, oltre 2,3 milioni di veicoli Jeep sono usciti dalle sue linee. Grazie a una linea di assemblaggio ultra-flessibile, l’impianto è capace di adattarsi in tempo reale alla domanda del mercato, adeguando il mix di veicoli prodotti, fino al 100% BEV se necessario. Il complesso si estende su 1,9 milioni di metri quadrati e impiega più di 4.600 persone, con una media di anzianità di impiego che supera i vent’anni.
“Se oggi possiamo contare su un recupero dei volumi produttivi di Stellantis per il 2026, con il lancio della 500 ibrida e della Jeep Compass nelle versioni ibrida ed elettrica, è il frutto diretto dell’azione sindacale che abbiamo messo in campo nel corso del 2024”, punge il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, intervenendo oggi al Consiglio Generale della FIM Lazio, a Frosinone.
Uliano ha ricordato con fermezza che è stato il sindacato, attraverso un lavoro costante di pressione ai tavoli con Stellantis e con il MIMIT, sostenuto anche da iniziative di sciopero e mobilitazioni, a conseguire il cambiamento di rotta. “Adesso è indispensabile che Governo e istituzioni europee intervengano per modificare il quadro normativo e dare respiro a una transizione giusta, sostenibile sul piano ambientale, produttivo e sociale. Servono certezze sia per i produttori che per i consumatori: deve essere chiaro che si potrà continuare a produrre e acquistare motorizzazioni ibride senza il rischio di sanzioni o limitazioni assurde.”
Il leader della FIM-CISL, concludendo, ha precisato: “Ora ci aspettiamo investimenti adeguati, nuovi modelli e una missione chiara per tutti gli stabilimenti italiani, a partire da quelli più esposti come Cassino e Termoli. La transizione deve essere un’opportunità per il lavoro e per l’industria, non un percorso di riduzione e abbandono.”
Positiva anche la reazione di Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, avvertendo tuttavia che la notizia ancora non risponde in maniera definitiva alle richieste avanzate dal sindacato nel corso degli ultimi mesi “per dare risposte concrete ad un territorio che vive da anni una profonda crisi che coinvolge oltre al sito anche tutto l’indotto. La nuova Jeep Compass da sola non può certamente garantire la saturazione degli impianti con il relativo rientro di tutte le maestranze in fabbrica e la definitiva uscita dagli ammortizzatori sociali”.
Come ribadito all’ad Antonio Filosa durante l’incontro del 20 ottobre scorso a Torino, “è necessario un radicale cambio di strategia di Stellantis nel nostro Paese. Servono investimenti in ricerca e sviluppo, è necessaria l’assegnazione per i siti italiani di modelli mass-market e prevedere una rigenerazione dell’occupazione attualmente in forza. Siamo consapevoli che le sfide che abbiamo davanti non sono solo di livello nazionale ma hanno una dimensione europea”.
“Il Governo Italiano non può limitarsi agli incentivi all’acquisto, che non determinano nessun beneficio alle produzioni negli stabilimenti italiani, ed è necessario che l’Europa mantenga l’impegno verso una giusta transizione, garantendo gli strumenti economici per l’innovazione tecnologica e soprattutto per la tenuta sociale e occupazionale”.
Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale e responsabile del settore automotive “al pari degli stabilimenti, rimane centrale e fondamentale la garanzia dell’indotto che occupa migliaia di lavoratori e che è il più colpito in questa fase. Ci aspettiamo che Filosa traduca in fatti concreti gli impegni che si è assunto nell’ultimo incontro a Torino”.
“Infine chiediamo che venga fatta definitivamente chiarezza della normativa europea, puntando sulla neutralità tecnologia e la libertà di scelta dei consumatori sulla tipologia di auto e motorizzazioni da acquistare – concludono -. Da Melfi arriva un primo segnale di ripartenza ma è necessaria una seria politica industriale nazionale ed europea, nell’interesse esclusivo dei lavoratori e dell’indipendenza politica per rilanciare un settore strategico, e il lancio di nuovi modelli e motorizzazioni nei siti italiani da parte di Stellantis. Noi saremo vigili e verificheremo se gli impegni saranno rispettati”.



























