Alan B. Krueger, consigliere di Obama e prima ancora di Bill Clinton, di cui e’ stato capo economista al dipartimento del Lavoro, e’ morto sabato scorso a 58 anni nella sua casa di Princeton, la cittadina del New Jersey dove ha sede la prestigiosa unversita’ presso la quale era docente stimatissimo e amato da trent’anni. La causa della morte, suicidio, e’ stata diffusa dalla sua famiglia.
Krueger è stato assistente del segretario del Tesoro dal 2009 al 2010, all’inizio dell’amministrazione Obama, e ha svolto un ruolo chiave nel portare gli Usa fuori dalla grande crisi scoppiata con il fallimento di Lehman Brothers. In seguito, Obama lo ha nominato presidente del Council of Economic Advisers, incarico che ha ricoperto dal 2011 al 2013, portando in primo piano gli studi sulle diseguaglianze con uno studio, chiamato ”La Grande curva di Gatsby”, col quale rese popolare l’idea che i paesi con maggiori disuguaglianze avessero una minore mobilità economica di generazione in generazione .In Italia lo conosciamo soprattutto per i suoi interventi al Festival dell’Economia di Trento, la manifestazione promossa dalla casa editrice Laterza, dove Krueger e’ stato spesso ospite, e sempre molto apprezzato: per la brillantezza dei suoi studi ma anche per la chiarezza e la semplicita’ sorridente con cui sapeva esporli, conquistando i pubblici piu’ diversi, anche dei non addetti ai lavori, e per la rara cortesia dei modi.
Kruger, non a caso, viene ricordato dai tanti che lo hanno conosciuto come un intellettuale generoso, versatile, dotato di grande sensibilità ed empatia umana. “Forse in questa grande sensibilità – scrive Tito Boeri sul sito lavoce.info – c’è la ragione di un gesto che proprio non riusciamo a capire. Era un grande uomo oltre che un grande economista. Ci mancherà tantissimo, come collega e come amico”.
Economista del lavoro di grandissimo livello, tra i piu’ significativi degli ultimi decenni, Krueger faceva parte di una nuova ondata di studiosi che hanno spinto l’economia fuori dal recinto della pura teoria verso una mentalità più empirica, con una attenzione costante ai temi che toccavano la ”carne viva” delle persone, del mondo del lavoro. E’ stato uno dei primi ”esploratori” della Gig economy, ha studiato gli effetti della disoccupazione di lunga durata sulla scia della recessione e di come l’ epidemia di oppioidi abbia spinto alcuni lavoratori, in particolare uomini, fuori dalla forza lavoro. Tutto era spunto di curiosita’ per poi avviare studi a sfondo economico: dal terrorismo, di cui Krueger dimostro’ la mancanza di qualunque rapporto con la poverta’ (studio presentato proprio al festival di Trento) fino all’aumento dei prezzi dei biglietti ai concerti rock, tema al quale e’ dedicato anche il suo ultimo saggio.





























