Tutto si può spiegare, ma non tutto è giustificabile. Per esempio non lo è il capo della Lega Matteo Salvini che dimostra per l’ennesima volta la più spietata disumanità quando parla di Ilaria Salis. Una donna detenuta da un anno in Ungheria, dentro una minuscola cella, in condizioni pietose, senza poter indossare abiti puliti per mesi e mesi, senza che le fossero forniti assorbenti, senza poter parlare con i suoi avvocati, tanto meno con i suoi familiari, senza neanche poter leggere il referto dell’analisi che aveva fatto per un nodulo al seno… E costretta a comparire in tribunale ammanettata mani e piedi, legata a un guinzaglio tenuto da una guardia carceraria. Se questa è una donna, avrebbe scritto Primo Levi.
Ecco, di fronte a questa situazione, che ovviamente indigna la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, Salvini non trova niente di meglio da dire se non che Ilaria Salis è un’estremista e che quindi non può fare la maestra d’asilo, e che era già stata imputata per un assalto a un gazebo della Lega nel 2017, dimenticandosi però che lei era stata assolta per non aver commesso il fatto. Verrebbe da stendere un pietoso velo, ma non si può perché Salvini è un ministro della nostra repubblica, nonché vicepremier: e allora si fa giustamente notare– come ha fatto la leader del Pd Elly Schlein – che lui è stato condannato anni fa per una protesta contro D’Alema e che, quindi, se Salis, che non è stata mai condannata non può fare le maestra, tanto meno lui può fare il ministro.
Purtroppo però lui resterà al suo posto e continuerà a sparare bordate contro i più deboli, a condizione ovviamente che siano di sinistra, oppure immigrati, oppure “drogati”, presunti spacciatori e via elencando. Lo fa per due ragioni, la prima è che crede in quello che dice. La seconda è totalmente strumentale: vuole, fortissimamente vuole, mettere più bastoni possibili tra le ruote di Giorgia Meloni. Il suo obiettivo, al momento, non è far cadere il governo, ma mettere in difficoltà la premier cercando di toglierle voti alle elezioni europee e amministrative di giugno. Salvini ha bisogno di recuperare consensi, deve assolutamente tentare di arrivare al 10 per cento mentre oggi si aggira intorno all’otto, altrimenti potrebbe anche rischiare di essere spodestato dal “trono” su cui attualmente siede e pontifica. E per raggiungere questo obiettivo non guarda in faccia a nessuno, come si dice in guerra e in amore tutto è lecito, e qui di amore non ne vediamo neanche l’ombra.
Dunque possiamo tranquillamente prevedere che fino a giugno non ci sarà tregua, Salvini addenterà qualsiasi osso gli capiti in bocca, guadagnando così titoli sui giornali e spazi nelle televisioni, e non importa se quello che dirà saranno cose scandalose per la stragrande maggioranza degli italiani, l’importante per lui è raggiungere quegli elettori di estrema destra che magari si sentono delusi dalla realpolitik di Meloni.
La quale non a caso si sta muovendo con molta prudenza, in patria e in Europa. Ha bisogno di accreditarsi sempre di più nelle cancellerie europee e per far questo sa bene che non può buttarsi troppo a destra, non può usare il linguaggio e i contenuti del suo “alleato”, anche se magari li condivide. Deve insomma fingere di essere un’altra Meloni rispetto alla scatenata leader della destra estrema, che diceva le stesse cose che dice oggi Salvini. Quale delle due strategie pagherà di più, nelle urne? Quella becera del leader leghista o quella più moderata della premier? Ovviamente lo scopriremo solo a giugno, nel frattempo possiamo solo notare che l’abito fa il monaco, ed è molto più appropriato il vestito che si è messo oggi la premier di quello che continua a indossare Salvini. Anche se non siamo affatto sicuri che il nuovo look di Giorgia non nasconda la solita testa, pronta a fare capolino alla prima occasione.
Riccardo Barenghi