Almeno 400 mila posti di lavoro sono stati perduti dall’industria manifatturiera americana a causa del crollo delle esportazioni provocato soprattutto dal ”superdollaro”: lo sostiene il presidente della Nam, l’Associazione nazionale delle industrie manifatturiere degli Stati Uniti. Jerry Jasinowski, il presidente della Nam, spiega: ”Le esportazioni americane di manufatti sono scese di 115 miliardi di dollari, oltre 130 miliardi di euro, nell’ultimo anno e mezzo, il calo più forte mai registrato nella storia americana. Il calo è stato così forte da rappresentare un terzo del totale delle perdite dell’industria dopo l’inizio della recessione, e un terzo dei posti di lavoro persi”. Commentando i risultati di uno studio della Nam, Jasinowski afferma: ”È ora di smetterla di considerare il dollaro come un qualsiasi valore finanziario, e di riconoscere che il valore del dollaro ha un effetto enorme sull’economia reale. Il costo della politica del dollaro attuale è divenuto troppo alto: troppi lavoratori sono senza lavoro perchè il dollaro è sopravvalutato e troppe aziende stanno riducendo la produzione o pensando di trasferirsi altrove. E, inoltre, la mancanza di azione sulla sopravvalutazione del dollaro potrebbe sfociare in un aumento del protezionismo, come negli Anni Ottanta”. Lo studio della Nam e l’appello di Jasinowski sembrano entrambi finalizzati a ottenere un intervento dell’ Amministrazione federale, che fino ad ora si è rifiutata d’intervenire sul valore del dollaro, sostenendo che tocca ai mercati determinarne il valore. Lo studio indica inoltre che il dollaro s’è apprezzato del 30% in media sulle altre monete dal 1997 a oggi. Per Jasinowski ”è come mettere un dazio del 30% sull’export americano e facilitare l’import”. L’impatto del ”super-dollaro” è stato particolarmente avvertito in settori industriali come l’auto, il tessile, la carta. ”Le industrie orientate all’export rappresentano solo il 7% della forza lavoro americana, ma sono all’origine dei due terzi dell’aumento della disoccupazione provocato dalla recessione in atto”. Preoccupati anche dall’ipotesi di ulteriori svalutazioni dello yen giapponese, gli industriali americani s’aspettano che l’Amministrazione repubblicana di George W. Bush ”prenda in considerazione azioni per restaurare l’equilibrio dei valori tra il dollaro e le altre maggiori valute”.
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