Questa mattina il presidente di Ilva Bruno Ferrante ha depositato presso la cancelleria del tribunale del Riesame di Taranto la rinuncia al ricorso presentato nei giorni scorsi con cui si chiedeva la revoca del sequestro del prodotto finito e semi-lavorato posto sotto sigilli lo scorso 26 novembre.
La revoca del sequestro aveva già incassato il no del gip Patrizia Todisco (che ha firmato l’ordinanza di sequestro) e della procura ionica che ritiene l’acciaio prodotto dal 26 luglio al 3 dicembre, provento di reato in quanto in quel periodo gli impianti dell’area a caldo del siderurgico erano sotto sequestro senza facoltà d’uso e senza autorizzazione alla produzione.
Ilva rinuncia al ricorso dal momento che il governo ha aggiunto un emendamento che consente la vendita del prodotto sequestrato nel decreto legge 207, approvato oggi alla Camera. Sulle banchine del porto sono stoccate circa 1,7 milioni di tonnellate di acciaio del valore approssimativo di un miliardo di euro.
Ieri rivolgendosi agli operai nel discorso di fine anno, il presidente Ferrante ha puntato il dito contro la magistratura, accusata di volere solo la chiusura dello stabilimento e di non avere dimostrato equilibrio e serenità in alcune scelte. “Perché un’azienda che non può vendere il suo prodotto – ha spiegato ai dipendenti ieri Ferrante – non ha vita e non può pagare gli stipendi ai propri lavoratori”. (LF)
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu