Si è riunito, dopo la sollecitazione di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, il Tavolo tecnico interministeriale contro lo sfruttamento in agricoltura al quale hanno partecipato i ministri Calderone, Lollobrigida e Piantedosi. Presenti anche il Commissario straordinario per il superamento dei gli insediamenti abusivi Falco e i rappresentanti di organizzazioni datoriali, di Inps, forze dell’ordine, Ispettorato del lavoro, Agea. L’ultima riunione del Tavolo risale ad un anno fa, dopo l’uccisione di Satnam Singh nell’Agro Pontino.
“Era importante fare il punto sulle misure annunciate nella precedente convocazione, per valutarne la reale applicazione e l’efficacia. Riteniamo positivi i primi passi in avanti nell’applicazione della condizionalità sociale della Pac e l’annuncio dei primi tentativi di utilizzo incrociato dei dati degli organi preposti ai controlli, ma non possiamo non denunciare che le ispezioni siano ancora insufficienti e che siano ancora da completare le convenzioni necessarie per permettere ad Agea di verificare che i fondi europei non siano erogati a chi non rispetta le norme relative alle condizioni di lavoro», dichiara il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni.
“Abbiamo appreso poi – prosegue Mininni – che non sono stati definiti i criteri per l’istituzione della Banca dati degli appalti in agricoltura, annunciata oltre un anno fa e che saranno oggetto di un nuovo incontro con le parti sociali a settembre, chiediamo dunque che si arrivi celermente a rendere operativo questo strumento, così come sollecitiamo l’insediamento e l’operatività in tutte le province delle Sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. È infatti quello il luogo deputato a definire, anche attraverso convenzioni predisposte dalla Cabina di regia nazionale con Enti bilaterali agricoli ed altre realtà previste dalla legge 199, strategie per sostenere i Centri per l’impiego nell’intermediazione del lavoro, per coordinare interventi su trasporti, alloggi e prevenzione dello sfruttamento. Per fare ciò servono nuove leggi”.
“Rispetto al tema degli alloggi, registriamo dal Commissario Falco che al momento saranno spesi solo 24 milioni di euro dei 200 stanziati dal Pnrr per il superamento dei ghetti, che finanzieranno 11 progetti per un totale di 700 posti letto – commenta ancora il segretario generale -. Inoltre Falco ci ha comunicato che col decreto Caivano bis saranno messi in campo altri progetti per un totale di ulteriori 500 posti letto. Pur riconoscendo il notevole sforzo messo in campo dal Commissario, chiamato un anno fa al non facile compito di trovare soluzioni che rendessero attuabili i 37 progetti previsti, riteniamo inaccettabile che si possa perdere un’occasione unica come quella concessa dal Pnrr, lasciando sopravvivere in condizioni vergognose migliaia di lavoratori e lavoratrici agricole nei ghetti in tutto il Paese, come in quelli di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci nel Foggiano. La responsabilità di questo ritardo è pienamente del governo, che ha fatto trascorrere troppo tempo prima di affrontare il tema. La proposta che è stata avanzata di affidare alle aziende agricole una parte delle risorse, affinché si occupino di realizzare posti letto per lavoratori agricoli, per quanto possa essere utile non risolverà comunque il problema degli insediamenti informali, obiettivo dell’intervento del Pnrr”.
“Per quanto riguarda infine le politiche migratorie – chiosa Mininni -, nonostante i passi avanti fatti in tema di accesso all’assegno di inclusione per chi denuncia sfruttamento, la possibilità introdotta dal dl 145 di trasformare i permessi stagionali in permessi per lavoro subordinato e l’importante introduzione dei permessi speciali per sfruttamento previsti dal Testo unico sull’immigrazione, riteniamo inaccettabile che si chiudano gli occhi davanti alle migliaia di persone che, vittime delle maglie dei decreti Flussi, si trovano a vivere qui e a lavorare loro malgrado in condizioni di irregolarità e di invisibilità, in balia di criminali e sfruttatori; non è rinviabile un intervento in tal senso se vogliamo davvero togliere spazio all’azione dei caporali e alle aziende che competono illegalmente sfruttamento il lavoro”.
“Dal lungo confronto con i ministri del Lavoro, dell’Agricoltura e dell’Interno, è emerso l’effettivo avvio da parte del Governo di diverse misure contro il caporalato, come la realizzazione con un prossimo decreto attuativo della banca dati degli appalti e l’utilizzo del nuovo sistema informativo, che in fase sperimentale sta già orientando le fasi ispettive verso controlli più mirati ed efficienti, così come il raddoppio delle aziende iscritte alla rete del lavoro agricolo di qualità, l’effettivo riconoscimento dell’assegno di inclusione per chi denuncia lo sfruttamento, nonché il recupero dei fondi Pac in casi di caporalato attraverso il coinvolgimento di Agea e il protocollo firmato con Inps e Inl”. Lo afferma in una nota il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, commentando il Tavolo contro il caporalato riunito ieri sera presso il ministero del Lavoro.
“Rimangono da superare però – ammonisce il sindacalista – almeno due nodi fondamentali: il primo riguarda le politiche migratorie, perché accanto alle misure contro gli abusi del decreto flussi, che abbiamo apprezzato, rimane da attuare un’emersione mirata degli oltre 200mila lavoratori stranieri entrati regolarmente ma divenuti irregolari e attualmente sfruttati nell’economia sommersa, una misura che sarebbe fortemente condivisa anche dal mondo delle imprese. Il secondo nodo riguarda i 200 milioni del Pnrr stanziati per il superamento dei ghetti: un progetto partito male, come avevamo a suo tempo più volte denunciato, anche per l’approssimativa selezione dei comuni destinatari e per la totale impreparazione degli stessi a gestire tali risorse, e che oggi si trova a fare i conti con l’approvazione di progetti idonei per soli 700 posti letto che a breve diverranno 1200. Su questo punto è apprezzabile lo sforzo del Commissario Falco per non perdere i fondi, data la scadenza di giugno 2026, dirottandoli verso progetti più sostenibili per ottenere alloggi all’interno delle aziende, ma non risolve il grande problema delle baraccopoli, luoghi dove è negata quotidianamente la dignità delle persone e dove mancano i più elementari standard di tutela igienico sanitaria e di convivenza civile”.
“Ringraziamo dunque i ministri Calderone, Lollobrigida e Piantedosi per la disponibilità all’ascolto e per aver messo a terra diverse proposte che avevamo avanzato un anno fa al Tavolo stesso, subito dopo la tragica morte di Satnam Singh a Latina – conclude Rota – ma sarà determinante nei prossimi mesi proseguire il confronto con un cronoprogramma fattivo, che renda conto non solo dei buoni risultati ottenuti in termini repressivi ma anche di quanto realizzato per prevenire lo sfruttamento, per favorire una reale inclusione dei migranti e per valorizzare il lavoro agricolo in tutti i suoi aspetti”.
“Riteniamo importante e positivo l’incontro che sì è con i Ministri Calderone Lollobrigida e Piantedosi, e al quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole, dell’Inps, delle Forze dell’ordine, dell’ispettorato del Lavoro e di Agea. Una riunione fortemente richiesta da Fai Flai e Uila in quanto era necessario, ad un anno dall’ultima convocazione del tavolo, verificare congiuntamente lo stato di attuazione delle iniziative assunte per il contrasto allo sfruttamento ed al caporalato. In questo senso, nell’incontro, abbiamo avuto riscontri importanti sull’efficacia delle norme introdotte e sulle misure in atto proseguendo così un confronto imprescindibile per portare risultati concreti per i lavoratori del settore. L’incontro di ieri rappresenta un segnale di avanzamento ed anche se molto resta ancora da fare, abbiamo verificato la volontà del Governo di proseguire sulla strada della concretezza per contribuire a rendere più trasparente ed efficiente il mercato del lavoro agricolo”. Lo dichiara la Segretaria Generale della Uila Enrica Mammucari.
“Ai tre ministri abbiamo chiesto conto innanzitutto delle due importanti misure che già un anno fa avevamo apprezzato, contenute nel Dl agricoltura, che prevedevano il sistema unico dei controlli e la banca dati degli appalti, norme, a nostro avviso, determinanti per garantire controlli più mirati e coordinati da parte degli organi ispettivi e rendere, d’altra parte, sempre più verificabile la genuinità degli appalti dietro ai quali troppo spesso si celano le imprese senza terra, forme di caporalato travestite in nuove vesti pseudo legali. Relativamente a quest’ultimo tema, ci è stato assicurato che è in lavorazione una bozza di decreto per rendere pienamente operativa la norma e che, a settembre, le organizzazioni sindacali verranno convocate nuovamente per un confronto in merito, mentre, per quanto concerne il sistema unico dei controlli, abbiamo avuto la conferma che il raddoppio delle ispezioni si è basato anche su un sempre maggiore incrocio dei dati finalizzato ad orientare in maniera efficace i controlli. A tal riguardo abbiamo ribadito la necessità di continuare ad aumentare il numero degli ispettori, investire nella loro formazione e di proseguire nell’incremento dei controlli.” Afferma la Segretaria Generale della Uila.
“Abbiamo sottolineato, poi, il ruolo di capofila che l’Italia ha in Europa relativamente alla condizionalità sociale, apprezzando i dati forniti che mostrano i primi passi in avanti rispetto alla sua applicazione. Tuttavia, sollecitiamo i ministeri competenti a completare al più presto le convenzioni necessarie per rendere sempre più efficace il lavoro dell’Agea con l’obiettivo di dare piena attuazione ad una misura che pone l’Italia all’avanguardia sul tema della legalità. In questo senso è positivo il coinvolgimento di Agea, e il protocollo stipulato con l’Inps, per verificare la congruità dei dati complessivi a disposizione, in modo da poter individuare in modo più mirato le aziende che rispettano e applicano i contratti e la loro regolarità contributiva.”
La Uila, assieme alle organizzazioni professionali agricole, ha rimarcato la strategicità della bilateralità nelle azioni a contrasto dello sfruttamento in agricoltura sottolineando l’importante apporto, in sinergia con il pubblico, che gli enti possono dare. A questo proposito, è necessario dare immediata operatività alle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità con il coinvolgimento degli enti bilaterali territoriali che, oltre a possedere l’anagrafica dei lavoratori e delle aziende che applicano i contratti, potrebbero contribuire a facilitare e rendere più efficace e trasparente l’incontro tra domanda/offerta di lavoro intervenendo anche nei temi fondamentali dei trasporti e degli alloggi dei braccianti. Su questo argomento così centrale, la Uila pur avendo apprezzato il quadro fornito dal Commissario Straordinario Falco e, nonostante siano stati impegnati 34 milioni di euro e creati 1200 posti per gli alloggi, ritiene che vada “fatto uno sforzo maggiore, impiegando tutti i 200 milioni di euro allocati al fine di cercare di superare gli insediamenti abusivi, anche attraverso un coinvolgimento diretto dei datori di lavoro nell’assicurare alla generalità dei lavoratori la possibilità di avere un alloggio.”
Infine, rispetto agli ingressi stagionali con i decreti flussi la Uila ha apprezzato il passaggio alla triennalità nella programmazione, così come la riflessione aperta sull’eventuale superamento del meccanismo del Click Day rimarcando che “vanno individuati percorsi di stabilizzazione che permettano di dare risposte chiare a tutti quei lavoratori entrati regolarmente nel nostro paese con i precedenti decreti flussi e che rimasti in Italia sono andati ad ingrossare le file di quei lavoratori fantasma che continuano a lavorare nelle campagne. Abbiamo pertanto chiesto, anche con il sistema delle imprese, un impegno a garantire anche a questa ampia platea di lavoratori le medesime garanzie e possibilità messe in campo dalla Legge 145 per i lavoratori che entrano da oggi nel nostro paese.”