Lo scorso 24 ottobre è stata notificata alle organizzazioni sindacali la procedura ex art.47 per la cessione di Telecontact Contact Center S.p.A., azienda del Gruppo Tim ed interamentecontrollata da Tim. Il progetto societario ne prevede il conferimento, assieme ad un ramo di azienda di Gruppo Distribuzione, a una società di nuova costituzione interamente controllata da quest’ultima, denominata DNASrl, che si occuperebbe di attività di call center in appalto per diverse committenze, tra cui la stessa Tim, e dove confluirebbero le lavoratrici ed i lavoratori di Telecontact, uscendodi fatto dal Gruppo Tim.
La nuova società continuerebbe a utilizzare le competenze e le professionalitàdi Telecontact e Gruppo Distribuzione, affidando loro – da committente – il lavoroche già prima della cessione veniva svolto. Questo nella migliore delle ipotesi: inrealtà non si conoscono le condizioni e le garanzie per le persone checonfluirebbero in DNA.
Per il sindacato di categoria Slc Cgil, siamo alle solite: “dopo la sciagurata separazione della Rete dai Servizi di TIM e la contestuale fusione per incorporazione della rete in FiberCop per motivi squisitamente economico-finanziari, ancora una volta TIM specula sul futuro di migliaia di Lavoratrici e di Lavoratori, liberandosene per fare cassa. Telecontact è un’azienda controllata da Tim che da 25 anni si occupa della gestione della clientela dell’ex monopolista di stato ed ha sedi a Caltanissetta, Catanzaro, Napoli, Roma, L’Aquila, Milano, Ivrea, Aosta e conta, ad oggi, complessivamente 1591 lavoratrici e lavoratori.”
La SLC CGIL Roma e Lazio esprime forte preoccupazione per questa decisione e per le conseguenti ricadute occupazionali delle circa 360 lavoratrici e lavoratori della sede di Roma i quali, tra l’altro, dovrebbero essere trasferiti verso una sede localizzata in un quadrante cittadino opposto dall’attuale. “Ora più che mai si rende necessario il coinvolgimento del Governo e delle Istituzioni: che venga aperto un tavolo di confronto, urgente, al fine di trovare una soluzione per un’operazione “sbagliata” e senza un senso industriale, che indebolisce ulteriormente Tim, ora che l’ingresso di Postedoveva servire a rafforzare quello che rimanedell’ex monopolista.”
Immediatamente le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno aperto la procedura di raffreddamento che si è conclusa ieri 29 ottobre con esito negativo, a valle dell’incontro che si è svolto in sede aziendale. È stato chiesto con forza il ritiro della procedura di cessione di ramo d’azienda per scongiurare l’espulsione dal perimetro occupazionale dell’azienda leader nel settore delle Telecomunicazioni italianeed il conseguente transito delle lavoratrici e dei lavoratori in una società a responsabilità limitata, ma Tim ha ribadito la decisione di procedere.
“Nei prossimi giorni incontreremo in Assemblea le lavoratrici e lavoratori di Roma per determinare insieme quello che sarà il nostro percorso di lotta che non potrà non prevedere uno sciopero e una manifestazione con presidio.”





























