“La reazione dei mercati alla presentazione delle linee guida di Tim per il prossimo triennio non può non destare preoccupazione. Soprattutto se uno dei motivi sembra risiedere nella scarsa fiducia sulla gestione del debito”. Così Riccardo Saccone, Segretario nazionale di Slc-Cgil di fronte alle notizie odierne circa la maggiore azienda di Telecomunicazioni del Paese. “Verrebbe da chiedersi -prosegue il sindacalista- perché si sia deciso di distruggere l’ex monopolista proprio per risolvere l’insostenibilità della posizione debitoria se poi il debito rischia di continuare ad essere motivo di grande incognita sulla sostenibilità dell’azienda Tim, anche una volta privata della rete”.
“Viene da chiedersi anche se l’enorme massa di azioni che si è spostata ieri non sia anche il frutto della turbolenta situazione societaria-avverte ancora Saccone convinto che “quanto avvenuto ieri rischia di aggravare la già complessa situazione aziendale”.
“Ora è chiaramente il momento della responsabilità. Ma non può essere a senso unico. Ci aspettiamo la massima chiarezza da parte dell’azienda sulle tematiche della tutela del perimetro occupazionale. Ma ci aspettiamo anche un maggior coinvolgimento del Governo, che ha deciso lo spezzatino di Tim ed allo stato attuale è azionista con il 10 per cento con CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e che difficilmente può dirsi estraneo a quanto sta avvenendo. Sopratutto- sottolinea Saccone- alla gestione delle ricadute future”.
“Poco ci rassicura la dichiarata volontà aziendale di entrare nel mercato della vendita di energia -lamenta il sindacalista-, davvero non si sente il bisogno dell’ennesima filiale dell’emporio in cui stanno trasformando il mercato delle Tlc italiano”.
Da ultimo: “bene fa l’azienda quando rimarca ai mercati il proprio impegno sull’inclusione, la parità di genere e il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro -è
la valutazione del Segretario Slc-, un po’ meno bene quando minaccia di smontare buona parte dei provvedimenti presi nel tempo a favore di queste temi se non si dovesse raggiungere un accordo sull’ammortizzatore sociale”.
“Lo ripetiamo: è il tempo della responsabilità, della chiarezza ma -conclude Saccone- anche della serietà”
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