I sindacati del settore telecomunicazioni Slc-Cgil, Fistel-Cisle Uilcom-Uil hanno incontrato i rappresentanti di WindTre sul rinnovo de premio di risultato. Le tre federazioni riferiscono che l’azienda ha voluto sottoscrivere un’intesa solo per il 2023, che prevede un incremento dell’importo erogabile del 7%. “Il rifiuto a sottoscrivere un accordo pluriennale – dicono – ci ha messo ancora di più in allerta sulla credibilità del progetto di scorporo da un punto di vista industriale. Di fronte alla nostra contrarietà alla creazione di una netco di rete, in quanto fermamente convinti delle ricadute negative che porterà sia in termini di progetto industriale che di tenuta occupazionale, e di fronte alla convinzione di quanto il percorso sia ancora nebuloso e pieno di ostacoli, l’azienda ha risposto che procederà unilateralmente con una proposta che invierà nei prossimi giorni ai lavoratori”.
Nella proposta, sottolineano, “sarà indicato un importo, la cui entità al momento non è data sapere, che verrà erogato ai lavoratori che rinunceranno ad ogni impugnativa sul passaggio alla netco e verranno inoltre offerte tutele occupazionali, anche qui non specificate nel dettaglio. Non solo questa accettazione dovrà essere comunicata entro il 30 settembre 2023, cioè mesi prima rispetto a un ipotetico trasferimento di ramo d’azienda non ancora autorizzato, ma se non si raggiungerà un numero minimo di accettazioni non sarà riconosciuto alcun importo e non ci saranno garanzie occupazionali”.
Secondo i sindacati si tratta di “un sadico meccanismo, per cui se non venissero raggiunti gli obbiettivi numerici di accettazione prefissati, obiettivi non dichiarati al tavolo, il conferimento degli asset e dei lavoratori alla netco non avverrebbe totalmente entro il 2023, ma sarebbe realizzato in due tranche: da subito verrebbero trasferiti gli asset e un numero variabile tra i 200 e i 500 lavoratori, e dopo 18 mesi circa il restante personale”.
e.m.