La Grecia è stata usata come “una cavia dell’austerity negli ultimi anni. Dobbiamo ammettere che l’esperimento è fallito”. E’ quanto ha detto il premier greco Alexis Tsipras davanti all’Europarlamento. “I soldi dati alla Grecia non sono mai arrivati al popolo greco. I soldi sono stati usati per salvare le banche europee”.
“Io rispetto gli altri popoli che hanno dovuto seguire programmi di austerità”, ha sottolineato Tsipras, ricordando che altri Paesi europei hanno seguito programmi di austerità, “ma non così lunghi”.
“Non è esagerato dire che la mia patria è stata usata come una cavia. Ma questo esperimento non ha funzionato. Negli ultimi cinque anni la disoccupazione ha toccato lo zenit, la povertà lo stesso, così come la spaccatura sociale. Come anche il debito greco, che stava al 120% e oggi è al 180% – ha ricordato il premier – oggi la maggioranza del popolo ellenico, indipendentemente dalla nostre scelte, non ha un’altra scelta che uscire da questa impasse”.
“Vogliamo un accordo finale che ci porti fuori da questa impasse”, ha sottolineato Tsipras, sottolineando che la proposta che Atene sta per presentare all’eurogruppo e ai creditori internazionali “parla di cambiamenti sostenibili, pensando alla crescita”, prevede “una richiesta di coprire a medio termine i bisogni economici del Paese”, ma soprattutto “un programma di crescita vasto per uscire dalla crisi”.
“Il primo obiettivo è la lotta alla disoccupazione”, ha detto Tsipras, insistendo sulla volontà del suo governo di “avviare un dialogo serio sulla ristrutturazione del debito greco. Le nostre proposte mirano a cambiare il Paese, cosa che i precedenti governi non volevano fare”, ha continuato. “Le nostre priorità sono completamente diverse, per una crescita sostenuta. Siamo qui con il verdetto del popolo greco e la nostra volontà ad andare contro l’Europa, ma contro i cartelli che esistono nel nostro Paese e che hanno affondato il nostro Paese”.
“Io non sono tra quei politici che dice che quello che succede nel mio Paese è colpa degli stranieri”. ha sottolineato il premier greco, puntando invece il dito contro “i governi greci che, per tanti anni, hanno creato uno stato clientelare, hanno alimentato la corruzione tra la politica e l’impreditoria e hanno arricchito una certa fetta del Paese”. Tanto che oggi “il 10% del popolo detiene il 56% della ricchezza del Paese e questo 10% non ha veramente contribuito” alla soluzione della crisi.
Però, ha proseguito, nessuno dei meccanismi contenuti nei memorandum d’intesa con i creditori internazionali “ha affrontato il triangolo politica-banche-oligarchi”, nè “ha migliorato la macchina statale”. Le proposte che l’attuale governo greco “presenterà nel dettaglio nei prossimi giorni, parlano di veri cambiamenti, che gli altri governi non volevano realizzare nel Paese”.
E.G.






























