“Sotto questo sole bello pedalare sì, ma c’è da sudare, sotto questo sole rossi col fiatone e neanche da bere”. Il ritornello della famosa canzone di Francesco Baccini & Ladri di Biciclette potrebbe riassumere l’estate dei rider. Gli eventi atmosferici estremi, ormai sempre più frequenti, rappresentano una minaccia per chi lavora all’aperto. Agricoltura, edilizia, logistica i settori più esposti. Sono ormai tristemente celebri le immagini dei rider bolognesi che consegnavano il cibo mentre il capoluogo emiliano era sommerso da un’alluvione lo scorso ottobre. E anche quando la colonnina di mercurio punta verso l’alto non mancano i pericoli per la salute. In città sempre più roventi, Glovo ha promosso un bonus ai propri fattorini, che cresce con il salire delle temperature. Una prassi fortemente denunciata dalla Nidil, la categoria della Cgil che tutela i lavoratori atipici. Ne abbiamo discusso con la segretaria nazionale, Roberta Turi.
Segretaria a che livello sono i rapporti tra il sindacato e le piattaforme di food delivery?
Con Glovo, così come non Deliveroo, non ci sono accordi sindacali. Le piattaforme considerano i rider lavoratori autonomi o collaborazioni occasionali, se non si superano nell’anno i 5mila euro. Lavorano a cottimo, quando sono in pausa non guadagnano e non hanno una rete di ammortizzatori sociali. Sono prevalentemente migranti, che hanno necessità di sopravvivere e che fanno il rider non per scelta ma perché non riescono a entrare in altri cicli produttivi.
Provate ad avere un’interlocuzione?
Certamente, con Glovo e con tutte le altre piattaforme. Abbiamo sempre fatto presente che considerare questi lavoratori come autonomi è un’impostazione sbagliata. Le piattaforme devono assumersi le proprie responsabilità anche in materia di salute e sicurezza, fornendo i dispositivi di protezione individuali, acqua, sali minerali e crema solare quando le temperature sono alte.
Per tutelare i rider dal caldo si è mossa anche la magistratura.
Con l’ordinanza del 18 agosto 2022 la Sezione del Lavoro del tribunale di Palermo ha dato alle piattaforme di food delivery il compito di provvedere alla tutela della salute e della sicurezza dei rider e, nello specifico, di fornire tutti i dispositivi per proteggersi dal caldo. Il tribunale ha di fatto riconosciuto la natura subordinata del rapporto di lavoro.
Sui l’emergenza caldo Glovo e le altre piattaforme come si stanno muovendo?
Abbiamo avviato un confronto con Glovo per sensibilizzare la piattaforma sull’emergenza caldo affinché informasse e formasse i rider sui rischi connessi e fornisse ai fattorini i dispositivi di protezione individuale. Non essendo presente in tutte le città Glovo ci ha chiesto a noi di distribuire acqua e sali minerali, scaricando sul sindacato un onere che sarebbe loro. Inoltre le indicazioni che le piattaforme fornisco in merito ai pericoli legati allo shock termico sono molto generiche e non tengono conto delle previsioni dalla piattaforma Worklimate, che invece sono estremamente dettagliate e puntuali, così come delle misure presenti nelle ordinanze regionali.
Il Piemonte è stata la prima regione a estendere ai fattorini l’ordinanza contro il caldo. Cosa ne pensa?
L’ordinanza della Regione Piemonte nasce grazie anche a una forte sollecitazione della Nidil regionale. Ovviamente quando la politica pone attenzione a questi lavoratori per noi è un risultato positivo. Quello che, tuttavia, l’ordinanza non affronta è il tema degli ammortizzatori sociali. E se manca un supporto economico i rider saranno sempre lavoratori ricattabili che non potranno dire di no.
Venendo alla questione bonus come sono andate le cose?
Glovo ci comunica, per via informale, che avrebbe erogato ai rider un bonus per l’acquisto dei dispositivi di protezione. Poi attraverso le chat che abbiamo con i rider veniamo a conoscenza di questi incentivi che crescono con il salire delle temperature. Quindi dai 32° ai 36° il bonus è del 2%, dai 36° ai 40° del 4% e oltre i 40° dell’8%. Soldi che i lavoratori vedranno solo a settembre.
E il vostro giudizio?
È ovviamente un approccio sbagliato, che spinge i rider a fare più consegne anche quando è molto caldo, esponendoli a gravi pericoli per la salute. Come detto sono persone che non fanno per scelta questo lavoro, che per ogni ordine guadagnano tra i 3 e i 4 euro, e che hanno bisogno di soldi.
Una volta saputo del bonus come vi siete mossi?
Abbiamo fatto un comunicato sindacale rivolto ai rider per metterli in guardia sui rischi di questo approccio, ma Glovo continua a dire che trattandosi di lavoratori autonomi liberamente decidono di consegnare anche quando si superano i 40° e che, in sostanza, l’azzardo che corrono a pedalare sotto il sole cocente è frutto di una decisione indipendente.
Ci sono dei luoghi di ristoro per i rider?
In molte città il sindacato e varie associazioni hanno realizzato delle case per i rider, per offrire punti di ristoro o semplicemente caricare lo smartphone. Progetti che non hanno mai visto il contributo delle piattaforme.
Tommaso Nutarelli