Uber Eats, operatore della gig economy specializzata nella consegna di cibo a domicilio, ha comunicato l’imminente dismissione delle sue operazioni in Italia. “Nel corso di questi sette anni – si legge in una nota pubblicata sulla newsroom dell’azienda – abbiamo raggiunto oltre 60 città in tutte le regioni italiane, lavorando con migliaia di ristoranti partner che hanno potuto beneficiare dei nostri servizi per ampliare la loro clientela e le loro opportunità di business, specie in periodi critici come quello dovuto al Covid. In questi sette anni migliaia di corrieri e delivery partner hanno avuto la possibilità di guadagnare attraverso la nostra app in modo facile e immediato. Purtroppo – prosegue l’azienda -, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Ecco perché oggi siamo tristi di annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l`app Uber Eats”.
Una “grave decisione motivata dal fatto che l’azienda non è riuscita a costruire sufficienti quote di mercato”, commenta in merito il segretario confederale della Cgil, Francesca Re David, preoccupata per la perdita occupazionale e reddituale di chi lavorava per Uber e che ora “si ritroverà in grave difficoltà. I lavoratori inquadrati come collaboratori occasionali e a partita Iva, che sono la forza lavoro utilizzata per la consegna del cibo, pur perdendo l’attività lavorativa non avranno diritto agli ammortizzatori sociali né ad alcun sostegno pubblico per un`eventuale ricollocazione. Oltre alle procedure riguardanti i dipendenti diretti – aggiunge Re David -, che se non ricollocati in altre attività avranno accesso quanto meno al sussidio di disoccupazione, occorre capire se e in che modo Uber Eats intende ridurre l”impatto di questa decisione improvvisa per l’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“Chiameremo in causa – conclude – anche il ministero del Lavoro per chiedere di intervenire su Uber e per agire sulle norme vigenti in materia di lavoro tramite piattaforma”.
e.m.