“E’ il momento del disarmo, di politiche che riducano le spese militari. Sono crescite di 50 miliardi di dollari nel pieno della pandemia. Non abbiamo trovato il modo di dare il vaccini a tutti i cittadini del mondo e si continua a pensare ad aumentare le spese militari. E’ il momento di una politica di accoglienza, la guerra è aperta in tanti altri Paesi e non solo in Ucraina. E’ il momento di rivedere i trattati di Dublino”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di piazza San Giovanni.
“Siamo scesi in piazza perché è compito fondamentale battersi contro qualsiasi guerra – ha detto – non esistono le guerre giuste e le bombe intelligenti. Il 90% dei morti sono civili, lavoratori e persone che non sanno perché gli arrivano le bombe sulla testa. Per un sindacato essere contro la guerra vuol dire essere anche per un nuovo modello di sviluppo mettendo al centro la qualità del lavoro: ripensare a come si produce e con quale sostenibilità ambientale; superare la precarietà. E’ normale essere in piazza oggi e domani per cambiare le politiche economiche e sociali, per combattere la precarietà e per una nuova politica energetica che non sfrutti le risorse. E’ questa l’unità da costruire nel Paese”.
E.G.