Dalla bozza dei documenti preparatori al summit europeo del 25 e 26 giugno, gli Stati membri confermano la volontà di agire non per la salvaguardia dei diritti dei migranti, ma per quella dei confini.
Stando infatti a quanto anticipato oggi dal Guardian, i leader europei si preparano a creare “zone di confine strutturate e istituti negli Stati membri di frontiera (Italia, Grecia e Malta), ossia un nuovo sistema di messa in quarantena dei migranti, per garantire la loro registrazione e identificazione con le impronte digitali e, se necessario, la loro detenzione fino a un massimo di 18 mesi se risultano migrati illegali.
Le proposte della Commissione europea per il summit prevedono anche di riconoscere a Frontex, l’agenzia di controllo delle frontiere, il potere di procedere con le deportazioni. Al momento le procedure di deportazione sono di responsabilità dei singoli governi nazionali. Nella bozza si legge che “la Commissione stabilirà entro luglio le modalità con cui Frontex fornirà immediato sostegno agli Stati di frontiera sui rimpatri. La Commissione ha annunciato inoltre la sua intenzione di proporre modifiche al regolamento di Frontex per rafforzarne il ruolo nei rimpatri, in modo così da poterli avviare.
Proprio dei rimpatri si era lamentato il Commissario Ue per le politiche migratorie, Dimitris Avramopoulos, in una lettera, in cui denunciava come venisse espulso solo poco meno del 40% dei migranti a cui non viene concesso l’asilo, inviata all’inizio del mese ai ministri dell’Interno: “Il sistema Ue di rimpatrio dei migranti irregolari non è sufficientemente veloce ed efficace. Bisogna rafforzarne l’efficacia. Sono pronto a valutare tutte le opzioni”.
“Per garantire che i migranti irregolari vengano effettivamente rimpatriati, si dovrebbe ricorrere alla detenzione, come misura legittima da ultima istanza, quando è necessario per evitare che i migranti irregolari si diano alla latitanza”, si legge quindi nella bozza anticipata dal Guardian. La detenzione dovrebbe durare sei mesi, ma anche 18 mesi “nei casi di non cooperazione”, mentre in situazioni di emergenza con ingenti flussi migratori in arrivo si potrebbe derogare dalle norme sulla detenzione.




























