“Lo scorso marzo, l’assessore abruzzese Castiglione convocò un incontro con le parti sociali sui consorzi industriali, che successivamente revocò per ragioni di salute, per mai più riconvocarlo. Prima e dopo di allora, l’assessore ha rilasciato dichiarazioni a televisioni locali in cui non si capiva più se intendesse o meno avere un confronto con chi, come la Uil, aveva sollevato obiezioni sullo smantellamento dei consorzi industriali”. Lo denuncia la Uil Abruzzo in una nota.
“La Uil – si legge – preso atto che incontri non ce ne sarebbero stati, ha fatto ricorso al Tar Abruzzo (L’Aquila n°261/2012) contro la cosiddetta riforma dei consorzi industriali”.
“In Consiglio Regionale – sostiene il sindacato – presso la Commissione competente, i propugnatori della legge smantella-consorzi (Legge Regionale 23/2011) hanno apportato modifiche per sanare alcune debolezze del loro testo che il ricorso Uil aveva messo in evidenza: sono stati temporaneamente confermati i piani regolatori territoriali dei consorzi; si è previsto che le aree ecologicamente attrezzate siano prevalentemente nelle attuali aree dei consorzi; si è prevista la preventiva informazione e consultazione sindacale per le funzioni del personale dipendente degli ex consorzi che passeranno alla nuova agenzia che prenderà il posto dei consorzi industriali”.
“Queste modifiche – sostiene il segretario regionale del sindacato, Roberto Campo – per quel po’ di positivo che contengono, sono frutto indiretto della nostra azione, purtroppo non esercitata attraverso un incontro, che l’assessore non ha voluto, ma con un ricorso. Ma le lievi correzioni apportate non cambiano il segno pesantemente negativo dell’operazione. L’Abruzzo è la prima ed unica regione tra quelle dove operano i consorzi industriali che invece di riformarli, rinuncia a questo strumento per sostituirli con un’agenzia regionale. Le funzioni urbanistiche dei consorzi saranno devolute tra comuni e province. La vendita di servizi alle imprese è l’obiettivo, ma non c’era alcun bisogno di distruggere i consorzi per realizzare le aree ecologicamente attrezzate, visto che altrove sono proprio dei consorzi industriali a detenere il know-how di questi servizi di nuova generazione. La filosofia dell’operazione è profondamente rinunciataria rispetto al futuro industriale dell’Abruzzo e alla possibilità stessa dell’attrazione di nuovi investimenti. In controtendenza con la nuova consapevolezza del ruolo del manifatturiero che la crisi sta facendo emergere un po’ ovunque. Tanto più grave in una delle più importanti regioni industriali d’Italia”.
“Intanto – conclude – il costo spesa iniziale del riordino, in precedenza presentato come a costo zero, è di almeno 480.000 €. Il Presidente della IV Commissione, Nicola Argirò, ha recentemente dichiarato che la riforma dei consorzi industriali vede anche il consenso di tutti i sindacati. Spiace smentirlo, anche perché ha tutte le informazioni per sapere che non è così: la Uil Abruzzo non è affatto d’accordo. Speriamo sinceramente di sbagliare, e se così sarà, ci scuseremo pubblicamente dell’errore di valutazione, ma azzardiamo una previsione: l’ARAP sarà un carrozzone”. (LF)