Sono 13 milioni i cittadini dei comuni delle aree interne più esposti al fenomeno delle desertificazione bancaria. Sono i dati di un’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra sui comuni italiani, sulla base della classificazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne (Snai).
Nelle aree interne, poco attrattive per persone e aziende vista la lontananza e la scarsità dei servizi, vive il 22,6% della popolazione del paese e vi sono il 48,5% dei comuni (3.833) e il 23,1% degli sportelli bancari attivi (4.549). Nel 2024 queste zone hanno registrato un saldo negativo di 101 sportelli bancari rispetto al 2023. Dei 614 sportelli chiusi in Italia, 135 erano localizzati nelle aree interne, mentre le nuove aperture in queste zone sono state solo 34 su un totale di 108. Dal punto di vista territoriale, sono appena 31 i comuni delle aree interne (pari al 32%) dei 97 comuni che hanno registrato l’apertura di nuove filiali bancarie.
A fine 2024 si contano 3.380 comuni senza uno sportello bancario, nei quali vivono circa 4,6 milioni di persone. Secondo il Centro Studi Uilca, il dato più preoccupante riguarda in particolare la chiusura di 49 sportelli bancari nei comuni interni che nel 2023 disponevano ancora di almeno un presidio bancario. Quest’ultima ondata di chiusure ha portato a 1.980 il numero di comuni senza sportelli bancari e lasciato oltre 2 milioni di persone senza alcun servizio bancario fisico, pari al 46% della popolazione residente in municipi senza sportelli bancari.
Un fenomeno, quello della desertificazione bancaria, che può essere accentuato dal risiko bancario che sta interessando il settore del credito italiano, concentrando le filiali solo in alcune regioni. A questo si aggiunge l’emigrazione interna e l’invecchiamento della popolazione che riduce la forza lavoro, modifica i consumi e crea un mismatching tra domanda e offerta di lavoro, ridisegnando i territori.
“È che esiste il problema dello spopolamento di certi territori, ma noi crediamo che le banche, invece di limitarsi ad adeguarsi al fenomeno, possono essere traino per invertire questa tendenza – ha commentato il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan – data l’importanza che ha il settore del credito nel paese. Le banche possono svolgere un ruolo sociale per garantire servizi essenziali, come dimostrato durante la pandemia, a persone che altrimenti restano isolate e penalizzate. I dati dimostrano che la desertificazione bancaria è un fatto e non un luogo comune, come ha avuto modo di dire il presidente dell’Abi Antonio Patuelli”
Tommaso Nutarelli