Il problema non è il caso Sangiuliano, che ormai sembrerebbe chiuso (ma il condizionale è d’obbligo). Forse se ne aprirà un altro di caso, per esempio quello che riguarda la sorella della premier Arianna Meloni e il suo ex marito, il ministro Francesco Lollobrigida. Oppure quello che vede la ministra Daniela Santanchè nei guai giudiziari per questioni finanziari. Oppure un altro ancora che al momento non è possibile prevedere. Ma ormai è evidente che i componenti di questo governo sono ricattabili, anche se Giorgia Meloni aveva tuonato che lei ricattabile non è.
Evidentemente non solo governano male visti i provvedimenti che prendono – l’ultimo è quello che indurisce le pene per reati minori e addirittura costringe le donne incinte a restare in carcere anche dopo aver partorito, quindi gli stessi neonati dovranno crescere dietro le sbarre – ma frequentano le persone sbagliate. Vedi appunto Maria Rosaria Boccia che certamente non è uno stinco di santo. La domanda è allora quante Boccia girano attorno ai ministeri e allo stesso palazzo Chigi? Quanti e quali personaggi si muovono nell’ombra dei nostri governanti pronti a fare esplodere nuovi scandali? E soprattutto quanti e quali ministri si sono lasciati irretire da queste persone in cambio di favori di ogni ordine e grado?
Attualmente non siamo in grado di rispondere a queste domande, ma bastano le domande per intuire che qualcosa non va. Anzi, più di qualcosa. Non va per esempio il fatto che la “classe dirigente” attualmente al potere non è una classe dirigente nel pieno senso della parola, ma si tratta di apprendisti stregoni che avendo conquistato il potere pensano che per loro tutto sia lecito, a cominciare da Lollobrigida che fa fermare un treno perché era in ritardo a un appuntamento e a finire (per ora) con Sangiuliano che prima nomina Boccia consigliere, poi revoca la nomina, e nel frattempo la porta con sé in viaggi istituzionali facendo pagare il conto al suo ministero. Non è vero che in guerra e in amore tutto è permesso, in particolare se l’amore sfocia in comportamenti decisamente contrari a quelli che dovrebbero guidare l’azione di uno o più ministri, sottosegretari, deputati e senatori (vedi il caso di Ignazio La Russa, addirittura Presidente del Senato, che aveva nominato una sua amica Consigliere del Csm, nomina poi per fortuna revocata).
In Italia è evidentemente difficile, quasi impossibile pretendere che chi ci governa non solo conosca le materie su cui deve decidere ma si comporti come dovrebbe comportarsi chi detiene un potere, qualsiasi esso sia. Purtroppo, in passato, anche il centrosinistra non ha dato una grande prova di moralità pubblica. Tuttavia è sempre stato più attento a non tracimare, a non mischiare il personale e il politico, e se l’ha fatto è riuscito a lanciare il sasso nascondendo poi la mano. Ma quella mano a volte si è vista chiaramente: chissà se dopo gli scandali della destra attualmente in vigore (sia la destra sia gli scandali) l’opposizione ha imparato quel galateo istituzionale che dovrebbe essere la base per chiunque vinca le elezioni e quindi arrivi al governo? Ovviamente la questione non è nascondere meglio la mano, bensì non tirare il sasso. Altrimenti come è accaduto mille volte quel sasso prima o poi torna indietro e colpisce chi l’ha lanciato mettendolo in una condizione penosa di fronte al suo partito, ai suoi alleati e soprattutto agli elettori che l’hanno votato. E a quel punto c’è poco da lamentarsi della giustizia che interviene, indaga, incrimina e arresta, a volte anche con eccesso di zelo. Tuttavia basterebbe poco per evitare di trovarsi in una situazione imbarazzante, basterebbe non commettere atti illeciti o addirittura reati. Lo diciamo al centrosinistra, in vista della possibile vittoria nelle prossime elezioni politiche: quando formerete l’alleanza, quando farete le liste e nominerete ministri e sottosegretari siate prudenti, insomma non fate cazzate. E’ chiedere troppo?
Riccardo Barenghi