Le più grandi associazioni cattoliche che operano nel campo economico e sociale si sono unite per cercare di cambiare le linee di fondo della politica economica e sociale del nostro paese. La Confcooperative, la Compagnia delle Opere, la Confartigianato, la Cisl e il Movimento cristiano dei lavoratori hanno creato un Forum, presentato oggi alla stampa, che cercherà nel prossimo futuro da un lato di formare una nuova classe dirigente sensibile ai valori della dottrina sociale della chiesa, dall’altra di elaborare proposte e suggerimenti per ridare spazio e centralità alla persona umana.
La spinta per questa iniziativa, che potrebbe cambiare le alleanze e la disposizione delle forze in campo nel campo della politica sociale, è venuta dalla sollecitazione che Benedetto XVI ha recentemente rivolto a tutti i cattolici impegnati nel sociale perché assumano un impegno più pressante, facendosi “classe dirigente attiva, propositiva e visibile”. L’obiettivo è quello di dare una nova centralità all’economia reale, e soprattutto a chi lavora dopo che anni di iperliberismo e di eccesso di finanza creativa hanno creato guasti profondi nel tessuto della società, emersi con chiarezza in presenza della crisi economica in atto.
La stessa genesi di questa crisi economica ha messo in evidenza l’esistenza di bolle speculative che, ha detto Natale Forlani, presidente di Italia Lavoro, che sarà il portavoce del Forum, “hanno creato un clima di sfiducia nel paese. Per questo, ha spiegato, il Forum attraverso una serie di iniziative che saranno presto messe in atto, si ripromette di ripartire dall’economia reale, dal lavoro, dalla fatica, dalla centralità della persona per creare un mondo migliore, che combatta le ingiustizie sociali e la povertà”.
I cattolici sono in attesa di una nuova enciclica sui temi sociali, che non dovrebbe tardare, ma l’ispirazione di questa iniziativa è sempre da cercare nella Rerum novarum di Leone XIII, che già a fine 800 cercò di indicare una via alternativa alla lotta di classe, sostenendo che capitale e lavoro rappresentano interessi che sono tra loro dialettici, ma devono trovare una collaborazione per generare crescita, progresso, dignità della persona. Obiettivo più immediato è la salvaguardia del tessuto produttivo e, ovviamente, dell’occupazione che questo assicura, da realizzare combattendo le derive individualiste, burocratiche e assistenziali che caratterizzano gran parte delle politiche attuate di questi anni. In questa sua prima uscita il Forum si è mostrato molto critico verso le grandi imprese, incapaci di salvaguardare la realtà produttiva, attente solo ai loro interessi diretti senza preoccupazione di carattere sociale. Più sfumata la polemica verso la Cgil, anche se è stato molto fermo il rifiuto dello scontro e della contrapposizione e invece la riaffermazione del valore del confronto, del dialogo, della ricerca di un interesse comune.
Un convegno sui temi del lavoro e della famiglia nel mese di maggio sarà l’occasione utile presentare le prime proposte operative del Forum.
12 febbraio 2009
Massimo Mascini
























