Le prospettive globali nel mercato delle fusioni e acquisizioni rimangono stabili con un’azienda su due che prevede di realizzare operazioni nel corso dell’anno.
E’ quanto emerge dal 14esimo Global Capital Confidence Barometer di EY, un sondaggio che ha coinvolto 45 paesi e oltre 1.700 dirigenti. Giunto al suo settimo anno, il Barometer evidenzia un continuo interesse verso le strategie di buying and bonding (acquisizioni e alleanze) ed uno scenario competitivo di operazioni di M&A, da cui emerge che circa un terzo (28%) dei capi d’azienda si aspetta più offerte di acquisizione non sollecitate nei prossimi 12 mesi.
Lo studio sottolinea il focus delle aziende sulla crescita esterna, evidenziando che il 40% dei dirigenti sta cercando di stringere alleanze con altre aziende. “L’attuale scenario, caratterizzato da una crescita economica ridotta e dalla frammentazione del mercato, è all’origine del forte interesse per l’attività di M&A. Considerando la pressione sui prezzi e il rapido cambiamento dei modelli di business, la sola crescita organica non sempre è sufficiente e sempre più spesso le aziende aumentano le acquisizioni e stringono nuove alleanze per incrementare il tasso di rendimento sul capitale investito. Le prospettive per il mercato M&A si confermano comunque stabili per il prossimo anno, anche in Italia, in linea con il trend globale”, ha spiegato Marco Mazzucchelli, EY Mediterranean Transaction Advisory Services Leader.
Per quanto riguarda il nostro Paese, le prospettive dell’economia sia globale sia locale sono stabili per circa la metà degli intervistati, Tra i principali driver di crescita su cui le imprese si focalizzeranno troviamo l’ottimizzazione dei finanziamenti esterni e il miglioramento delle operazioni (54%), dato che si discosta da quello globale dove il focus è spostato sull’uso del digitale e degli analytics (47%). Il tema del financing è anche al centro delle agende dei board: per il 40% la riduzione dei costi è, infatti, la principale priorità, mentre in tema di employment le aziende prevedono di mantenere l’attuale consistenza della forza lavoro (57%) o assumere nuovi talenti (26%).