a cura di Piera Rella e Roberto Cavarra
Scritti di Francesca Bergamante, Patrizio Di Nicola, Alessandra Fasano, Rossella Perna, Valentina Zini.
La radio ha oltre cento anni, ma è un medium ancora attuale, di facile accesso e di proprietà poco concentrata. L’analisi delle radio locali a Roma segue a una precedente indagine degli stessi autori (Il genere della radio, 2004) su Radio Rai, nazionale ma quasi tutta concentrata nella Capitale: si è potuto così confrontare il settore privato con quello pubblico, chiedendosi cosa vuol dire fare lo stesso tipo di lavoro in piccole e piccolissime imprese, piuttosto che in un’unica grande azienda. Nelle radio private, come alla Rai, c’è, molto lavoro precario, ma con le retribuzioni più basse e anche lavoro nero; ciononostante esistono persone appassionate al proprio lavoro.
Dopo aver tracciato un quadro del mercato del lavoro a Roma, concentrandosi soprattutto sul lavoro atipico nella comunicazione, l’indagine, utilizzando prevalentemente metodi qualificativi, affronta il mondo delle radio locali, poco conosciuto e frammentato, e analizza condizioni, vissuti, prospettive lavorative più o meno precarie di chi in quelle radio lavora. Si esaminano gli intrecci tra vita e lavoro, se e come il lavoro limita la creazione di una famiglia e, viceversa, se i figli sono di ostacolo al percorso lavorativo. Si cerca di capire quanto persino le differenze di genere, se e quanto siano riconosciute e quali possano essere le vie di uscita dal precariato per la figura professionale più diffusa: l’aspirante giornalista. L’esplorazione delle radio locali ci porta così oltre questo piccolo mercato del lavoro, evidenziando contraddizioni tra il fascino del mondo della comunicazione e impossibili equilibri lavoro-famiglia.



























