La decisione di ridurre gli stimoli monetari della Banca centrale europea sarà presa “quando nell’area euro si saranno ristabilite le condizioni di domanda aggregata e dei prezzi alle quali miriamo”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sulle ipotesi di “tapering” del quantitative easing, nelle sue considerazioni finali della Relazione annuale.
“La politica monetaria ha fatto ciò che era necessario per l’area euro nel suo complesso, mirando a garantire, con il sostegno della domanda, il mantenimento della stabilità dei prezzi; continuerà a farlo nei modi e nei tempi appropriati”, ha detto Visco, che come tutti i governatori di Banche centrali dell’Unione valutaria siede nel Consiglio direttivo della Bce.
Il direttorio Bce tornerà a riunirsi la prossima settimana, il 7 e l’8 giugno in trasferta a Tallin, e, avendo a disposizioni un quadro aggiornato di previsioni economiche, potrebbe fornire spunti sugli orientamenti futuri della politica monetaria, su cui l’istituzione sta proseguendo energici stimoli.
“Si discute spesso, non sempre con il necessario approfondimento analitico – ha rilevato Visco – del momento in cui si uscirà dall’attuale fase fortemente espansiva. Se ne parla a volte per richiedere una accelerazione forzata, altre volte al contrario agitando lo spettro di possibili conseguenze drammatiche”.
“Quando la decisione sarà presa vorrà dire che nell’area si saranno ristabilite le condizioni di domanda aggregata e di prezzi alle quali miriamo. A livello nazionale – ha concluso il governatore – l’uscita sarà gestibile se i comportamenti saranno responsabili”.
Inoltre, per Visco la costituzione di un veicolo che gestisca le sofferenze delle banche facendole uscire dai loro bilanci, “la cosiddetta Bad Bank, è rimasta su un binario morto” a causa della regolamentazione europea, in vigore dal 2013, sugli aiuti di Stato alle banche.
“Nei mesi scorsi, anche a seguito delle proposte elaborate da istituzioni europee (Eba, Ndr) si è tornati a discutere dell’iniziativa. Siamo ancora convinti che sarebbe una soluzione potenzialmente utile, a condizione che il prezzo di trasferimento degli attivi non sia distante dal loro reale valore economico, che l’adesione allo schema avvenga su base volontaria, che le caratteristiche delle banche partecipanti siano ben definite ex-ante”, lo scrive il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali.
Ma, sottolinea il numero uno di Palazzo Koch, “va al più presto chiarito se vi è una effettiva determinazione a proseguire su questa strada: l’incertezza rallenta la definizione delle transazioni in corso, scoraggia quelle che potrebbero realizzarsi nei prossimi mesi”.
Per quanto riguarda i casi di crisi di diverse banche italiane, secondo il governatore “sono stati risolti o sono in via di soluzione. Va chiusa – ha sottolineato Visco – l’eredità della doppia recessione, che le nostre banche hanno subito, non determinato. Non è in crisi il ‘sistema’ bancario, ma la sua forza è indissolubilmente connessa con la forza dell’economia. Diversi casi di crisi – ha precisato Visco – sono stati risolti o sono in via di soluzione; si sta lavorando, in Italia e in Europa, con intensità e determinazione, su quelli ancora aperti”.
Infine, Visco precisa che nelle crisi bancarie e nella tutela della stabilità, la “frammentazione dei poteri” tra molte autorità in Europa “finisce talvolta col rendere difficile l’individuazione delle misure da prendere, rallenta azioni che, per essere efficaci, richiederebbero invece estrema rapidità”.


























