Dietrofront di Wärtsilä per la proroga del contratto di solidarietà. Nel corso del tavolo tenutosi ieri, 9 gennaio, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la direzione aziendale ha comunicato di non voler sottoscrivere l’intesa già raggiunta, lo scorso 28 dicembre, con le parti sociali per la proroga di ulteriori 6 mesi, fino al 30 giugno 2024, dell’accordo quadro del 29 novembre del 2022, compreso il contratto di solidarietà, poiché mancherebbero le condizioni. Una decisione che di fatto dichiara “il licenziamento dei 300 lavoratori della produzione e la precarietà occupazionale dei 600 lavoratori del Service con un progressivo disimpegno della multinazionale in tutto il territorio nazionale”. È quanto riferito da Fim, Fiom e Uilm in un comunicato congiunto.
Una “scelta inaccettabile”, commentano i sindacati, che proseguono: “In questo anno e mezzo la multinazionale non ha fatto nulla per sostenere la reindustrializzazione del sito, e ha scaricato l’onere su Governo e Istituzioni – proseguono le tre sigle. Ora è necessario che il Governo, la Regione Friuli-Venezia Giulia e i parlamentari territoriali rafforzino l’azione di sostengo a percorsi di rioccupazione dei 300 lavoratori agendo immediatamente, anche con interventi legislativi, sulla multinazionale per arginare e recuperare i danni industriali e sociali che stanno provocando al nostro Paese e anche per recuperare gli ingenti contributi pubblici trasferiti dallo stato alla multinazionale Wärtsilä”.
“Nei prossimi giorni – annunciano infine i sindacati – saranno calendarizzate le assemblee di fabbrica per decidere con i lavoratori le prossime iniziative da intraprendere e la ripresa della mobilitazione per contrastare le scelte di Wärtsilä e per sollecitare il Governo e la Regione FVG a concretizzare i piani industriali atti a garantire la vocazione industriale del sito e salvaguardare l’occupazione”.
e.m.




























