WindTre vende il 60% della Rete. Lo rendono noto i sindacati dopo l’incontro con l’azienda esprimendo la loro contarietà all’operazione. Lazienda ha confermato, spiegano Slc, Fistel e Uilcom “la volontà di creare una NetCo, che si occuperà della rete, nella quale verrà trasferita tutta l`infrastruttura attiva di rete oltre alle relazioni contrattuali con le terze parti, i servizi di connettività wholesale, sia verso Wind3 che verso altri operatori, e tutto il personale di Network unitamente alle funzioni di supporto compresa la parte It OSS (per un totale di circa 2.00/2.200 lavoratori)”. I sindacati di categoria in una nota congiunta dopo l’incontro con l’azienda spiegano che “le quote di proprietà saranno ripartite in due parti: il 40% resterà in capo a Ck Hutchinson mentre il restante 60% sarà in capo al fondo svedese Eqt che subentrerà quale partner finanziario”.
“Il passaggio dei lavoratori avverrà, una volta sottoscritti tutti i contratti, attraverso cessione di ramo d`azienda e, quindi senza soluzione di continuità. Per consentire questo passaggio verrà costituita, prossimamente, un`apposita Business unit nella quale confluiranno i lavoratori interessati. Le tempistiche previste, ad oggi, per il compimento del percorso sono di circa 6/9 mesi”.
La nuova società, spiegano Slc, Uilcom e Fistel “gestirà tutto il business wholesale. La NetCo sarà un`azienda autonoma con i suoi dipartimenti Finance, HR, Legal & Regulatory, Business Development, Service Management e Technology”.
“Nelle prossime ore inizieremo un percorso di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori che porti ad una mobilitazione contro la vendita della rete, e si affianchi alla più generale ‘vertenza Tlc'”.
“In capo a WindTre, la “Op.Co”, resteranno invece tutte le licenze, le funzioni Marketing & Sales e la parte IT Bss, per un totale di circa 4.000 dipendenti. La strategia di WindTre prevederà, oltre al rafforzamento degli attuali assets, un ulteriore diversificazione del business andando a cercare quei mercati che hanno un maggiore valore, quali quello energetico, assicurativo e della sicurezza, sia in ambito Consumer che Business”.
I sindacati che giudicano il progetto “sbagliato” hanno espresso totale contrarietà “a ogni progetto che preveda lo spezzatino aziendale e che superi il modello integrato. Siamo evidentemente all`ennesima risposta di una singola azienda alle storture di un modello di mercato sbagliato. Con una differenza sostanziale però: la scelta di Wind3 di vendere l`infrastruttura di rete rappresenta una cesura netta, un precedente negativo, rispetto a quanto fatto sino ad oggi nel settore. Si tratta di una scelta inedita e, per quanto ci riguarda, completamente sbagliata. Come denunciamo da tempo per Tim, anche in questo caso la scelta della separazione della rete non porterà alcun beneficio a lungo termine”.
Per i dindacati “si tratta di una operazione finanziaria, di corto respiro anche per i conti economici, che a breve si rivelerà per quello che è: un impoverimento tecnologico del secondo operatore di telefonia del Paese, con probabili ricadute anche di carattere occupazionale”.
“Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità se non vuole continuare, come fatto negli anni passati dai precedenti esecutivi, a trincerarsi dietro la libertà di mercato, e ritagliarsi il ruolo di spettatore impotente, mentre l`Italia in piena transizione digitale continua a rimanere indietro, e migliaia di lavoratrici e lavoratori perdono ogni giorno professionalità, salario e diritti”.
E.G.