La disoccupazione nella zona-euro è cresciuta a gennaio colpendo l’8,6% della popolazione attiva dopo essere rimasta a quota 8,5% a novembre e dicembre. Nell’Ue, il tasso dei senza lavoro è salito a 7,9%, rispetto al 7,8% di dicembre e al 7,7% dei tre mesi precedenti. Lo ha reso noto oggi Eurostat calcolando che, sempre a gennaio, nei 15 paesi dell’Ue vi erano 13,9 milioni di persone disoccupate.
Per l’Italia viene fornito il dato relativo ad ottobre 2002 (8,9%). In quel mese, il tasso italiano di disoccupazione dei giovani sotto i 25 anni (26,8%) rappresentava il record negativo. La Spagna, l’altro paese con la percentuale all’epoca più elevata, a gennaio ha fatto segnare 22,7% rispetto al 22,6 di ottobre. La media della disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni), segnala l’Ufficio statistico dell’Ue in una nota, è stata a gennaio del 16,5% nella zona euro e del 15,3% nell’Ue. Il paese meno colpito è stato l’Olanda (5,9%).
Nel gennaio dell’anno scorso, ricorda Eurostat, la disoccupazione era pari all’ 8,1% nella zona euro e al 7,4% nell’Ue. Per il gennaio 2003, i tassi più bassi sono stati registrati in Lussemburgo (2,7%) e in Olanda (3,1%, dato relativo a dicembre). Il più alto è quello della Spagna 12,1% (era pari all’ 11,7% in ottobre, quando in Italia, come detto, era stato dell’8,9%). A quota 9,0% sono anche Francia e Finlandia. Fra i 12 paesi di cui sono disponibili i dati dei due mesi più recenti, in undici la quota dei senza lavoro è cresciuta, soprattutto in Portogallo (da 4,2% a 6,1%).
Per confronto, la disoccupazione negli Usa a gennaio è stata del 5,7% e in Giappone del 5,5%. Fra i paesi candidati all’ingresso nell’Ue, dove la media è del 14,7%, i tassi maggiori sono quelli di Polonia (20,2%) e Slovacchia (17,7%).
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