“Il rapporto Istat sui livelli di istruzione in Italia per il 2020 conferma le criticità da anni riscontrate e alle quali il PNRR con le riforme e gli investimenti previsti intende porre rimedio, speriamo con successo”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Angelo Combini.
“Questi sei anni devono servire per calare le riforme nella pratica quotidiana dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro – sottolinea Colombini – per aggredire i ritardi, le disuguaglianze, le disparità territoriali e le lacune che per troppi anni sono stati sottovalutati. Abbiamo a disposizione 17 miliardi per la scuola e 9 per la ricerca, risorse che dopo lunghi anni di tagli a questi importanti settori, se ben utilizzate potranno davvero farci dimenticare i report come quello odierno dell`Istat, e farci fare un salto deciso verso i valori della media europea sui tanti, troppi targets che ci vedono in fondo alle classifiche: dispersione scolastica, divari territoriali, bassa percentuali di laureati, bassa percentuale di adulti che partecipano alla formazione, solo per citarne alcuni.”
“Ieri, il Ministro Bianchi e la Ministra Messa, in audizione alla Cabina di regia sul PNRR, hanno illustrato la missione 4 che riguarda i loro Ministeri e hanno annunciato che alcune riforme saranno attuate entro il 2021, ma la maggior parte entro il prossimo anno. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto ripetutamente di essere coinvolte e di partecipare sia all`individuazione dei principi delle riforme su aspetti che riguardano materie contrattuali come il reclutamento e la formazione iniziale e continua e su altri legati invece a norme di sistema, come l`orientamento e la riforma della formazione tecnica e professionali e degli ITS, sia alla condivisione delle azioni che porteranno all`emanazione dei bandi. Abbiamo iniziato il confronto con il Ministro Bianchi ormai più di un mese fa ma tranne la prima riunione interlocutoria di avvio dei lavori non siamo più stati convocati”.
“Chiediamo quindi – conclude Colombini – un`accelerazione dell`interlocuzione che vada oltre la mera informazione sui contenuti delle misure adottate e che tenga conto delle proposte dei rappresentanti dei lavoratori dei settori scuola, università e ricerca”.
Per la Cgil, “È un quadro emergenziale quello delineato quest’oggi dall’Istat, un quadro che rende evidente quali siano le misure da attuare con urgenza: innalzare l’obbligo scolastico e mettere in campo un sistema di formazione permanente che consenta a tutti di continuare ad apprendere e ad ampliare le conoscenze, le capacità e le competenze”.
“Tra i dati più gravi – prosegue la Cgil nazionale in una nota – c’è senza dubbio quello che riguarda la dispersione scolastica. In Italia, nel 2020 la quota di giovani che hanno abbandonato gli studi precocemente è pari al 13,1%, per un totale di circa 543 mila giovani, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Nonostante l’Italia abbia registrato notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici, la quota di abbandoni resta tra le più alte dell’Ue.”
Per la confederazione “se davvero l’istruzione è considerata centrale in Italia, come affermato al termine della Cabina di regia di ieri dal presidente del Consiglio Draghi e dal ministro dell’Istruzione Bianchi, dobbiamo far sì che le risorse stanziate dal Piano di ripresa e resilienza, tra cui 17 miliardi per la scuola e 6 per la ricerca, si trasformino subito in investimenti per fronteggiare questa emergenza”.
E.G.




























