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Home - Blog - La legge 194, l’emendamento del governo sull’aborto, e il mondo come va davvero

La legge 194, l’emendamento del governo sull’aborto, e il mondo come va davvero

di Nunzia Penelope
16 Aprile 2024
in Blog
La legge 194, l’emendamento del governo sull’aborto, e il mondo come va davvero

A woman holding a sign in favor of the legalization of abortion. Protest not to make abortion illegal in the united states, pro-choice, pro-life

 

Per quanto strano, è evidente che nessuno del governo Meloni legge un giornale estero. Altrimenti avrebbe capito da un po’ come vanno le cose nel mondo. Per esempio, avrebbe scoperto che Donald Trump, da sempre convinto anti abortista, nei giorni scorsi ha dovuto fare una certa marcia indietro rispetto al divieto di interrompere le gravidanze negli Usa. Il che gli ha procurato gli strali di quella parte di suoi elettori antiabortisti come lui, ma il rischio di scontentarli è stato ritenuto inferiore rispetto al rischio di avere contro tutte le donne americane e giusto alla vigilia del voto. Leggendo i giornali esteri i meloniani avrebbero anche appreso che la Francia, il 4 marzo, poco più di un mese fa, ha inserito nella sua Costituzione il diritto di tutte le donne di abortire. E ancora: sempre dalla stampa avrebbero scoperto che appena qualche giorno fa, l’11 aprile, il parlamento europeo ha approvato una risoluzione (336 favorevoli, 163 contrari, 39 astenuti) con cui si chiede di inserire il diritto all’interruzione di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Un testo che ha un valore solo politico e non vincolante, certo, ma che indica una direzione: cioè quella che segue tutto il mondo civile, con rare eccezioni, giustamente stigmatizzate nella stessa risoluzione.

Insomma, se leggessero un po’ più giornali stranieri, se guardassero oltre i confini dell’amata patria, se si interessassero al mondo come va davvero, questi nostri politici di destra non avrebbero commesso certe sciocchezze. Ma ammettendo che proprio non ci fosse tra loro nessuno in grado di dedicare tempo alla stampa d’altri paesi, sarebbe bastato anche leggersi i dati statistici italiani: quelli da cui risulta che ricorso all’interruzione di gravidanza è in costante calo, sceso dai 234 mila casi del 1983 ai poco più di 60 mila del 2021, con un crollo del 70%. Sempre meno donne abortiscono, dunque, e per diverse ragioni, la prima delle quali è che ormai un po’ tutte – essu’- abbiamo imparato a usare gli anticoncezionali. I quali sono oggi, grazie al cielo, anche molto facilmente reperibili, così come la pillola del giorno dopo.

E per fortuna: perché no, non è una passeggiata di salute, abortire. Nessuna lo fa con gaudio, ma tutte siamo felici e rassicurate di sapere che se un giorno ce ne fosse, malauguratamente, davvero bisogno, possiamo farlo. Ce lo garantisce la legge che abbiamo conquistato più di quarant’anni fa a suon di manifestazioni, proteste, battaglie parlamentari, raccolte di firme, casino e casino e casino ancora, tutti i giorni, per anni. Dai e dai, nel 1978 la 194 è diventata realtà. E se c’è una legge che può davvero definirsi “diritto acquisito”, intoccabile, è appunto questa: una legge che hanno voluto le donne, tutte le donne, di qualunque fede religiosa o politica, di qualunque età e ceto, di destra e di sinistra, ricche e povere, casalinghe e lavoratrici, nonne e nipoti, credenti o atee, tutte sempre pronte a insorgere al minimo accenno di rimetterla in discussione. E ce ne sono stati di tentativi: ma ogni volta chi ci ha provato si è, come dire, rotto i denti. A partire dal Movimento per la vita, che nel 1981 incautamente ci provò con un referendum abrogativo, sostenuto solo dalla Dc e, guarda caso, dall’allora Movimento sociale-Destra nazionale. Risultato: quasi il 70% degli italiani si pronunciò contro l’abrogazione e a favore della legge sull’aborto.

E quindi oggi la domanda è: possibile mai che nell’attuale governo non ci sia nessuno dotato di quel minimo di senso comune che consiglierebbe di lasciar perdere l’ennesimo intervento maldestro alla 194? Davvero c’è chi pensa che sia una idea geniale ricorrere al veicolo del Pnrr per consentire ai tristi figuri dei movimenti pro life di infilarsi nei consultori, col loro armamentario di  volantini -più ridicoli che raccapriccianti- da sventolare in faccia alle donne che si presentano per chiedere la Ivg? Sul serio credono che questa ideona al governo porterà cosa? Favore popolare? Prebende vaticane? Voti? Su quest’ultimo punto rimanderei alla giravolta di Trump; e attenzione che pure qui le europee sono dietro l’angolo.

Post Scriptum:

In realtà avrei voluto scrivere un altro tipo di post. Più sdegnato, magari, per l’attacco alla 194 e al diritto d’aborto, e soprattutto alle donne, intese proprio come categoria, da umiliare e punire ogni volta, con simili manifestazioni di cattiveria sciatta. O magari avrei potuto scrivere qualcosa su quanto l’applicazione della 194 sia complicata, a causa della mancanza di medici che la pratichino, sia per l’obiezione di coscienza (ma comunque, malgrado tutto, il 78% delle richiedenti ottiene la Igv entro due settimane dalla presentazione del certificato), sia, soprattutto, per la più generale carenza di personale sanitario che affligge l’Italia, che devasta il SSN, che allunga le liste d’attesa, che trasforma una visita in ospedale in una via di mezzo tra il gioco dell’oca e la roulette russa:  a questi veri drammi sì che si sarebbe potuto mettere rimedio, almeno in parte, usando le preziose risorse del Pnrr. Ma il fatto è che di fronte a certe scempiaggini – che tale è l’emendamento presentato da Fdi per affiancare i pro life o come si chiamano, ai medici dei consultori – semplicemente mi cascano le braccia. E quindi forse non valeva nemmeno la pena di scrivere queste righe, perché tanto è chiaro che le donne, ai pro qualcosa, quei loro volantini glieli faranno rimangiare. E continueranno a difendere la loro legge sempre, e per sempre. Ma che fatica, però.

 

Nunzia Penelope

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