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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti della Settimana)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti della Settimana)

22 Gennaio 2025
in Camera

SEDE REFERENTE
Giovedì 23 gennaio 2025.2. — Presidenza del presidente della XI Commissione Walter RIZZETTO.– Intervengono il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maria Elvira Calderone, e la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze, Lucia Albano.
La seduta comincia alle 13.10.
Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito dell’esame e conclusione).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta pomeridiana del 22 gennaio 2025.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che le Commissioni I (Affari costituzionali), II (Giustizia), VII (Cultura), X (Attività produttive) e XII (Affari sociali) hanno espresso parere favorevole. La V Commissione (Bilancio) ha comunicato per le vie brevi che esprimerà il parere direttamente all’Assemblea.
Avverte che il gruppo Partito Democratico ha chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche attraverso il sistema di ripresa audiovideo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l’attivazione.
Chiede se vi siano interventi in dichiarazione di voto sulla proposta di conferire ai relatori, deputati Malagola e Cavandoli, il mandato a riferire in senso favorevole all’Assemblea sul provvedimento in esame.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), ringraziando la presidenza, i relatori e i membri della Commissione per il lavoro svolto, sottolinea che la presenza odierna della Ministra Calderone è un fatto significativo dal punto di vista strettamente politico.
Fa presente che il Partito Democratico crede negli istituti di democrazia partecipativa, ed è per questo che ha proposto che venisse adottato come testo base per l’esame del provvedimento la proposta di legge di iniziativa popolare, predisposta da uno dei maggiori sindacati italiani, che rappresenta un punto di partenza per l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Auspica, e anzi è fiducioso, che la disponibilità e la sensibilità delle forze di maggioranza permarrà anche nei confronti di proposte di legge di iniziativa popolare promosse da altri sindacati e dalle opposizioni, come quella sul salario minimo.
Ritiene, tuttavia, che la presenza della Ministra Calderone muti il senso della discussione e dimostri la particolare attenzione del Governo sul provvedimento in esame, tenuto conto invece della sua assenza in altri passaggi, pur significativi, dei lavori della Commissione Lavoro; fa l’esempio dei cosiddetti «decreto Primo maggio» e «collegato lavoro». Considera opportuno, pertanto, aprire un confronto con la Ministra prima del voto sul conferimento del mandato ai relatori.
In primo luogo, afferma che le Commissioni si sono limitate a ratificare scelte pervenute dall’Esecutivo e cadute dall’alto, con tagli lineari e indiscriminati del provvedimento, il quale è stato più che dimezzato senza che siano, peraltro, riscontrabili le virtù che si è soliti attribuire alla sintesi. Sottolinea come il contegno della maggioranza sia stato analogo in occasione dell’esame in Commissione dell’ultima legge di bilancio. Si dice d’accordo col Presidente Rizzetto quando egli dichiara alla stampa che anche un progetto di legge di iniziativa popolare possa senza dubbio essere emendato, eppure si chiede cosa resti dell’originaria proposta dopo la scomparsa, tra l’altro, della partecipazione dei lavoratori nelle società partecipate e nelle banche; ribadisce, come già sottolineato nelle precedenti sedute, che si tratta di scelte imposte dal Governo per facilitare i processi di privatizzazione attualmente in corso.
Segnala quindi che la scomparsa di ogni riferimento alla contrattazione collettiva è in netto contrasto con le posizioni degli ispiratori della proposta di legge, dal cui punto di vista questo tema è sempre stato centrale e, anzi, talvolta motivo di polemica addirittura con le stesse opposizioni parlamentari, come avvenuto sulla questione del salario minimo.
Rammenta che analoghe posizioni sono state all’epoca sostenute dall’Esecutivo, e chiede conto alla Ministra Calderone delle sorti della delega legislativa risultante dallo stravolgimento della proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo per fare fronte all’emergenza salariale, che è ancora bloccata al Senato, mentre i numeri per cancellare la proposta di legge delle opposizioni sono stati immediatamente trovati. Ritiene di doverne trarre la conclusione che, per il Governo, non vi è alcuna emergenza salariale.
Stigmatizza, riguardo alla formulazione testuale del provvedimento in esame, l’arretramento evidente rispetto alla legislazione in vigore in tema di diritto all’informazione dei lavoratori. Aggiunge che la partecipazione dei lavoratori alla distribuzione degli utili rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio, poiché agli utili corrispondono, purtroppo, le perdite, che saranno anch’esse sopportate dai lavoratori. Infine, segnala come sia ricomparso, peraltro con una stentata formulazione del testo, l’oggetto dell’oramai sempiterno desiderio del Governo: l’equiparazione dei sindacati «comparativamente» a quelli «maggiormente» rappresentativi, vero e proprio instrumentum regni voluto dal Ministero del lavoro.
Conclude facendo notare come, alla fine, la proposta di legge di iniziativa popolare sia diventata poco più di un ordine del giorno il quale, come tutti gli ordini del giorno, sarà innocuo nella migliore delle ipotesi, dannoso nella peggiore. Pertanto, preannuncia il voto contrario del Partito Democratico sul conferimento del mandato ai relatori a riferire in senso favorevole, riservandosi tuttavia di valutare ulteriormente il merito del provvedimento nel corso della discussione in Assemblea, qualora vi saranno margini per introdurre elementi di obbligatorietà e strumenti esigibili per i lavoratori affinché la loro partecipazione sia reale ed effettiva, rispettando l’autonomia dei sindacati ma anche della politica.

Francesco MARI (AVS) preannuncia il voto contrario del suo gruppo parlamentare, motivandolo con un profondo dissenso sul provvedimento in esame. Evidenzia che la proposta di legge reca misure sistemiche, non destinate ad avere un impatto immediato sul mercato del lavoro, analogamente alle proposte in tema di salario minimo e riduzione dell’orario di lavoro.
Rammenta, al riguardo, che il mercato del lavoro è un vero e proprio sistema, su cui si innesta il ruolo del legislatore, che in Italia assume i connotati di un sistema «lungo» e sfrangiato, nel quale sussistono ampie distanze tra le diverse tipologie di lavoratori: da un lato, esso è caratterizzato da lavoratori con reddito alto e che godono di pieni diritti mentre, all’estremo opposto, vi sono fenomeni patologici quali il caporalato, con in mezzo ampie sacche di lavoro «povero».
Ricorda inoltre che numerosi studi hanno evidenziato come una minore lunghezza del sistema del mercato del lavoro consenta di intervenire più efficacemente, apportandovi correzioni, e che il compito del legislatore è di accorciare le distanze tra gli estremi, procedendo a un avvicinamento, dal basso verso l’alto. In tale quadro, ritiene che le relazioni sindacali rivestano un ruolo significativo, in quanto costituiscono un elemento di unificazione del mercato del lavoro, attraverso la concertazione e la contrattazione.
Nel sottolineare tale ruolo dei sindacati, ricorda altresì che la loro azione è anzitutto una azione politica, sia nel manifestare dissenso rispetto alle scelte governative, sia nel momento in cui appoggiano le decisioni degli esecutivi, poiché in entrambi i casi le sigle sindacali agiscono a tutela degli interessi dei lavoratori.
Al contrario, reputa patologico che il Governo manifesti ingerenze sostanziali nelle funzioni e nel ruolo dei sindacati, decidendo unilateralmente come debba essere condotta l’azione e relazione sindacale, legittimando di fatto le sole sigle che appoggiano le decisioni della politica. A suo parere, tali condotte sono proprie dei regimi autoritari, trattandosi di ingerenze illegittime dei governi.
Evidenzia poi che, anche a seguito di quanto emerso nel corso delle audizioni sul provvedimento, il Governo avrebbe dovuto maggiormente ponderare le posizioni di dissenso espresse delle sigle sindacali e dalle associazioni di categoria più rappresentative, quali la CGIL, la UIL e Confindustria.
Rileva poi che, alla luce dell’esito dell’esame in sede referente, l’intento di attuare l’articolo 46 della Carta fondamentale appare semplicemente una bandiera ideologica, quasi una lettura manipolativa del dettato costituzionale. In tale sede, a suo parere, il provvedimento ha compiuto un significativo arretramento, rispetto a un testo base sul quale il giudizio del suo gruppo era già fortemente negativo in partenza. Non esita dunque a definire la proposta di legge, quale risultante dall’esame delle proposte emendative, una «leggicchia» in cui la partecipazione dei lavoratori nient’altro appare che una concessione da parte dell’impresa.
Approfondendo il contenuto della proposta, evidenzia che la disciplina della distribuzione degli utili appare come una distorta forma di correzione dei salari, che rischia di incrementare la richiamata diseguaglianza tra lavoratori. Rileva infatti come, per effetto delle norme approvate, i lavoratori dei settori più ricchi cui sono distribuiti gli utili d’impresa sono in condizioni di ricevere non il salario, ma una regalìa da parte del datore di lavoro, analogamente a quanto il Governo ha fatto in passato con i numerosi bonus concessi una tantum; tale forma di remunerazione, inoltre, presenta tutti i rischi insiti nel legare a doppio filo la retribuzione dei lavoratori con le sorti dell’impresa.

Emiliano FENU (M5S), nel ricollegarsi a quanto detto dal collega Scotto sul notevole impoverimento del testo licenziato dalle Commissioni all’esito dell’esame in sede referente, afferma che in alcuni casi, come, ad esempio per quello che nel testo originario era l’articolo 12 – attualmente articolo 9 – sarebbe stata auspicabile una ulteriore riduzione della lunghezza del testo, dovendosi infatti preferire l’integrale soppressione di quegli istituti che hanno subito modifiche in senso fortemente peggiorativo. La consultazione preventiva è infatti ridotta ad una mera facoltà delle aziende, con un conseguente notevole arretramento rispetto all’istituto della consultazione obbligatoria originariamente previsto; ancora, l’articolo 5, ex articolo 6, si limita a rimodulare l’imposta sostitutiva prevista sulle somme derivanti dalla distribuzione ai lavoratori dipendenti di una quota degli utili di impresa, senza apportare alcuna modifica sostanziale al regime attualmente previsto, ma, anzi, comportando una maggiore complessità della disciplina.
Ritiene, inoltre, che la distribuzione dei dividendi, in sostituzione dei premi di risultato, regolata dall’articolo 6 del progetto di legge, ex articolo 7, potrebbe essere utilizzata dalle imprese quale strumento di elusione del meccanismo di attribuzione del salario. Infatti, l’attribuzione ai lavoratori di una quota di capitale – il cui valore risulta, tra l’altro, variabile – non prevede il contestuale versamento di contributi previdenziali ed esclude le altre garanzie naturalmente connesse all’ordinario trattamento retributivo. A tal proposito, osserva che, in seguito all’approvazione delle modifiche volute dai relatori, la compressione di dette garanzie non è più compensata dal ruolo centrale che era assegnato alla contrattazione collettiva dall’originaria formulazione. Alla luce delle considerazioni svolte, preannuncia infine il voto contrario del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene per sollecitare un intervento della Ministra del Lavoro, presente in aula, sulle questioni testé sollevate.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), associandosi all’intervento del collega Scotto, auspica che la Ministra Calderone possa esprimersi entrando nel merito del provvedimento.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) ribadisce lo spirito costruttivo con cui le forze di opposizione hanno esposto, nel corso della seduta odierna, alcune delle questioni politiche relative al testo del provvedimento, come risultante dall’esame in sede referente. Spera pertanto che la presenza della Ministra, nel giorno in cui è prevista la votazione del mandato ai relatori, che, a suo avviso, è connotata da un indubbio valore politico, possa essere l’occasione per aprire un confronto tra il Governo e le opposizioni. Nel ribadire, quindi, l’appello alla Ministra ad intervenire sulle questioni poste, chiarisce che l’assenza dell’invocato confronto può costituire un precedente pericoloso.

Walter RIZZETTO, presidente, nel rispondere alle sollecitazioni dell’onorevole Scotto, precisa che la presenza odierna del Ministro, nella seduta in cui le Commissioni concludono, votando il mandato al relatore, l’esame del provvedimento – che ha peraltro lungamente impegnato le Commissioni – non implica necessariamente l’apertura di un dibattito. Ritiene che debba essere rimessa al Ministro la decisione di intervenire, eventualmente, nel prosieguo dell’esame del provvedimento in Assemblea.
Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori, onorevole Cavandoli per la VI Commissione e onorevole Malagola per la XI Commissione, a riferire favorevolmente all’Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l’autorizzazione a riferire oralmente.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che le presidenze si riservano di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
La seduta termina alle 13.50.

ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 438 del 22 gennaio 2025, a pagina 28, seconda colonna, dopo la settima riga, inserire le seguenti parole:

«Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, formula, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, un invito al ritiro sull’emendamento Scotto 4.5, precedentemente accantonato.

Arturo SCOTTO (PD), accedendo all’invito della relatrice Cavandoli, ritira il suo emendamento 4.5».

SEDE REFERENTE
Mercoledì 22 gennaio 2025. — Presidenza del presidente della XI Commissione, Walter RIZZETTO. – Intervengono il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon e la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Lucia Albano.
La seduta comincia alle 14.35.

Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 gennaio 2025.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) chiede l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Walter RIZZETTO, presidente, a seguito della richiesta dell’onorevole Scotto, non essendovi obiezioni, dispone l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ricorda poi che nelle precedenti sedute sono state esaminate le proposte emendative fino al subemendamento Guerra 0.10.100.2, e che si riprenderà quindi l’esame dal subemendamento Guerra 0.10.100.3, su cui è stato espresso un parere contrario dai relatori e dalla rappresentante del Governo.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra il subemendamento 0.10.100.3 a sua prima firma. Evidenzia l’importanza che riveste per il suo gruppo parlamentare la cosiddetta partecipazione organizzativa, nell’ottica di una reale attuazione dell’articolo 46 della Costituzione e per consentire ai lavoratori di intervenire nei momenti più cruciali della vita di impresa. Rammenta che tale istituto è oggi disciplinato da fonti secondarie, per esempio con riferimento ai premi di risultato; ricorda infatti che la normativa vigente consente di innalzare l’importo degli incentivi previsti ex lege, ove siano previste forme di partecipazione organizzativa dei lavoratori.
A suo parere l’approvazione dell’emendamento dei relatori riscrive sostanzialmente l’articolo 10, privandolo di elementi che reputa essenziali ai fini della compiuta attuazione del dettato costituzionale. Al contrario, il subemendamento 0.10.100.3 a sua prima firma intende non solo mantenere tali elementi, ma anche arricchire e dettagliare gli istituti di partecipazione organizzativa. Non esita infatti a definire ridicola la riscrittura dell’articolo 10, che in tal modo rischia di affidare alla sola parte datoriale la predisposizione delle predette forme di partecipazione.
Proseguendo nell’illustrazione del subemendamento, rileva come esso intenda valorizzare le commissioni paritetiche quali sede di confronto in cui possano essere rilevate eventuali criticità; intende altresì permettere che le medesime siano convocate su iniziativa sia dei lavoratori, sia dei datori di lavoro. Evidenzia inoltre l’opportunità di introdurre specifiche misure sanzionatorie per il caso di mancata convocazione, senza giustificato motivo, delle commissioni paritetiche, qualificando tali ipotesi come «condotta antisindacale», strumento che in passato si è rivelato efficace e dissuasivo.
Conclude rilevando che il suo subemendamento, inoltre, prevede che l’istituzione delle commissioni paritetiche sia obbligatoria e non più soltanto facoltativa, limitandola alle imprese di maggiori dimensioni.
Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, i subemendamenti Guerra 0.10.100.3 e 0.10.100.5, nonché il subemendamento Barzotti 0.10.100.7.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento 10.100 dei relatori, evidenzia come questo – nel riscrivere del tutto l’articolo 10 – elimini dallo stesso ogni riferimento ai contratti collettivi, in tal modo stravolgendo il senso del provvedimento in esame che, nel suo testo base, affida alla contrattazione collettiva un ruolo centrale. L’emendamento dei relatori, inoltre, delega ogni forma di partecipazione organizzativa all’iniziativa delle imprese. Ritiene che tale emendamento stravolga radicalmente il merito e lo spirito delle proposte avanzate dalla CISL, alla base del provvedimento in esame.
Chiede dunque ai relatori un supplemento di riflessione sulla loro proposta emendativa, manifestando il timore che eliminare i riferimenti alla contrattazione collettiva per quanto riguarda la partecipazione dei lavoratori alla vita d’impresa presagisca, per il futuro, l’intento di sminuire la centralità della contrattazione anche in altri ambiti. Preannuncia infine il voto contrario del proprio gruppo parlamentare.

Emiliano FENU (M5S), unendosi alle considerazioni svolte dai colleghi, concorda sui timori da loro espressi in ordine all’eliminazione dei riferimenti alla contrattazione collettiva, specialmente poiché reputa che, in tal modo, il ruolo svolto dalla contrattazione rischi di essere sostituito da decisioni unilaterali dei datori di lavoro. Concorda inoltre sul fatto che in tal modo si rischia di snaturare una proposta di legge che è stata, peraltro, condivisa anche dal suo gruppo parlamentare.
Rileva poi che le imprese agiscono secondo la logica del profitto e che, approvando l’emendamento 10.100 dei relatori, si rischia di indirizzare la proposta di legge alla medesima logica, direzione che ritiene contraria allo spirito del provvedimento. A suo parere, gli emendamenti dei relatori, nel subordinare gli strumenti partecipativi alla logica del profitto imprenditoriale, rischiano di condizionarne l’attivazione a valutazioni di convenienza da parte delle imprese.

Francesco MARI (AVS) si unisce alle considerazioni dei colleghi, evidenziando che l’emendamento dei relatori rivela un intento della maggioranza e del Governo che va in direzione opposta rispetto al testo base della proposta in esame.
Nel ricordare che il diritto del lavoro pattizio già prevede forme di partecipazione dei lavoratori alla vita di impresa, afferma infatti che lo spirito della proposta è quello di trasfondere in disposizioni di legge l’esperienza già maturata in seno alla contrattazione.
Le Commissioni approvano l’emendamento 10.100 dei relatori.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 10.100 dei relatori, risultano preclusi gli emendamenti Guerra 10.5, Barzotti 10.7, e gli identici emendamenti Carotenuto 10.9 e Mari 10.2.
Avverte che gli emendamenti Caparvi 10.11 e Tenerini 10.12 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverte che risultano altresì preclusi l’emendamento Aiello 10.8, gli identici emendamenti Scotto 10.6 e Tucci 10.10, nonché gli emendamenti Mari 10.3 e 10.4.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, evidenzia l’opportunità – eventualmente attraverso un emendamento ad hoc dei relatori – di modificare la rubrica dell’articolo 10 il quale, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 10.100 dei relatori, risulta sostanzialmente riscritto.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che alla modifica della rubrica dell’articolo 10, conseguente all’approvazione dell’emendamento 10.100 dei relatori, si provvederà successivamente con una proposta di correzioni di forma da parte dei relatori.
Invita dunque i relatori e i rappresentanti del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 11 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, nel ringraziare la collega Guerra per la segnalazione riguardante la rubrica dell’articolo 10, intervenendo anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 11.100 dei relatori esprimendo parere contrario sul subemendamento Guerra 0.11.100.1.
Esprime inoltre parere contrario sull’emendamento Barzotti 11.4 e sugli identici emendamenti Mari 11.1, Scotto 11.2 e Barzotti 11.3. Esprime quindi parere favorevole sull’emendamento Tenerini 11.5, purché riformulato nei termini riportati in allegato e parere contrario sull’emendamento Mari 11.6.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), illustrando il subemendamento Guerra 0.11.100.1, di cui è cofirmatario, rammenta che il Governo, in sede di esame delle disposizioni sul salario minimo, aveva in più occasioni richiamato l’attenzione dell’opposizione sulla centralità della contrattazione collettiva e sull’importanza dei sindacati. Al contrario, oggi le proposte emendative dei relatori cancellano di fatto i riferimenti alla contrattazione e sminuiscono il ruolo dei sindacati, sostituendo tali elementi con una predominante iniziativa dei datori di lavoro.
L’assetto della partecipazione organizzativa, così come delineato dall’emendamento dei relatori, a suo parere si configura come una vera e propria concessione della parte datoriale, mettendo in piedi un sistema in cui la partecipazione dei lavoratori alle imprese risulta «ottriata».
Conclude dunque invitando la maggioranza a condurre una ulteriore riflessione su tali proposte emendative, ribadendo che in tal modo il provvedimento rischi di essere del tutto snaturato, tale da non risultare più riconoscibile ai suoi stessi presentatori.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) ritiene che la proposta emendativa dei relatori operi una distruzione sistematica del disposto dell’articolo 11. Nell’illustrare il subemendamento 0.11.100.1, a sua prima firma, rileva che esso ha lo scopo di mantenere quantomeno in vita il dettato normativo dell’articolo 11, nella parte in cui consente che i contratti collettivi possano avvalersi di esperti esterni per la definizione delle forme di partecipazione organizzativa, elemento che ritiene importante alla luce della complessità delle questioni trattate.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) chiede ai relatori se, secondo la normativa vigente, le imprese che occupano meno di trentacinque lavoratori possano prevedere forme di partecipazione organizzativa dei lavoratori medesimi.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, chiarisce che, in assenza di esplicito divieto di legge, tale possibilità sembra essere consentita.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) chiarisce che il proprio quesito è finalizzato a comprendere la portata delle proposte emendative presentate dai relatori, allo scopo di orientare adeguatamente il voto delle Commissioni.
Riconoscendo ai colleghi Guerra e Scotto il merito di comprendere adeguatamente il testo del provvedimento, così profondamente riscritto dalle modifiche dei relatori, evidenzia di avere difficoltà a rendere noto all’opinione pubblica, al cittadino comune, il senso del lavoro svolto dalle Commissioni riunite sulla proposta in esame. Rileva infatti che, se il testo base sembra conferire ai lavoratori facoltà ulteriori rispetto a quanto già previsto a legislazione vigente, la proposta emendativa presentata dai relatori – che tiene in piedi solo parte del comma 3 e l’intero comma 4 dell’articolo 11 – è privo di reale portata innovativa. Suggerisce quindi ai relatori di concentrare più efficacemente la propria azione emendativa, allo scopo di conferire valore aggiunto al provvedimento.
Francesco MARI (AVS), intervenendo sul subemendamento Guerra 0.11.100.1, porta all’attenzione dei colleghi un ulteriore punto, vale a dire la contrarietà al provvedimento espressa nel corso delle audizioni dalla netta maggioranza delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative – in particolare, CGIL e UIL – ma anche da Confindustria.
In quella sede, si evidenziava, infatti, la necessità di valorizzare la capacità rappresentativa e la contrattazione. Osserva che con l’emendamento dei relatori 11.100, che i colleghi Guerra e Scotto intendono subemendare, non solo tali aspetti non vengono rafforzati, ma vi è un radicale cambiamento di prospettiva, per cui le aziende, e non i sindacati, assumono assoluta centralità nell’ambito dei soggetti di riferimento della partecipazione organizzativa, mentre è eliminato il riferimento alla contrattazione collettiva. Ritiene, dunque, che decidere di restringere gli spazi della contrattazione collettiva e delle organizzazioni sindacali, a vantaggio delle aziende che diventano titolari della facoltà di prevedere, o meno, forme di partecipazione organizzativa dei lavoratori, costituisca un significativo allontanamento dal percorso originario.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) invita i relatori a rispondere alle sollecitazioni del collega Mari.

Walter RIZZETTO, presidente, preso atto che non vi sono ulteriori interventi, pone in votazione il subemendamento Guerra 0.11.100.1.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.11.100.1 e approvano l’emendamento dei relatori 11.100.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che l’approvazione dell’emendamento dei relatori 11.100 comporta la parziale preclusione dell’emendamento Barzotti 11.4 e che gli identici emendamenti Mari 11.1, Scotto 11.2 e Barzotti 11.3 sono stati ritirati dai loro presentatori. Avverte, inoltre, che i presentatori dell’emendamento Tenerini 11.5 hanno accolto la proposta di riformulazione dei relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l’emendamento Barzotti 11.4, per la parte non preclusa, relativa al capoverso comma 4, e approvano l’emendamento Tenerini 11.5 come riformulato; respingono infine l’emendamento Mari 11.6.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che i relatori hanno presentato le proposte emendative 6.100, 7.100, 12.100, 13.100, 14.100 e 22.100 e che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato alle ore 17 della giornata odierna.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), preso atto del deposito di sei ulteriori emendamenti da parte dei relatori, rileva, considerato il numero e la rilevanza delle modifiche, che il termine assegnato per il deposito dei subemendamenti risulta essere eccessivamente breve. Pur comprendendo le esigenze del Governo e delle forze di maggioranza, evidenzia che il termine per la presentazione degli emendamenti, cui le opposizioni si sono dovute attenere, è scaduto circa 8 mesi fa e che il deposito di ulteriori emendamenti da parte dei relatori in corso di seduta, che si chiede adesso di valutare ed eventualmente subemendare in un ristrettissimo arco temporale, rischia di rendere il lavoro delle Commissioni confuso e disordinato.

Walter RIZZETTO, presidente, propone di posticipare il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti alle ore 18.30 della giornata odierna.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, alla luce degli emendamenti dei relatori testé presentati, propone – anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola – l’accantonamento delle proposte emendative riferite agli articoli 12, 13, 14 e 16, procedendo quindi alla votazione degli emendamenti riferiti all’articolo 15.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), in risposta alla proposta dell’onorevole Cavandoli, sottolinea l’atteggiamento collaborativo delle forze di opposizione, che si sono limitate ad intervenire solo sulle proposte emendative più significative. Ribadisce, tuttavia, anche considerata la delicatezza della materia affrontata dal provvedimento, l’importanza di procedere ad un esame ordinato dell’articolato.

Walter RIZZETTO, presidente, rammenta nuovamente che l’esame del provvedimento in Assemblea è previsto a partire da lunedì 27 gennaio prossimo e che pertanto, al fine di consentire che le Commissioni competenti in sede consultiva si esprimano nella giornata di domani, occorre che le Commissioni riunite concludano l’esame degli emendamenti entra la serata odierna, in un orario che ragionevolmente potrebbe essere quello delle 22.30.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, comprendendo l’esigenza manifestata dalle forze di opposizione, ma ritenendo nel contempo opportuno proseguire nell’esame del provvedimento sino alla ripresa dei lavori dell’Assemblea, propone l’accantonamento, oltre che delle proposte emendative riferite agli articoli 12, 13, 14 e 16, anche delle proposte emendative riferite all’articolo 15, che si inserisce nel medesimo Capo V.
I lavori delle Commissioni potrebbero proseguire con la votazione delle proposte emendative riferite agli articoli 17, 18 e 19, che, a suo avviso, costituendo i Capi VI e VII del provvedimento, sono dotati di una loro autonomia.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) ritiene che la proposta del relatore Malagola debba essere valutata in autonomia dalle forze di maggioranza, che, a suo avviso, avendo la forza di imporre le modalità di esame del provvedimento, ne devono assumere anche la responsabilità. Conferma, in ogni caso, l’atteggiamento collaborativo delle forze di opposizione che si impegnano alla conclusione dell’esame del provvedimento entro la serata di oggi, nei tempi indicati dal presidente.

Walter RIZZETTO, presidente, preso atto di tale disponibilità, rinvia il seguito dell’esame del provvedimento ad una prossima seduta, da convocarsi al termine dei lavori dell’Assemblea della giornata odierna, ricordando che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è fissato alle ore 18.30.
La seduta termina alle 15.20.

SEDE REFERENTE
Mercoledì 22 gennaio 2025. — Presidenza del presidente della XI Commissione, Walter RIZZETTO, indi del presidente della VI Commissione, Marco OSNATO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Lucia Albano.
La seduta comincia alle 20.55.

Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta antimeridiana del 22 gennaio 2025.

Walter RIZZETTO, presidente, comunica che l’emendamento Mari 19.1 è stato ritirato.
Avverte che sono stati presentati 11 subemendamenti alle proposte emendative 6.100, 7.100, 12.100 dei relatori, che sono in distribuzione.
Avverte inoltre che i relatori hanno presentato l’emendamento 19.100, interamente soppressivo dell’articolo 19, che è in distribuzione.
Con riferimento all’emendamento 14.100 dei relatori, per un mero refuso nella versione precedentemente distribuita non è stata prevista la soppressione anche del terzo periodo del comma 2 dell’articolo 14, che comunque non avrebbe alcuna valenza normativa a seguito della soppressione del secondo periodo del predetto comma 2. Pertanto, in assenza di obiezioni, l’emendamento si intende formulato facendo riferimento alla soppressione anche del terzo periodo.
Ricorda che nelle precedenti sedute sono state esaminate le proposte emendative fino all’articolo 11.
Nella seduta odierna si riprenderà l’esame dall’articolo 6.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) chiede alla presidenza un chiarimento in ordine alla presentazione dell’emendamento 19.100 da parte dei relatori. Ritiene che tale presentazione sia tardiva, rispetto alle altre proposte emendative pervenute nel corso della seduta antimeridiana e sulle quali le opposizioni hanno potuto presentare subemendamenti.

Walter RIZZETTO, presidente, chiarisce che la presentazione dell’emendamento 19.100 dei relatori è dovuta al ritiro, da parte dell’onorevole Mari, della sua proposta emendativa 19.1, anch’essa interamente soppressiva.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) si dichiara perplesso rispetto alle modalità con cui i relatori intendono procedere all’esame del provvedimento, ritenendo che sarebbe stato più congruo presentare l’emendamento 19.100 nel corso della precedente seduta.

Walter RIZZETTO, presidente, annuncia che gli emendamenti Fenu 6.7 e 6.8, nonché gli identici emendamenti Volpi 6.6 e Bagnai 6.9, sono stati ritirati dai rispettivi proponenti, e che il deputato Scotto sottoscrive tutti gli emendamenti presentati dagli onorevoli Faraone e Del Barba.
Invita, quindi, i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 6 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, esprime parere contrario sull’emendamento Mari 6.3 e sul subemendamento Guerra 0.6.100.1. Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 6.100 dei relatori. Esprime parere contrario sugli emendamenti Soumahoro 6.2, Guerra 6.4, Scotto 6.5 e Faraone 6.1, nonché l’articolo aggiuntivo Faraone 6.01.
Le Commissioni respingono l’emendamento Mari 6.3.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra il subemendamento 0.6.100.1 a sua prima firma. Ritiene alquanto incoerente che i relatori presentino delle proposte emendative limitate al solo anno 2025. Ritiene necessario offrire una prospettiva di lungo periodo e non invece, come intendono fare i relatori, ridurre un’intera sezione della proposta di legge in esame a un «emendamentino» che avrebbe potuto benissimo essere inserito nell’ultima legge di bilancio.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.6.100.1.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento 6.100 dei relatori, si associa alle considerazioni della collega Guerra. Fa notare che l’articolo 6, su cui la proposta emendativa interviene, rappresenta l’ultimo vessillo rimasto in piedi di un testo oramai paragonabile a un albero che ha perso tutte le sue foglie.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l’emendamento 6.100 dei relatori e respingono l’emendamento Soumahoro 6.2.

Walter RIZZETTO, presidente, dichiara che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 6.100 dei relatori, l’emendamento Guerra 6.4 risulta precluso e non sarà, pertanto, posto in votazione.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Scotto 6.5 e Faraone 6.1, nonché l’articolo aggiuntivo Faraone 6.01.

Walter RIZZETTO, presidente, annuncia che l’emendamento Nisini 7.9 è stato ritirato dai proponenti. Invita, quindi, i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 7 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, esprime parere contrario sugli emendamenti Scotto 7.8 e Mari 7.5, nonché sul subemendamento Guerra 0.7.100.1. Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 7.100 dei relatori, ed esprime parere contrario sugli emendamenti Scotto 7.6, Faraone 7.1, 7.2 e 7.3, Scotto 7.7, Faraone 7.4 e 7.10, nonché sull’articolo aggiuntivo Faraone 7.01.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Scotto 7.8 e Mari 7.5.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra il subemendamento 0.7.100.1 a sua prima firma. Fa notare alla presidenza che l’emendamento 7.100 dei relatori, cui esso è riferito, sopprime i primi due commi dell’articolo 7 della proposta di legge; così facendo, il riferimento al piano di partecipazione finanziaria, che si trova al successivo comma della medesima proposta di legge, risulta privo di senso, poiché i due commi che si intende sopprimere contengono la definizione del suddetto piano di partecipazione finanziaria.

Walter RIZZETTO, presidente, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi e pervenute per le vie brevi alla presidenza, dispone l’accantonamento delle proposte emendative riferite all’articolo 7 del progetto di legge in esame.
Annuncia che l’emendamento Nisini 12.19 è stato ritirato dai proponenti.
Invita, quindi, i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 12 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, esprime parere contrario sugli emendamenti Aiello 12.16 e Faraone 12.1, nonché sui subemendamenti Mari 0.12.100.1, Del Barba 0.12.100.9, 0.12.100.8, sugli identici subemendamenti Guerra 0.12.100.7 e Mari 0.12.100.4, sui subemendamenti Guerra 0.12.100.6, Mari 0.12.100.5, 0.12.100.3 e 0.12.100.2.
Raccomanda l’approvazione dell’emendamento 12.100 dei relatori, ed esprime parere contrario sugli identici emendamenti Mari 12.6, Scotto 12.10 e Carotenuto 12.17. Invita al ritiro dell’emendamento Tenerini 12.20 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Guerra 12.8, Scotto 12.12, Faraone 12.2, 12.3 e 12.4, Scotto 12.11, 12.13, 12.15 e 12.14, Guerra 12.9 e Faraone 12.5. Esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Tucci 12.18 e Mari 12.7.

Davide AIELLO (M5S) interviene sull’emendamento 12.6 a sua prima firma, chiedendo un supplemento di riflessione sul tema, in quanto ritiene fondamentale il diritto dei lavoratori a essere informati sulle condizioni dell’azienda e dell’unità produttiva.
Ribadisce che l’emendamento mira proprio a questo, per cui domanda le ragioni a motivo del parere contrario, suggerendo che l’emendamento potrebbe essere accantonato.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) sottoscrive l’emendamento Aiello 12.6.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Aiello 12.6 e Faraone 12.1, nonché i subemendamenti Mari 0.12.100.1, Del Barba 0.12.100.9 e 0.12.100.8.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra gli identici subemendamenti Guerra 0.12.100.7 e Mari 0.12.100.4, facendo presente che essi mirano a scongiurare la soppressione di parti del testo che già oggi sono obbligatorie, secondo la normativa attualmente in vigore.
Le Commissioni respingono gli identici subemendamenti Guerra 0.12.100.7 e Mari 0.12.100.4.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra il subemendamento Guerra 0.12.100.6, ribadendo che il diritto d’informazione è riconosciuto ai lavoratori sin dal recepimento tramite decreto legislativo, nel 2007, di una direttiva comunitaria del 2002. Di conseguenza, fa notare come la degradazione di tale diritto a mera facoltà, tramite la proposta emendativa cui il subemendamento in esame è riferito, sarebbe in netto contrasto con la normativa europea.
Invita, pertanto, i relatori a un ripensamento.

Walter RIZZETTO, presidente, afferma che, al netto della posizione che sarà assunta dai relatori, il rilievo della collega Guerra appare meritevole di considerazione.
Propone, di conseguenza, di tentare di trovare un punto di caduta in un momento successivo all’approvazione del provvedimento, quale potrebbe essere la formulazione di un ordine del giorno condiviso.

Emiliano FENU (M5S) si associa al rilievo dell’onorevole Guerra, sottolineando che sarebbe stato più coerente sopprimere l’intero articolo, piuttosto che predisporre un improbabile passo indietro rispetto alla normativa europea.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), rappresentando che le dichiarazioni affidate alla stampa hanno un peso, suggerisce maggiore cautela. Afferma di avere preso in parola gli esponenti della maggioranza, quando essi hanno a più voci dichiarato che l’obiettivo del provvedimento non è introdurre ulteriore normativa, ma adattare la situazione lavorativa italiana alle esigenze del mercato. Si chiede perciò, stanti tali premesse, come mai si intervenga, vieppiù in maniera peggiorativa, su normative già in vigore.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.12.100.6.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento 0.12.100.6 a sua prima firma, appena respinto, evidenzia che la presentazione di un ordine del giorno non sarebbe comunque impedito dalla votazione dei subemendamenti all’emendamento 12.100 dei relatori, ivi compreso il proprio.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Mari 0.12.100.5, 0.12.100.3 e 12.100.2.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) interviene sull’emendamento 12.100 dei relatori, nel timore che la sua approvazione precluda la votazione – e dunque l’illustrazione – di successive proposte emendative di cui è firmataria.
Esprime anzitutto viva contrarietà alla riscrittura, ad opera dell’emendamento dei relatori, dell’istituto della partecipazione consultiva. Rammenta poi che le proposte emendative presentate dal Partito Democratico all’articolo 12, sempre nell’ottica di collaborazione con le altre forze politiche, intendono migliorare gli istituti della partecipazione consultiva disciplinati dalla proposta in esame, in considerazione della necessità di rafforzare la dialettica sindacale. Tali proposte intendono, tra l’altro, rendere flessibili le commissioni paritetiche, consentendo che il diritto di consultazione e informazione sia attivabile su iniziativa dei lavoratori, e disciplinando le conseguenze – anche sanzionatorie – per la violazione di tali diritti. L’emendamento dei relatori, al contrario, riduce a poche righe tale forma di partecipazione alla vita di impresa, peraltro limitandosi a riproporre – con alcune differenze – prescrizioni già presenti nella direttiva 2002/14/CE.
Le Commissioni approvano l’emendamento 12.100 dei relatori. Respingono gli identici emendamenti Mari 12.6, Scotto 12.10 e Carotenuto 12.17.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che l’emendamento Tenerini 12.20 è stato ritirato dai presentatori.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull’emendamento Guerra 12.8, di cui è cofirmatario.
Evidenzia come l’attribuzione di un diritto, affinché sia effettiva, debba necessariamente essere corredata dalla possibilità del titolare di attivarlo. Di conseguenza, non prevedere tale possibilità – nella specie, non consentire ai lavoratori di convocare, se necessario, l’organismo di partecipazione consultiva – a suo avviso nega la stessa esistenza del diritto all’informazione e consultazione.
Inoltre, rileva come il testo base della proposta di legge non preveda adeguati strumenti sanzionatori o rimedi nel caso di violazione del diritto di informazione, circostanza cui l’emendamento in esame intende rimediare.
Evidenzia infine come, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 12.100 dei relatori, ancora una volta il provvedimento sia stato svuotato di contenuto rispetto all’originaria proposta. Al riguardo, si dichiara rammaricato dalla mancata volontà della maggioranza e del Governo di consentire l’arricchimento del testo in fase emendativa. Tale circostanza gli appare particolarmente sorprendente, alla luce del fatto che le Commissioni riunite hanno adottato, quale testo base, una proposta di legge di iniziativa popolare, in recepimento delle indicazioni della CISL.
Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Guerra 12.8 e Scotto 12.12.

Marco OSNATO, presidente, avverte che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento dei relatori 12.100, risultano preclusi gli emendamenti Faraone 12.2, 12.3 e 12.4, nonché gli emendamenti Scotto 12.11 e 12.13.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) illustra l’emendamento 12.15 a sua prima firma, evidenziando che esso si limita a qualificare come condotta antisindacale la mancata informazione dei lavoratori – richiamandosi alle prescrizioni dello Statuto dei lavoratori – e a disporre la sanzione della nullità degli atti deliberati dagli organi aziendali.
Le Commissioni respingono l’emendamento Scotto 12.15.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) illustra l’emendamento 12.14 a sua prima firma, evidenziandone lo scopo di rafforzare e rendere effettiva la partecipazione informativa dei lavoratori.
Le Commissioni respingono l’emendamento Scotto 12.14.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) illustra l’emendamento 12.9 a sua prima firma, evidenziando che la proposta emendativa intende rafforzare la partecipazione informativa dei lavoratori, partecipazione che – a esito dell’approvazione dell’emendamento dei relatori – non sembra più un diritto, bensì una gentile concessione della parte datoriale. Evidenzia come, di conseguenza, non le risulti agevole illustrare la proposta emendativa, con la quale si intende qualificare come condotta antisindacale la violazione delle prerogative di informazione e consultazione dei lavoratori, dal momento che il relativo diritto non appare più esercitabile.
Chiede dunque ai relatori di modificare il parere espresso sull’emendamento in esame, impegnandosi a proporre – anche in linea con le previsioni unionali – un ordine del giorno che rechi lo specifico impegno del Governo a garantire l’effettiva informazione e consultazione dei lavoratori, dichiarandosi eventualmente disposta a ritirare il proprio emendamento.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, anche a nome della relatrice per la VI Commissione, onorevole Cavandoli, conferma il parere contrario sull’emendamento Guerra 12.9.
Le Commissioni respingono l’emendamento Guerra 12.9.

Marco OSNATO, presidente, avverte che l’emendamento Faraone 12.5 è sottoscritto dall’onorevole Scotto.
Le Commissioni respingono l’emendamento Faraone 12.5.

Riccardo TUCCI (M5S) illustra l’emendamento 12.18 a sua prima firma, non comprendendo le ragioni del parere contrario dei relatori e del Governo. Rileva che tale proposta emendativa non intacca l’impianto complessivo del provvedimento, limitandosi a disporre che le commissioni paritetiche forniscano materiali ed elementi utili al tavolo contrattuale, allo scopo di consentire ai lavoratori di essere effettivamente informati.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, chiede di accantonare l’emendamento Tucci 12.18 e l’analogo emendamento Mari 12.7.

Marco OSNATO, presidente, dispone l’accantonamento degli emendamenti Tucci 12.18 e Mari 12.7.
Invita quindi i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 13 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la XI Commissione onorevole Malagola, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 13.100 dei relatori ed esprime parere contrario sull’emendamento Barzotti 13.1.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) non comprende la logica dell’emendamento 13.100 dei relatori, interamente soppressivo dell’articolo, evidenziando come la consultazione dei lavoratori nel settore pubblico sia già ampiamente disciplinata dalla normativa vigente.

Emiliano FENU (M5S), intervenendo sull’emendamento 13.100 dei relatori, rileva che, come già avvenuto per la soppressione delle norme in tema di partecipazione dei lavoratori nelle società a partecipazione pubblica, anche in questo caso l’emendamento del Governo sembra volto a eliminare eventuali ostacoli ai futuri processi di privatizzazione di asset pubblici.
Le Commissioni approvano l’emendamento 13.100 dei relatori.

Marco OSNATO, presidente, avverte che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 13.100 dei relatori, risulta precluso l’emendamento Barzotti 13.1.
Invita quindi i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 14 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la XI Commissione onorevole Malagola, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 14.100 dei relatori e invita al ritiro di tutte le altre proposte emendative riferite all’articolo 14, esprimendo altrimenti parere contrario.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Aiello 14.15, Mari 14.1, 14.2 e 14.3. Respingono altresì gli identici emendamenti Mari 14.4 e Scotto 14.13. Respingono altresì gli identici emendamenti Scotto 14.14 e Mari 14.5, nonché l’emendamento Mari 14.6.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la XI Commissione onorevole Malagola, chiede l’accantonamento degli emendamenti Mari 14.7 e 14.9.

Marco OSNATO, presidente, dispone pertanto l’accantonamento degli emendamenti Mari 14.7 e 14.9.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) interviene sull’emendamento 14.100 dei relatori, definendolo molto grave. A suo parere, l’approvazione dell’emendamento dei relatori esclude del tutto l’informazione delle rappresentanze sindacali sulle decisioni delle commissioni paritetiche. Tale circostanza appare quantomeno sorprendente, anche in considerazione del fatto che la proposta di legge raccoglie i suggerimenti di un’organizzazione sindacale rilevante. Non è possibile, a suo avviso, affrontare la tematica della partecipazione dei lavoratori e, al contempo, introdurre una modifica che limiti così tanto le prerogative delle organizzazioni sindacali.
Le Commissioni approvano l’emendamento 14.100 dei relatori.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la XI Commissione onorevole Malagola, esprime parere favorevole sugli emendamenti Mari 14.7 e 14.9, su cui – per mero errore materiale – era stato inizialmente espresso parere contrario.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Marco OSNATO, presidente, avverte che gli emendamenti Mari 14.7 e 14.9 sono sottoscritti dagli onorevoli Volpi e Nisini.
Le Commissioni approvano l’emendamento Mari 14.7 e respingono l’emendamento Mari 14.8.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) interviene sull’emendamento Mari 14.9, non comprendendo le motivazioni del parere favorevole di relatori e Governo. Esso reca la soppressione di una norma procedurale, ovvero il comma 5 dell’articolo 14, ai sensi del quale si prevede la trasmissione periodica al Garante della sostenibilità delle imprese, da parte delle commissioni paritetiche, di specifiche informazioni. A suo parere l’approvazione dell’emendamento Mari 14.9 non appare coerente con quanto previsto dall’emendamento 20.100 dei relatori, il quale dispone che la Commissione nazionale permanente proponga agli organismi paritetici eventuali misure correttive, nei casi di violazione delle norme procedurali relative alla partecipazione dei lavoratori.
Le Commissioni approvano l’emendamento Mari 14.9.

Marco OSNATO, presidente, avverte che l’emendamento Tenerini 14.16 è stato ritirato dai presentatori.
Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Mari 14.11 e 14.12

Marco OSNATO, presidente, invita i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 15 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la XI Commissione onorevole Malagola, esprime parere favorevole sull’emendamento Giaccone 15.3 e parere contrario sugli identici emendamenti Carotenuto 15.2 e Mari 15.1.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull’emendamento Giaccone 15.3, che intende sopprimere l’intero articolo 15 della proposta, in tema di partecipazione dei lavoratori negli istituti di credito.
Rammenta che, nel corso delle audizioni svolte sulla proposta di legge in tema di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, la XI Commissione ha avuto occasione di ascoltare i rappresentanti del management e delle sigle sindacali di alcune grandi imprese, tra cui il gruppo Intesa Sanpaolo. Evidenzia che dall’audizione di Intesa Sanpaolo traspariva un clima disteso e positivo nelle relazioni sindacali in seno all’impresa.
Evidenzia poi che, in una congiuntura economica nella quale il settore del credito affronta cambiamenti epocali e operazioni straordinarie, l’introduzione di un vincolo di partecipazione informativa dei lavoratori alla vita d’impresa rischia di essere considerato dalle imprese addirittura invasivo; si rammarica che, a fronte di tale circostanza, il Governo abbia scelto di sopprimere del tutto la norma anziché limitarsi a correggerla e modificarla.
Le Commissioni approvano l’emendamento Giaccone 15.3.

Marco OSNATO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento Giaccone 15.3 risultano preclusi gli identici emendamenti Carotenuto 15.2 e Mari 15.1.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, passando all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 16, esprime favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Scotto 16.01 e Bagnai 16.02, a condizione che vengano riformulati nei termini riportati in allegato.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP), intervenendo sulla riformulazione degli identici articoli aggiuntivi Scotto 16.01 e Bagnai 16.02, si domanda quale sia l’esatto significato dell’inciso «in quanto compatibili».
Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, in risposta all’onorevole Laus, chiarisce che il riferimento è volto a indicare, in via di coordinamento, che la disciplina in esame è applicabile alle società cooperative solo in quanto compatibile.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sulla riformulazione degli identici articoli aggiuntivi Scotto 16.01 e Bagnai 16.02 proposta dai relatori, propone l’accantonamento degli stessi, chiedendo un supplemento di riflessione sulle società cooperative che, rappresentando un diverso strumento di cooperazione finanziaria, possono essere trattate separatamente. Inoltre, ritiene che dalla riformulazione proposta debba essere eliminato il riferimento agli articoli 8, 9 e 15, soppressi, e quello all’articolo 19, che presumibilmente sarà soppresso.

Marco OSNATO, presidente, avverte che i presentatori dell’articolo aggiuntivo Scotto 16.01 non hanno accolto la riformulazione proposta dai relatori, che è stata, invece, accolta dai presentatori dell’articolo aggiuntivo Bagnai 16.02.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l’articolo aggiuntivo Scotto 16.01, e approvano l’articolo aggiuntivo Bagnai 16.02, come riformulato.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, passando all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 17, esprime parere contrario sui subemendamenti Barzotti 0.17.100.4, 0.17.100.3 e 0.17.100.2 e raccomanda l’approvazione dell’emendamento dei relatori 17.100. Esprime, poi, parere contrario sugli emendamenti Faraone 17.1 e Soumahoro 17.2.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Marco OSNATO, presidente, avverte che l’emendamento Tenerini 17.3 è stato ritirato.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) dichiarando di sottoscrivere il subemendamento Barzotti 0.17.100.4, sottolinea l’opportunità di depurare l’emendamento dei relatori 17.100 dal riferimento al fondo nuove competenze. Esso ha, infatti, quale finalità esclusiva quella di consentire la formazione di lavoratori che, trovandosi in una fase di transizione, mirano ad accedere ad attività lavorative nuove.
Le Commissioni respingono il subemendamento Barzotti 0.17.100.4.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP) dichiara di sottoscrivere il subemendamento Barzotti 0.17.100.3 ed evidenzia che la riduzione della formazione ad un minimo di 10 ore annue conduce, nei fatti, ad una vanificazione della stessa.
Le Commissioni respingono il subemendamento Barzotti 0.17.100.3.

Emiliano FENU (M5S), intervenendo sul subemendamento Barzotti 0.17.100.2 di cui è cofirmatario, sottolinea che l’attribuzione ai rappresentanti dei lavoratori di forme di partecipazione, inclusa la partecipazione al capitale di rischio, senza un’adeguata formazione risulta non solo paradossale, ma costituisce anche un disincentivo alla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa.

Toni RICCIARDI (PD-IDP), ricollegandosi agli interventi dei colleghi Guerra e Fenu, si domanda come mai il sistema universitario, che non ammette corsi con un numero di ore inferiori a 20, non sia usato come un modello di riferimento nelle parti in cui il provvedimento si occupa della formazione dei rappresentanti dei lavoratori.
Le Commissioni respingono il subemendamento Barzotti 0.17.100.2.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento 17.100 dei relatori, nota che, ancora una volta, scompare il riferimento ai «rappresentanti dei lavoratori». Ciò in evidente contrasto con la finalità del provvedimento, che, in attuazione all’articolo 46 della Costituzione, dovrebbe realizzare forme di collaborazione dei lavoratori alla gestione d’impresa. Inoltre, evidenzia che la rubrica dell’articolo 17 recante «obblighi di formazione dei rappresentanti dei lavoratori dipendenti e degli amministratori », non apparendo coerente con le modifiche che i relatori intendono apportare all’articolo 17, necessita di essere riformulata tramite l’approvazione di un ulteriore emendamento dei relatori.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che le modifiche richieste dall’onorevole Scotto potranno essere votate dalle Commissioni successivamente, in sede di correzioni di forma del provvedimento e che non risulta, pertanto, necessario il deposito di un nuovo emendamento da parte dei relatori.
Le Commissioni approvano l’emendamento dei relatori 17.100..

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento dei relatori 17.100, risultano preclusi gli emendamenti Faraone 17.1 e Soumahoro 17.2.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, passando all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 18, esprime parere favorevole sull’emendamento Bagnai 18.3 e invita i presentatori al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell’emendamento Faraone 18.1.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che l’emendamento Nisini 18.2 è stato ritirato.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento Bagnai 18.3, mette in evidenza come le forze di maggioranza, tramite l’approvazione di tale emendamento, intendano sopprimere per intero un ulteriore articolo.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), ricollegandosi all’intervento del collega Scotto, dichiara di non comprendere la volontà soppressiva del Governo e della maggioranza volta ad eliminare la possibilità, per i rappresentanti dei lavoratori, di ricorrere a consulenti esterni, che invece appare, a suo avviso, quanto mai opportuna.
Le Commissioni approvano l’emendamento Bagnai 18.3.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento Bagnai 18.3, risulta precluso l’emendamento Faraone 18.1.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, passando all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 19, raccomanda l’approvazione dell’emendamento dei relatori 19.100. Invita i presentatori al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Guerra 19.2, Scotto 19.3, Bagnai 19.5, Tenerini 19.6 e Carotenuto 19.4. Esprime, infine, parere contrario sull’articolo aggiuntivo Faraone 19.01.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’emendamento soppressivo dei relatori 19.100, porta all’attenzione dei colleghi che l’articolo 19, nell’impianto originario del progetto di legge, aveva un ruolo significativo e, attraverso la previsione di meccanismi premiali, fungeva da collettore di diversi interessi. Ritiene, quindi, che la soppressione di questo articolo costituisca un rilevante mutamento di rotta.
Le Commissioni approvano l’emendamento dei relatori 19.100.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento dei relatori 19.100, risultano preclusi gli emendamenti Guerra 19.2, Scotto 19.3, Bagnai 19.5, Tenerini 19.6 e Carotenuto 19.4.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) intervenendo sull’articolo aggiuntivo Faraone 19.01 che sottoscrive, fa presente ai colleghi come, con l’approvazione dell’emendamento dei relatori 19.100, più di un terzo degli articoli dell’originario testo base è stato soppresso.
Le Commissioni respingono l’articolo aggiuntivo Faraone 19.01.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che l’emendamento Tenerini 20.12 è stato ritirato.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, passando all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite all’articolo 20, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Mari 20.9 e Tucci 20.10, nonché sugli emendamenti Faraone 20.2, 20.3, 20.7, 20.4 e 20.5. Esprime, invece, parere favorevole sull’emendamento Giaccone 20.11. Esprime parere contrario sui subemendamenti Guerra 0.20.100.2 e 0.20.100.1 e raccomanda l’approvazione dell’emendamento dei relatori 20.100. Esprime, infine, parere contrario sugli emendamenti Faraone 20.6, 20.8 e 20.1.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Mari 20.9 e Tucci 20.10 e gli emendamenti Faraone 20.2, 20.3, 20.7, 20.4 e 20.5.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) intervenendo sull’emendamento Giaccone 20.11, rileva come l’inserimento dell’inciso «parere non vincolante» depotenzi eccessivamente l’attività consultiva della Commissione nazionale permanente.
Le Commissioni approvano l’emendamento Giaccone 20.11.
Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento 0.20.100.2 a sua prima firma, sottolinea l’importanza di mantenere un collegamento tra gli organismi paritetici e il Garante della sostenibilità sociale delle imprese.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.20.100.2.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento 0.20.100.1 a sua prima firma, evidenzia che la diversa definizione delle funzioni della Commissione nazionale permanente, risultante dall’approvazione dell’emendamento dei relatori 20.100, limiterebbe a tal punto l’operatività dell’organo che, a suo avviso, sarebbe preferibile una soppressione dello stesso.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.20.100.1.

Maria Cecilia GUERRA (PD), intervenendo sull’emendamento 20.100 dei relatori, rileva come tale proposta emendativa concorra a rendere sostanzialmente irrilevante il ruolo della Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori.
Le Commissioni approvano l’emendamento 20.100 dei relatori.

Marco OSNATO, presidente, avverte che l’emendamento Faraone 20.6 è precluso dall’approvazione l’emendamento 20.100 dei relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Faraone 20.8 e 20.1.

Marco OSNATO, presidente, avverte che l’emendamento Mari 21.2 è stato ritirato dal presentatore.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, Malagola, esprime parere favorevole sull’emendamento Centemero 21.13 e formula un invito al ritiro, esprimendo subordinatamente parere contrario, sulle restanti proposte emendative riferite all’articolo 21.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Le Commissioni approvano l’emendamento Centemero 21.13.

Marco OSNATO, presidente, avverte che le restanti proposte emendative riferite all’articolo 21 sono precluse dall’approvazione dell’emendamento Centemero 21.13.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, Malagola, esprime parere contrario sull’emendamento Mari 22.1 e raccomanda l’approvazione dell’emendamento 22.100 dei relatori.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere contrario sull’emendamento Mari 21.1 e parere favorevole sull’emendamento 22.100 dei relatori.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l’emendamento Mari 22.1 e approvano l’emendamento 22.100 dei relatori.

Walter RIZZETTO, presidente, sospende brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 22.35, è ripresa alle 22.45.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, riprendendo l’esame degli emendamenti precedentemente accantonati, formula, anche a nome del relatore per l’XI Commissione Malagola, un invito al ritiro, esprimendo subordinatamente parere contrario, sull’emendamento Aiello 2.8 ed esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Mari 2.6 e Tucci 2.11.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l’emendamento Aiello 2.8 e approvano gli identici emendamenti Mari 2.6 e Tucci 2.11.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che è stata presentata una nuova formulazione dell’emendamento 7.100 dei relatori.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, Malagola, esprime parere contrario sul subemendamento Guerra 0.7.100.1, raccomanda l’approvazione dell’emendamento 7.100 dei relatori, come riformulato, e formula un invito al ritiro, esprimendo subordinatamente parere contrario, sulle restanti proposte emendative riferite all’articolo 7.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere contrario sul subemendamento Guerra 0.7.100.1, esprime parere favorevole sull’emendamento 7.100 dei relatori, come riformulato, ed esprime parere conforme a quello dei relatori sulle restanti proposte emendative riferite all’articolo 7.

Maria Cecilia GUERRA (PD) illustra il subemendamento 0.7.100.1 a sua prima firma, raccomandandone l’approvazione e rilevando come esso sia volto a mantenere i commi 1 e 2 dell’articolo 7, di cui l’emendamento dei relatori propone la soppressione.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono il subemendamento Guerra 0.7.100.1, approvano l’emendamento 7.100 dei relatori, come riformulato (vedi allegato 1) e respingono l’emendamento Faraone 7.3.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 7.100 dei relatori, risulta precluso l’emendamento Scotto 7.7.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Faraone 7.4 e 7.10 e l’articolo aggiuntivo Faraone 7.01.

Walter RIZZETTO, presidente, richiama l’attenzione dei colleghi sull’emendamento Faraone 12.5, sottoscritto dal deputato Scotto e precedentemente respinto, i cui contenuti, a seguito di ulteriori valutazioni, appaiono meritevoli di accoglimento, ove riformulati nel senso di prevedere che le imprese possano interpellare le rappresentanze dei lavoratori. Propone pertanto – ove vi sia l’assenso di tutti i gruppi – di revocare la votazione svolta e procedere ad una nuova votazione dell’emendamento, nel testo così riformulato.

Arturo SCOTTO (PD) si dichiara contrario alla proposta formulata dal presidente.

Walter RIZZETTO, presidente, prende atto che sulla sua proposta non si registra l’unanimità e che pertanto non si procederà alla revoca della votazione sull’emendamento Faraone 12.5.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, Malagola, esprime parere favorevole sull’emendamento Tucci 12.18, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato. Analoga riformulazione propone con riferimento all’emendamento Mari 12.7.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Walter RIZZETTO, presidente, prende atto che i presentatori dell’emendamento Tucci 12.18 accettano la riformulazione proposta dai relatori e che il deputato Scotto, che ha sottoscritto l’emendamento Mari 12.7, non ne accetta la riformulazione.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per l’XI Commissione, Malagola, esprime quindi parere contrario sull’emendamento Mari 12.7.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Le Commissioni approvano l’emendamento Tucci 12.18 nel testo riformulato e respingono l’emendamento Mari 12.7.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, esprime parere favorevole sull’emendamento Soumahoro 2.1, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato.
Aggiunge che la ratio sottesa alla proposta emendativa è di affiancare due criteri alternativi, con riferimento alla rappresentatività delle associazioni sindacali.

Aboubakar SOUMAHORO (MISTO) dichiara di accogliere la riformulazione proposta dell’emendamento 2.1 a sua prima firma.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) esprime netta contrarietà rispetto alla riformulazione testé accettata, ritenendo che il collega Soumahoro dovrebbe, alla luce delle modifiche introdotte, valutare l’opportunità di un ritiro dell’emendamento. Segnala che, se questo fosse approvato nell’ambito di una legge sulla partecipazione dei lavoratori si interverrebbe in maniera decisiva su di un principio che era stato fino ad oggi faticosamente preservato; si tratterebbe di uno stravolgimento delle relazioni sindacali, nonché, naturalmente, di un ulteriore mutamento di senso del progetto di legge in esame.

Aboubakar SOUMAHORO (MISTO) afferma che gli attenti osservatori delle dinamiche sui luoghi di lavoro conoscono bene l’importanza del pluralismo sindacale, un tema che è stato al centro della lotta politica di personaggi quali Giuseppe di Vittorio e Vittorio Foa. Ribadisce che il rafforzamento del pluralismo non indebolisce assolutamente i sindacati, che continuano a rappresentare un indefettibile presidio per la salvaguardia della democrazia sul posto di lavoro.
Conferma di accettare la riformulazione proposta dai relatori.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), associandosi all’appello del collega Scotto, chiede nuovamente un ripensamento all’onorevole Soumahoro: al di là della stentata formulazione, anche grammaticale, del testo risultante dall’eventuale approvazione dell’emendamento in esame, si tratterebbe di intervenire su temi su cui la Commissione discute da tempo, e sui quali si sono registrati diversi tentativi e altrettanti passi indietro da parte della maggioranza, anche a seguito di una sentenza della Corte costituzionale.
Ribadisce l’invito a ritirare l’emendamento per ripresentarlo, se del caso dopo averci riflettuto, in Assemblea. Ritiene non sia corretto introdurre un concetto rivoluzionario tramite l’accettazione di una riformulazione di un emendamento a tarda sera, tanto più che il provvedimento in esame non concerne questa materia, troppo complessa per essere affrontata così superficialmente.
Pur comprendendo le legittime motivazioni del collega Soumahoro, che ha militato in sindacati di piccole dimensioni, rivolge un appello alla consapevolezza della presidenza circa la notevole rilevanza del tema in questione.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP), associandosi all’appello della collega Guerra, chiede se sia possibile ripresentare l’emendamento in Assemblea, dando il tempo agli uffici, se del caso, di verificare se esista o meno, nel complessivo quadro normativo del Paese, una norma che rechi l’esatta formula che l’emendamento in questione propone di introdurre.

Walter RIZZETTO, presidente, afferma che la proposta del collega Laus è da considerarsi assolutamente irricevibile in quanto nuocerebbe senz’altro all’economia procedurale dei lavori delle Commissioni.
Virginio MEROLA (PD-IDP), ribadendo che la proposta di legge in esame non verte sul tema della rappresentanza sindacale, propone di rinviare la discussione sul tema in Assemblea, dove l’emendamento, ritirato, potrà essere ripresentato.
Le Commissioni approvano l’emendamento Soumahoro 2.1, come riformulato.

Walter RIZZETTO, presidente, a seguito dei condivisibili rilievi emersi nel corso della seduta, propone alcune correzioni di forma relative alle rubriche degli articoli 10 e 17 del progetto di legge in esame.
Le Commissioni approvano la proposta di correzioni di forma.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che il testo del provvedimento, come risultante dalle proposte emendative approvate, sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva e che nella giornata di domani le Commissioni saranno convocate al fine di procedere al conferimento del mandato ai relatori a riferire all’Assemblea.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 23.15.

SEDE REFERENTE
Martedì 21 gennaio 2025. — Presidenza del presidente della XI Commissione, Walter RIZZETTO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze, Lucia Albano.
La seduta comincia alle 13.30.

Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 gennaio 2025.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) chiede l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Walter RIZZETTO, presidente, a seguito della richiesta dell’onorevole Scotto, non essendovi obiezioni, dispone l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ricorda che nelle precedenti sedute sono state esaminate le proposte emendative fino all’articolo 4 e sono state accantonate le proposte emendative relative agli articoli da 5 a 7.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, intervenendo anche a nome della relatrice per la VI Commissione, onorevole Cavandoli, rileva che – diversamente da quanto disposto nella seduta del 15 gennaio – è possibile procedere all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 5 del provvedimento.

Walter RIZZETTO, presidente, preso atto di quanto chiarito dal relatore Malagola, invita i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 5 della proposta di legge.
Avverte inoltre che le proposte emendative Mari 5.1 e Carotenuto 5.4 sono state ritirate dai presentatori.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, intervenendo anche a nome della relatrice per la VI Commissione, onorevole Cavandoli, esprime parere favorevole sull’emendamento Bagnai 5.6.
Invita quindi al ritiro degli emendamenti Aiello 5.3, Volpi 5.2 e Giaccone 5.5, esprimendo altrimenti parere contrario.

La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto sull’emendamento Bagnai 5.6, evidenzia come – a sua memoria – le norme contenute nell’articolo 5 della proposta in esame, in tema di partecipazione dei lavoratori nelle società a partecipazione pubblica, non fossero contemplate nelle proposte di legge abbinate presentate dalla maggioranza e come il parere dei relatori sull’emendamento soppressivo in esame confermi la linea sul punto del Governo. Rammenta che il suo gruppo parlamentare ha invece presentato emendamenti intesi a rafforzare tale partecipazione.
Evidenzia come sia difficile attuare compiutamente l’articolo 46 della Costituzione in mancanza di una norma che preveda l’effettiva partecipazione dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle società a partecipazione pubblica e ritiene che la soppressione dell’articolo 5 costituisca un significativo arretramento rispetto allo spirito originario della proposta.
Teme dunque che dietro la soppressione dell’articolo 5 vi siano ulteriori ragioni, quali la volontà di agevolare processi di privatizzazione di asset pubblici messi in campo dal Governo, rispetto ai quali la maggioranza vede come un ostacolo la partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione, all’evidente scopo di avvantaggiare i futuri acquirenti di tali asset. Conclude qualificando come un errore la soppressione dell’articolo 5.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), ricollegandosi all’intervento del collega Scotto, richiama le proposte emendative presentate dal suo gruppo agli articoli precedenti, che non sono state accolte. Con riferimento all’articolo 5, evidenzia che il suo gruppo parlamentare riteneva insufficiente la formulazione del testo base in ordine all’obbligatorietà della partecipazione prevista. A tal fine, il gruppo del Partito Democratico ha presentato emendamenti volti non soltanto a garantire l’obbligatorietà, ma anche a conferire poteri effettivi ai rappresentanti dei lavoratori nell’ambito del consiglio di amministrazione, tra cui, per esempio, l’esercizio di un veto temporaneo, volto a consentire l’apertura di un confronto sindacale, nel caso in cui il rappresentante dei lavoratori si trovi di fronte a scelte che ritiene in contrasto con gli interessi dei lavoratori medesimi. A suo avviso, la soppressione dell’articolo 5 non solo elimina l’obbligatorietà di tale forma di partecipazione, ma sopprime del tutto l’effettiva possibilità per i lavoratori di partecipare al consiglio di amministrazione delle società partecipate; conclude affermando di non comprendere la logica di tale soppressione.

Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), ricollegandosi agli interventi dei colleghi che l’hanno preceduto, evidenzia le peculiarità della fase storica attuale, che vede le società a partecipazione pubblica coinvolte in un processo di riorganizzazione complessiva, in una congiuntura internazionale del tutto peculiare che implica specifiche scelte, soprattutto con riferimento alle grandi società del settore energetico.
A suo avviso tali scelte si stanno accompagnando a politiche di dismissione di storici investimenti, in alcune aree del Paese. Si chiede quindi se, in questa fase così delicata, le cui conseguenze saranno valutabili solo nel tempo, non debba essere un passaggio obbligato prevedere forme di partecipazione dei lavoratori in fasi che reputa cruciali. Si associa ai timori manifestati dal collega Scotto riguardanti la convinzione – da parte del Governo – che il destino di alcune di queste società sia indissolubilmente legato all’ingresso di nuovi capitali finanziari, e che tale circostanza obblighi a mettere da parte una discussione che, invece, ritiene sia fondamentale per il Paese.

Emiliano FENU (M5S) condivide le considerazioni dei colleghi che l’hanno preceduto, ritenendo che il Governo si sia accorto che l’articolo 5 potrebbe essere di ostacolo all’intento, peraltro esplicitato in più occasioni, di privatizzare gradualmente alcune società partecipate attraverso la cessione di quote delle stesse a soggetti esterni alla pubblica amministrazione. Rammenta al riguardo che risale a pochi mesi fa il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che regolamenta la privatizzazione di Poste Italiane. A suo parere, la maggioranza teme le conseguenze di un’eventuale approvazione dell’articolo 5, che rischia di disincentivare i potenziali acquirenti dall’ingresso nel capitale di società in cui i lavoratori partecipano al processo decisionale del consiglio di amministrazione.
Appare dunque evidente, a suo parere, il motivo dell’arretramento del Governo rispetto a tale previsione: si tratta della necessità di rimuovere eventuali ostacoli al piano di privatizzazione delle principali società a partecipazione pubblica.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, sottolinea che, al contrario di quanto affermato nei precedenti interventi, non vi è alcun passo indietro della maggioranza sulla norma in esame, la quale è contenuta – come già rilevato dai colleghi – nella proposta di iniziativa popolare, adottata da tutte le forze politiche quale testo base per l’esame in sede referente. Ricollegandosi a quanto già affermato dalla collega Guerra, evidenzia che l’aspetto problematico del testo riguarda l’obbligatorietà della partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione che, a suo parere, appare incoerente con l’impianto complessivo della proposta in esame, che si fonda sulla facoltatività della partecipazione dei lavoratori alla vita di impresa. Reputa infatti che l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, rimasto di fatto inattuato per 75 anni, debba avvenire con gradualità e compiersi con tempi e modi che non possono non tenere in considerazione le esigenze del mercato. Sottolinea, infine, che il fatto che l’emendamento sopprima l’articolo 5, in tema di società a partecipazione pubblica, non esclude la possibilità per tali soggetti di prevedere, di propria iniziativa, forme partecipative dei lavoratori.
Le Commissioni approvano l’emendamento Bagnai 5.6.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento Bagnai 5.6, risultano preclusi gli emendamenti Aiello 5.3, Volpi 5.2, Giaccone 5.5, che non saranno pertanto posti in votazione.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, richiama l’attenzione dei colleghi sul fatto che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento soppressivo Bagnai 5.6, il testo in esame, adottato come testo base da tutte le forze politiche, deve ritenersi completamente snaturato. Si tradisce, in tal modo, lo spirito della proposta di legge di iniziativa popolare, che rifletteva peraltro le posizioni espresse dalla CISL.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, tenuto fermo l’accantonamento delle proposte emendative riferite agli articoli 6 e 7, passa all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, evidenzia che gli articoli 7 e 8 del provvedimento sono strettamente connessi tra loro, in quanto il primo reca la disciplina dei piani di partecipazione finanziaria dei lavoratori, il secondo riguarda l’accordo di affidamento fiduciario per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria. Ritiene, pertanto, incongruo votare le proposte emendative riferite all’articolo 8 prima di quelle che riguardano l’articolo 7.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, replicando all’onorevole Guerra, sottolinea, pur riconoscendo la connessione tra gli articoli 7 e 8, che gli articoli 8 e 9 costituiscono un blocco tematico unitario, riguardando entrambi la disciplina dell’accordo di affidamento fiduciario per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria. Per tale ragione, a suo avviso, è possibile votare, prima delle proposte emendative riferite agli articoli 6 e 7, quelle riferite agli articoli 8 e 9.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), ricollegandosi all’intervento della collega Guerra, invita i relatori a meglio chiarire i motivi della scelta di non procedere all’esame del provvedimento seguendo l’ordine degli articoli, anche in considerazione della stretta interrelazione tra gli articoli 7 e 8. Ribadisce, infine, che non vi è, da parte delle forze di opposizione, una volontà ostruzionistica, bensì un approccio collaborativo, che non può tuttavia prescindere dalla necessità di trasparenza sulle modalità di svolgimento dei lavori.

Valentina BARZOTTI (M5S), intervenendo sull’ordine dei lavori e ricollegandosi a quanto esposto dai colleghi testé intervenuti, rileva la necessità di procedere in modo ordinato nella votazione delle proposte emendative, in considerazione della complessità e delle sfaccettature del testo del provvedimento in esame. Osserva, infine, con riguardo ai contenuti degli articoli 6, 7, 8 e 9 – relativi alla partecipazione finanziaria – che tale forma di partecipazione dei lavoratori non è esplicitamente menzionata dall’articolo 46 della Costituzione, ma rappresenta solo una delle possibili forme di collaborazione dei lavoratori alla governance d’impresa.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, in risposta a quanto osservato dai colleghi testé intervenuti, osserva che sebbene gli articoli 6, 7, 8 e 9 siano tutti collocati al Capo III della proposta di legge in esame, relativo alla partecipazione economica e finanziaria dei lavoratori, la votazione delle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9 prima di quelle riguardanti gli articoli 6 e 7 risulta opportuna in quanto consentirebbe, a suo avviso, di valutare la formulazione degli articoli 6 e 7, anche alla luce dell’eventuale soppressione degli articoli 8 e 9.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), replicando alle osservazioni dei relatori, chiede agli stessi se intendano effettivamente sopprimere gli articoli 8 e 9.

Walter RIZZETTO, presidente, anche alla luce delle considerazioni dei relatori, chiarisce che la votazione delle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9 sia da considerarsi propedeutica all’esame degli articoli 6 e 7 del provvedimento in esame.
Invita, pertanto, i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, esprime parere favorevole sull’emendamento Tucci 8.6, nonché sull’emendamento Mari 8.2, a condizione che venga riformulato in identico testo rispetto all’emendamento Tucci 8.6. Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Fenu 8.3, 8.4 e 8.5, nonché sull’emendamento Faraone 8.1.
Esprime, infine, parere favorevole sull’emendamento Mari 9.1, a condizione che venga riformulato in identico testo rispetto all’emendamento Tucci 8.6.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Francesco MARI (AVS) non accoglie le proposte di riformulazione dei suoi emendamenti 8.2 e 9.1, formulate dai relatori.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Mari 8.2 e 9.1.
Le Commissioni approvano l’emendamento Tucci 8.6 (vedi allegato).

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento Tucci 8.6, risulta assorbito l’emendamento Mari 8.2 e preclusi gli emendamenti Fenu 8.3, 8.4 e 8.5 e Faraone 8.1; risulta inoltre assorbito l’emendamento Mari 9.1.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, sottolinea che in seguito all’approvazione dell’emendamento Tucci 8.6, soppressivo degli articoli 8 e 9 del provvedimento, il testo in esame risulta sostanzialmente impoverito, allontanandosi, dunque, sempre più – come già testé ricordato – dal testo originario.

Walter RIZZETTO, presidente, invita i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 10 della proposta di legge, avvertendo che gli emendamenti Caparvi 10.11 e Tenerini 10.12 sono stati ritirati dai rispettivi proponenti.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, esprime parere contrario sui subemendamenti Guerra 0.10.100.4, 0.10.100.2, 0.10.100.3, 0.10.100.5 e 0.10.100.7. Raccomanda, quindi, l’approvazione dell’emendamento 10.100 dei relatori.
Esprime, infine, parere contrario sulle proposte emendative Guerra 10.5 e Barzotti 10.7, sugli identici emendamenti Carotenuto 10.9 e Mari 10.2, sull’emendamento Aiello 10.8, sugli identici emendamenti Scotto 10.6 e Tucci 10.10, nonché sulle proposte emendative Mari 10.3 e 10.4.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime pareri conformi a quelli testé espressi dai relatori.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento a sua prima firma 0.10.100.4, valuta negativamente la posizione dei relatori emersa durante l’odierna seduta.
Afferma che il Partito Democratico tiene particolarmente alla partecipazione dei lavoratori all’organizzazione dei processi produttivi, ambito già profondamente inciso dalla contrattazione collettiva a livello aziendale. A questo proposito, segnala che il coinvolgimento paritetico delle parti, ad oggi, è necessario al fine di ottenere benefici e sgravi fiscali. Pertanto, ritiene che la posizione dei relatori rappresenti un evidente passo indietro, poiché valorizza la decisione unilaterale del datore di lavoro sull’attivazione, o meno, di una forma di partecipazione organizzativa dei lavoratori.
Illustrando nel dettaglio il proprio subemendamento, ribadisce che occorre una vera e propria sede di confronto a livello aziendale, altrimenti la partecipazione rischia di restare una bandiera svuotata di significato, un mero titolo senza alcuna sostanza concreta.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.10.100.4.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento Guerra 0.10.100.2, di cui è cofirmatario, concorda con la collega Guerra circa la necessità che la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione dei processi produttivi sia obbligatoria.
Ricorda che la CISL ha sempre sostenuto il primato della contrattazione collettiva, anche, come il Presidente ricorderà, in occasione del dibattito sul salario minimo. Segnala che l’articolo 10 della proposta di legge in esame, nella sua formulazione originaria, prevedeva un riferimento esplicito alla contrattazione collettiva, riferimento che sarebbe espunto qualora venisse approvato l’emendamento dei relatori, i quali così predispongono un assetto verticale dei rapporti d’impresa, improntati all’unilateralità dalla parte datoriale. Pertanto, teme che persino la CISL farà fatica a riconoscersi nel testo emendato.
Ricorda come la Commissione Lavoro abbia ricevuto, invece, riscontri assai positivi circa la partecipazione organizzativa dei lavoratori. Cita, a tal proposito, l’audizione dei rappresentanti dei lavoratori e dell’azienda automobilistica Lamborghini, nell’ambito dell’esame della proposta di legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, quale esempio di rapporto aziendale virtuoso, disciplinato non dalla legge ma dall’accordo collettivo.
Concludendo, chiede cosa resti della partecipazione organizzativa, qualora la si espunga dall’articolo 10, che già non prevede più elementi di obbligatorietà.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.0.100.2.

Walter RIZZETTO, presidente, in considerazione dell’imminente ripresa dei lavori dell’Assemblea, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.

ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 434 del 16 gennaio 2025, a pagina 26, seconda colonna, trentasettesima riga, dopo le parole: «0.17.100.1. Del Barba, Faraone.» inserire, alla riga successiva, la seguente: «(Irricevibile)».

 

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