All’indomani delle dimissioni del sindaco di Taranto, Piero Bitetti, Fim-Cisl, i segretari generali di Fiom-Cgil e Uilm-Uil, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, esprimono solidarietà al primo cittadino e alla cittadinanza di Taranto “visto il clima di tensione crescente”. L’auspicio è il ripristino “al più presto” delle condizioni di “convivenza civile e confronto democratico, a partire dal ritorno in carica del primo cittadino. Il confronto, anche duro e difficile, non deve travalicare i confini del reciproco rispetto delle posizioni su una questione che non trova soluzione da anni”.
Le tre sigle dei metalmeccanici sono mobilitate con i lavoratori e le lavoratrici per realizzare un piano che abbia tre obiettivi: il risanamento ambientale, la decarbonizzazione e le garanzie occupazionali per superare il ciclo produttivo a carbone garantendo salute e ambiente, da anni perseguito per il territorio. “Il rischio concreto è che senza la certezza di un piano industriale e delle risorse ci sia un vero e proprio fallimento”. Inoltre, con l’attuale autorizzazione integrata ambientale e in assenza di un vero progetto con forni elettrici e DRI, “si rischia di non raggiungere il passaggio dal ciclo integrale a quello decarbonizzato”.
Per i tre sindacalisti la continuità produttiva è necessaria al progressivo processo di sostituzione del ciclo integrale con il piano presentato: 8 anni con 4 forni elettrici (3 Taranto, 1 Genova), Polo DRI a Taranto, investimenti nei vari plant sulla verticalizzazione degli impianti garantendo l’approvvigionamento energetico di gas con tutte le soluzioni tecniche possibili, nessuna esclusa. “È tempo di assumersi la responsabilità di decidere per il bene comune e traguardare una transizione ecologica e sociale per cui lottiamo dal 26 luglio del 2012. Il fallimento e la chiusura dell’ex Ilva sarebbero un disastro ambientale, sociale, occupazionale e produttivo. Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori abbiamo vissuto anni di lavoro, scioperi, lotte e contrattazione puntualmente disattesi da istituzioni e soggetti privati. È ora di realizzare un piano per la transizione ecologica e tecnologica degli impianti garantendo tutta l’occupazione (ADI in A.S., Ilva in A.S., indotto e appalti) anche con leggi speciali che risarciscano i lavoratori e i cittadini”.
“Questo piano di investimenti pubblici e privati deve avere la garanzia delle istituzioni dello Stato a tutti i livelli anche attraverso un ruolo diretto nella gestione e a garanzia di tutti gli aspetti realizzativi del piano industriale volto alla decarbonizzazione. Lavoratori e cittadini, lavoro e salute solo insieme possono dare un futuro a Taranto se si realizza un piano chiaro con risorse e una gestione che rispetti gli obiettivi stabiliti. Non c’è più tempo da perdere. Il 1° agosto a Palazzo Chigi lo ribadiremo con forza al Governo”, concludono.