Si è tenuto oggi al Mimit un incontro su Iveco Defence, acquisita da Leonardo lo scorso luglio, alla presenza dei rappresentati Iveco, di Leonardo e dei sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr. L’incontro, riferisce una nota ministeriale, ha rappresentato la prima occasione per Leonardo di illustrare le motivazioni che stanno alla base dell’investimento in Iveco, operazione definita dalla stessa un “tassello fondamentale” per lo sviluppo del piano industriale di consolidamento nei cinque domini operativi (terra, mare, aria, spazio e cyber).
Il Gruppo Leonardo, spiegano Fabio Bernardini e Stefano Boschini della Fim, ha dichiarato che saranno garantiti i livelli occupazionale e gli organici attualmente in essere, nonché tutte le attività degli stabilimenti di Bolzano, Piacenza e Vittorio Veneto. Il perfezionamento dell’operazione di closing avverrà entro il primo trimestre del 2026.
La priorità del sindacato resta la salvaguardia dei livelli occupazionali, a partire dalla stabilizzazione dei circa 250 lavoratori attualmente in contratto di somministrazione, e di confermare all’interno della società i dipendenti oggi impiegati nel servizio di sorveglianza. La FIM, inoltre, ha posto il problema dell’armonizzazione degli aspetti normativi e contrattuali, “affinché si proceda ad un’analisi approfondita finalizzata a valorizzare le condizioni di miglior favore attualmente garantite dal CCSL (Contratto Specifico di Lavoro) e dall’integrativo del Gruppo Leonardo, permettendo un’integrazione che consenta a tutti i lavoratori i migliori trattamenti possibili”. A questo proposito, è stata chiesta la calendarizzazione di una serie di incontri tra le parti, funzionali ad assicurare tutte le condizioni normative e salariali oggi presenti nei tre siti.
Quanto alla divisione civile acquisita dagli indiani di Tata Motors, il Ministro Urso ha comunicato che il 28 ottobre incontrerà i rappresentanti del gruppo. “A questo proposito – aggiungono Bernardini e Boschini – abbiamo ribadito l’urgenza che nei giorni immediatamente successivi sia convocato al Mimit un incontro con le Organizzazioni Sindacali e Tata”, anche alla luce del fatto che dal 31 luglio, data dell’annuncio di vendita, “non abbiamo ricevuto alcun ulteriore chiarimento rispetto alla cessione della parte civile di Iveco”. Un clima di incertezza che tiene in stallo gli oltre 13.000 lavoratori dipendenti “di un’eccellenza dell’industria nazionale”.
Secondo la Fiom-Cgil, rappresentata da Samuele Lodi e Maurizio Oreggia, si conferma il disimpegno del gruppo Exor dall’Italia, che ha ceduto il proprio intero pacchetto del 27,6% e “che attraverso questa operazione realizza profitti – così come è avvenuto anche nei precedenti casi di Marelli e Comau – che non vengono reinvestiti negli asset industriali strategici per il nostro Paese”.
La Fiom ribadisce che è necessario comprendere quali atti concreti, sia il Governo che l’azienda, metteranno a garanzia “non solo per quanto riguarda la tenuta occupazionale dei lavoratori diretti, ma anche il futuro sviluppo di una realtà strategica che rischia di mettere in discussione l’intera filiera della componentistica”.
Anche la divisione civile di Iveco “dovrà avere una garanzia pubblica determinata dall’ingresso nell’assetto societario o di una controllata pubblica o direttamente di Invitalia e Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre, in un’ottica di rafforzamento e di ripristino di un’azione contrattuale, sarà fondamentale il passaggio al Ccnl e all’integrazione con il secondo livello di contrattazione”. E in vista dell’incontro di Urso con i rappresentati di Tata Motors, la Fiom ha richiesto una convocazione in tempi rapidi per proseguire nel confronto e una calendarizzazione dei successivi incontri. “Come Fiom-Cgil avvieremo una campagna di assemblee al fine di confrontarci con le lavoratrici e i lavoratori rispetto alle dovute garanzie, sia da parte dell’azienda che da parte del Governo, in assenza delle quali si valuteranno tutte le iniziative necessarie”, concludono Lodi e Oreggia.
Per Gianluca Ficco e Bruno Cantonetti della Uil, nel passaggio è fondamentale garantire tutti i 1.900 lavoratori coinvolti, senza distinzione fra gli addetti al militare al civile e alla vigilanza interna, o fra i dipendenti diretti e i somministrati. Inoltre, aggiungono, “dovremo salvaguardare, nel passaggio alla contrattazione di Leonardo, quei trattamenti di miglior favore del Contratto specifico di Lavoro comunemente conosciuto come Contratto Fiat”.
“Siamo fiduciosi – aggiungono che il passaggio di Iveco Defence in Leonardo, che dovrebbe perfezionarsi entro marzo, possa costituire un’ulteriore occasione di rafforzamento della industria della difesa in Italia. Confidiamo quindi che anche per i lavoratori possa rappresentare un’occasione di crescita professionale e ci sentiamo confortati dalle prime positive dichiarazioni espresse oggi da Leonardo che non mettono in discussione il perimetro occupazionale, ma anzi parlano di consolidamento e di sviluppo”.
Le maggiori preoccupazioni sono per la divisione civile, “ragion per cui abbiamo chiesto che un incontro analogo a quello odierno si tenga con l’acquirente Tata non appena possibile. Il nostro obiettivo è garantire la piena salvaguardia di tutte le fabbriche di camion, di furgoni e di meccanica, per offrire piena tutela ai circa 12.500 lavoratori coinvolti”.