Il Comitato di Redazione dell’Agenzia Dire annuncia un nuovo sciopero per giovedì 23 ottobre a causa della discontinuità nella corresponsione degli stipendi. “Ancora una volta, su mandato dell’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti della Dire (approvato a maggioranza), il Comitato di redazione si trova costretto a indire l’ennesimo sciopero per denunciare la condizione di assoluta gravità in cui versano le lavoratrici e i lavoratori dell’agenzia, alle prese con stipendi a singhiozzo e spalmati a rate su più mesi, mentre si attende quello di settembre e non ci sono prospettive concrete da quelli di ottobre in poi. Questo nonostante l’azienda avesse chiesto ai lavoratori di attendere fino all’udienza del 20 ottobre al tribunale di Bari su un piano di risanamento con l’Agenzia delle entrate, di cui l’editore ha annunciato risvolti positivi in un comunicato quello stesso giorno”.
“Il corpo redazionale – prosegue il comunicato – è consapevole del complicato quadro economico-finanziario e legale-burocratico che l’azienda deve affrontare, anche ereditato dalla precedente proprietà, ma ribadisce ancora una volta che lo stipendio è un diritto intoccabile di ogni lavoratore e ogni lavoratrice. Chi oggi lavora alla Dire si trova suo malgrado in una situazione di estrema difficoltà, eppure continua a garantire ogni giorno l’uscita del notiziario. Al momento ci è stato comunicato solo l’arrivo di un’ulteriore rata degli arretrati di luglio e agosto”.
“Con questo nuovo atto di protesta di oggi si esorta dunque, per l’ennesima volta, l’azienda a fare di tutto per garantire la regolarità retributiva in tempi rapidi e a saldare la restante parte dello stipendio di gennaio 2024 agli ex sospesi. Infine, al Dipartimento dell’Editoria si chiede di accelerare le procedure di riammissione dell’agenzia nel bando nazionale, sospeso da marzo scorso”, concludono.
Solidarietà ai lavoratori dalla Cisl del Lazio. Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl Lazio, e Nicola Pellicano, segretario generale della Fistel Cisl Lazio “esprimono il loro fermo sostegno ai giornalisti ed ai grafici della redazione laziale dell’Agenzia Dire. Una gravissima situazione di incertezza salariale che stanno affrontando”.
“Il diritto a ricevere uno stipendio regolare e puntuale è un principio fondamentale che deve essere rispettato per ogni lavoratore – aggiungono i due sindacalisti -. È inaccettabile che, nel 2025, le lavoratrici e i lavoratori dell’agenzia si trovino a dover attendere i loro stipendi, con pagamenti dilazionati e senza certezze per il futuro. Gli operatori della Dire continuano a garantire, con impegno e professionalità, la produzione di notizie, nonostante le difficoltà economiche e burocratiche. Ribadiamo che l’azienda deve fare tutto il possibile per garantire la regolarità retributiva e saldare quanto dovuto. Chiediamo a tutti di lavorare in sinergia per risolvere questa situazione insostenibile e garantire un futuro dignitoso a chi ogni giorno contribuisce con il proprio lavoro alla informazione della nostra Regione”.
“Pieno sostegno alle giornaliste e giornalisti dell’Agenzia Dire in sciopero, ancora una volta, per il diritto al salario.” Lo afferma il Segretario Generale della Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola.
“Lo stipendio di settembre – si legge nella nota – “non è stato ancora pagato, su quello di ottobre non ci sono prospettive concrete. Le mensilità di luglio e agosto sono state corrisposte solo in parte. In tutto questo coloro che a gennaio 2024 erano stati sospesi dalla retribuzione con un atto gravissimo della precedente proprietà dell’Agenzia Dire, attendono ancora il pagamento il saldo completo di quello stipendio.
Se in questi mesi, come negli anni precedenti, l’Agenzia Dire ha continuato ad essere una voce importante ed autorevole dell’informazione di Roma e del Paese, è grazie ai sacrifici, alla solidarietà e alla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori che non hanno fatto mai venir meno la loro professionalità e il loro impegno.”
“Ci aspettiamo che le forze politiche e le istituzioni agiscano affinché sia garantito il diritto al salario e si accelerino le procedure per la riammissione dell’Agenzia nel bando nazionale dell’editoria.”, conclude il sindacalista.