Per la First-Cisl ci sarebbero conseguenze “pesanti” qualora prendesse corpo un’aggregazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm, che darebbe vita al terzo gruppo italiano per rete di sportelli (2.425). Nel rapporto sulla desertificazione bancari della Fondazione Fiba di First Cisl, si legge che nei primi nove mesi del 2025 le banche italiane hanno chiuso 268 sportelli, un calo dell’1,4% rispetto alla fine del 2024. Numeri destinati a crescere notevolmente nell’ultimo trimestre dell’anno, che vedrà alcune grandi banche portare a termine i piani di chiusure già annunciati. Le regioni più colpite sono state Basilicata (- 2,5%), Marche (- 2,5%) e Veneto (- 1,9%).
Gli effetti del risiko bancario stanno già ridisegnando la geografia del sistema bancario. Grazie all’integrazione con Popolare di Sondrio, il gruppo Bper ha scalato la classifica in Lombardia fino a diventarne la prima realtà per radicamento territoriale con 673 sportelli, pari al 17,9% del totale, davanti a Banco Bpm con 523 (13,9%), Intesa Sanpaolo e Iccrea, entrambe con 501 (13,4%). Nonostante l’Antitrust abbia prescritto a Bper la chiusura di soli 6 sportelli per perfezionare l’acquisizione della banca valtellinese, il gruppo ha annunciato l’accorpamento di 90 sportelli localizzati nelle regioni del Centro Nord
Nel caso di un’aggregazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm, si legge nel rapporto First Cisl, “non è difficile ipotizzare una nuova ondata di chiusure in ragione delle sovrapposizioni tra le due reti, in parte imposte dall’Antitrust a garanzia della concorrenza, ma in parte sicuramente maggiore dall’esigenza di realizzare sinergie di costo. La regione più colpita sarebbe la Lombardia: l’integrazione tra Crédit Agricole Italia e Banco Bpm farebbe crescere il numero degli sportelli a 765, pari al 20,4% del totale, dando vita alla prima rete su scala regionale. Subito dopo la Liguria con 129 (23,4%) e l’Emilia Romagna con 372 (17,9%). Tra i grandi centri, spiccano Milano con 248 (24,3%) e Genova con 59 (20,5%). Da segnalare anche la situazione di Parma con 78 (39%) e Piacenza con 47 (31,8%), mentre la città che registra la quota più elevata di sportelli Crédit Agricole Italia-Banco Bpm è La Spezia con 43 (50,6%)”.
Il rapporto, fa notare inoltre, che in Lombardia “circa il 58% delle filiali è ora in mano a quattro soli gruppi. Le nozze tra Banco Bpm, secondo di questa classifica, e Crédit Agricole Italia, oggi al sesto posto, darebbero un’ulteriore spinta alla concentrazione, desertificando ancor più i territori”.
“Il risiko sta modificando la geografia del sistema bancario italiano. Gli effetti sui territori iniziano già a manifestarsi con evidenza. Dopo l’acquisizione di Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha annunciato la chiusura di 90 sportelli. Le conseguenze di un’integrazione tra le reti di Crédit Agricole Italia e Banco Bpm potrebbero essere però molto più gravi – commenta il segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – Un’operazione straordinaria tra queste due banche porterebbe infatti alla costituzione della terza rete per numero di filiali, con sovrapposizioni rilevantissime in alcuni territori che fornirebbero il pretesto per nuovi pesanti tagli all’occupazione. È una prospettiva alla quale ci opponiamo con decisione. Una nuova ondata di chiusure che si andrebbe ad aggiungere a quelle già programmate da altre banche entro la fine dell’anno”. “In questo modo verrebbero penalizzate ulteriormente le fasce più deboli della popolazione e le piccole imprese, che da anni soffrono per la restrizione del credito. Va valutato anche – aggiunge Colombani – l’impatto del ridimensionamento e di una possibile futura chiusura della sede legale di Crédit Agricole Italia a Parma: gli studi portati avanti dalla Fondazione Fiba dimostrano che vi è un nesso causale tra il depauperamento delle economie dei territori e processi di desertificazione bancaria che, accanto alla rete commerciale, investono le sedi legali delle banche”.


























