Secondo quanto emerge dai dati pubblicati dall’Osservatorio dell’Inps, aggiornati al 1 gennaio 2017, all’inizio dell’anno le pensioni vigenti sono 18.029.590, di cui 14.114.464 di natura previdenziale, derivanti cioè da un effettivo versamento di contributi, mentre la differenza è costituita dalle prestazioni di natura assistenziale (invalidità civile, pensioni sociali e assegni sociali, erogate a chi si trova in una situazione di invalidità o di basso reddito).
L’importo complessivo annuo delle prestazioni erogate è pari a 197,4 miliardi di euro, di cui 176,8 a carico delle gestioni previdenziali.
Oltre una pensione su cinque (3,91 milioni pari al 21,7% degli assegni e al 10% della spesa totale) ha carattere assistenziale con un’incidenza crescente anche per effetto dell’aumento dell’età pensionabile. “La percentuale di prestazioni assistenziali liquidate sul totale – sottolinea l’Inps – ha una linea di tendenza costantemente crescente passando dal 38% nel 2003 al 53,2% nel 2016 per un importo totale pari a 9,4 miliardi di euro”.
Il 48,6% del complesso delle pensioni erogate sono di dipendenti, il 61,4% degli importi in pagamento, mentre il 27,3% sono dei lavoratori autonomi il 27,3% delle pensioni (il 23,7% della spesa totale).
Per quanto riguarda le pensioni previdenziali, invece, il 47,8% è costituito dalla categoria Vecchiaia, l’11,8% dalle invalidità e il 40,4% dalle pensioni ai superstiti.
Le prestazioni previdenziali, prosegue l’Inps, sono costituite per il 66,3% da pensioni della categoria Vecchiaia, che comprende anche le sottocategorie anzianità e anticipate, per il 7,1% da pensioni della categoria Invalidità previdenziale e per il 26,6% da pensioni della categoria Superstiti.
Nella distribuzione di genere, gli uomini riscuotono circa il 77,9% delle pensioni di anzianità/anticipate, il 35,1% di quelle di vecchiaia (legate cioè alla sola età anagrafica), il 49,9% delle prestazioni di invalidità e il 12% di quelle ai superstiti.
Uno sguardo alla distribuzione territoriale evidenzia che la maggior parte delle pensioni, il 48%, è percepito nelle regioni dell’Italia settentrionale, il 19,2% al Centro e il 30,6% in Italia meridionale e Isole: il restante 2,2% è erogato a soggetti residenti all’estero.
Al Nord si ha una maggiore concentrazione delle categorie vecchiaia e superstiti, seguito da Centro e Mezzogiorno, mentre l’ordine si inverte per le pensioni della categoria invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali.
L’età media dei pensionati è di 73,7 anni, con una differenza tra i due generi di 4,6 anni (75,7 anni per le donne e 71,1 anni per gli uomini).
Il 21,8% delle pensioni di vecchiaia è erogato a persone di età compresa tra 65 e 69 anni, fascia che rappresenta la maggiore concentrazione; seguono la fascia 70-74, con il 21,4%, quella 75-79 con il 20,4% e quella 80-84 con il 14,7%.




























