L’India, quarto produttore mondiale di gas serra, in vista della Conferenza di Parigi sul clima che si terrà dal 30 novembre all’11 dicembre 2015, sta accelerando lo sviluppo delle sue energie rinnovabili per contribuire a limitare i danni del riscaldamento globale, pur senza sconvolgere tout court le quote della sua dipendenza dal carbone.
Nuova Delhi si è impegnata a ridurre del 35% da oggi al 2030 la sua intensità di carbonio, il rapporto tra emissioni di gas serra e consumo di energia in un dato anno, sulla base dei livelli di produzione del 2005.
“L’India si è data obbiettivi molto ambiziosi e completi, ha spiegato Prakash Javadekar, ministro dell’Ambiente indiano. In questo modo daremo al mondo un aiuto concreto per ridurre i rischi del riscaldamento climatico”.
Il colosso asiatico che conta una popolazione di 1,25 miliardi di abitanti, non ha voluto fornire dati assoluti sulla riduzione prevista di gas serra nei prossimi quindici anni. L’India punta sulle energie rinnovabili che, per la scadenza fissata, dovranno servire a soddisfare il 40% del suo fabbisogno elettrico secondo quanto pattuito con le Nazioni Unite.
Per raggiungere l’obiettivo, il governo indiano conta di affidarsi a tecnologie hi-tech importate dall’estero, pagate con finanziamenti internazionali a tassi agevolati. Nel concreto, le capacità produttive di energia rinnovabile indiane dovranno più che raddoppiare da qui al 2030 in rapporto ai 175mila megawatt previsti.
La sfida del global warming è ormai improrogabile. “Con gli insostenibili livelli di consumo attualmente adottati dai paesi sviluppati, ha concluso Javadekar, avremmo bisogno di cinque pianeti Terra, uno scenario evidentemente assurdo. Con una sola Terra a disposizione, per gestire una popolazione di nove miliardi, la quota prevista dalle stime, dovremo adottare uno stile di vita sostenibile”.




























