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Home - Notizie del giorno - Renzi: Pil negativo? Possiamo farcela, ma dobbiamo cambiare

Renzi: Pil negativo? Possiamo farcela, ma dobbiamo cambiare

6 Agosto 2014
in Notizie del giorno
Renzi: Pil negativo? Possiamo farcela, ma dobbiamo cambiare

Non servono “difese d’ufficio” di fronte al dato negativo del Pil, bisogna accettare “la realtà”, ovvero che l’Italia “può farcela, ma solo se accetta di cambiare”. Lo scrive il presidente del consiglio Matteo Renzi in una lettera inviata ai parlamentari della maggioranza: “In queste ore i dati negativi sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d’ufficio (ma l’anno scorso era peggio, ma a giugno la produzione industriale cresce, ma gli occupati sono in aumento, ma il problema è l’eurozona, eccetera eccetera)”.

Per Renzi, “dobbiamo avere il coraggio e la voglia di guardare la realtà: l`Italia ha tutto per farcela e per uscire dalla crisi. Ma deve cambiare. Se non cambia sarà sempre negativa. A chi tra noi dice che deve cambiare l’Europa, più che l’Italia, rispondo con rispetto che possiamo cambiare l’Europa solo se facciamo bene a casa nostra. I ‘mille giorni’ sono un arco di tempo che consente una strategia globale”.

Il premier invita ad andare “avanti, allora, con ancora maggiore decisione. Senza incertezze, senza paure, senza frenate”. Renzi ricorda che “il processo di riforme è partito. Procede. È iniziato un percorso senza ritorno”. Quindi aggiunge: “Se tra ‘mille giorni’ l’Italia avrà un sistema di giustizia civile efficiente come i migliori Paesi europei, un fisco più semplice e meno esoso, una pubblica amministrazione digitalizzata e efficiente, un mercato del lavoro più chiaro e meno ideologizzato, l’Italia potrà tornare a crescere. Nel 2012 abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 abbiamo fatto meno 1,6%. Nei primi sei mesi siamo a meno 0,3%. Dobbiamo invertire la rotta. Ma dipende solo da noi. Dal nostro lavoro in Parlamento e nel Paese.
I ‘mille giorni’ sono la concreta possibilità di far ripartire la speranza e la crescita. A noi il compito di non deludere questa gigantesca opportunità”.

I ‘mille giorni’ sono il punto centrale della lettera del premier ai parlamentari: “Approfitto di queste ore di intensa attività parlamentare per chiedere la vostra attenzione sul passaggio politico-istituzionale che ci attende alla ripresa. Il primo settembre infatti partiranno i ‘mille giorni’ che ci porteranno entro il maggio 2017 a disegnare un’Italia diversa, più efficiente e competitiva”.

Avverte Renzi: “Si tratta di una sfida doppia: da un lato richiamiamo la politica al proprio ruolo; dall’altro interveniamo sulle principali amministrazioni dello Stato con riforme strutturali. Alla fine di questo percorso l`Italia tornerà ad essere la guida, e non il problema dell’Eurozona”.

Nella lettera, il premier, inoltre, fissa dieci obiettivi da perseguire durante i ‘mille giorni’, di cui 5 classificati come “obiettivi politici”, altri 5 catalogati nel “profilo amministrativo”.

Il primo degli “obiettivi politici” è “la riforma costituzionale”, poi viene “la riforma elettorale”, quindi “la politica estera”, perché “mai come in questo momento i confini politici europei sono problematici, dall’Ucraina fino alla Siria, da Gaza fino alla Libia. C’è bisogno di Italia, di più Italia, specie nel Mediterraneo”. Renzi parla poi della “sfida educativa” che riguarda “la cultura, la Rai e soprattutto la scuola” che “attendono un disegno organico di riscrittura e riscoperta. Inizieremo a fine agosto con un percorso di radicale riflessione sulla scuola, con particolare attenzione alla scuola media, all`autonomia e al rapporto formazione/lavoro”. Infine, quinto punto, “la spending review”.

Per quanto riguarda il piano amministrativo, al primo punto Renzi pone “la riforma del lavoro. Abbiamo già approvato il decreto Poletti e siamo contenti dell’aumento di centomila posti di lavoro tra maggio e giugno. Ma alla ripresa va accelerato il disegno di legge delega”. Quindi, c’è “la riforma della pubblica amministrazione. Il decreto Madia è in approvazione, il disegno di legge delega inizierà a breve il proprio iter. L’obiettivo è uscire dalla cultura del certificato per reimpostare il rapporto cittadino-macchina pubblica”.

Altro punto fondamentale è “la riforma del fisco. Il primo decreto è già stato approvato. Dobbiamo correre verso la dichiarazione precompilata. L’abbassamento delle tasse per i ceti medio bassi per 10 miliardi di euro annui e la riduzione del 10% dell’Irap sono un passaggio storico per l’Italia, ma non ancora sufficiente”.

Il premier ricorda poi “la riforma della giustizia. In queste ore stiamo procedendo con la consultazione pubblica. Alla fine dei ‘mille giorni’ l’Italia avrà una giustizia civile con gli stessi tempi dei paesi europei (un anno anziché tre per il primo grado). I primi risultati del processo telematico sono incoraggianti. I testi saranno nel Consiglio dei ministri del 29 agosto”.

Infine, “lo sblocca Italia. Sarà un provvedimento di legge impegnativo ma affascinante, finalizzato a rendere operativi gli interventi infrastrutturali troppo spesso fermi. Ma conterrà le misure sull’efficientamento energetico, sulle reti digitali, sulle semplificazioni burocratiche. Anche questo sarà in Consiglio dei ministri il 29 agosto”.

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