“Ancora oggi non posso che circolare su un’auto blindata”. Lo ha detto il giuslavorista Pietro Ichino, presente oggi nell’aula del processo d’appello alle Nuove Br prendendo parola per leggere una breve memoria scritta nella quale chiede ancora una volta che venga riconosciuto “il diritto a non essere aggrediti” e parla di un pericolo ancora attuale che lo riguarda. Ichino ha preso la parola per spiegare che gli imputati hanno sempre rifiutato la sua “proposta di dialogo”. “Il professore – che vive sotto scorta da ormai 10 anni, ossia dal 2002, dopo l’uccisione di Marco Biagi – ha inoltre chiarito che anche per questo rifiuto lui è ancora in una situazione di pericolo”. (LF)
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